Giorno: 12 Marzo 2010

Concerto per cedri e cascata

L’appello del gruppo musicale dei Sulutumana per la partecipazione al concerto – protesta domenica 14 marzo alle 16 alla sala consiliare del Comune di Asso contro la costruzione di un supermercato nei pressi della cascata della Vallategna.

«Al confine tra Brianza e Vallassina c’è la cascata della Vallategna, è un angolo di natura suggestivo che non lascia indifferente l’occhio del viandante, che spesso si ferma per osservare il tuffo dell’acqua che di lì a pochi metri confluisce nel Lambro, per ascoltarne lo scroscio e magari per scattare qualche bella foto.
Per ragioni che ci riesce impossibile comprendere e condividere, l’Amministrazione comunale di Asso sta procedendo alla costruzione di un supermercato accanto alla cascata Vallategna, e, siccome i mezzi pesanti carichi di merci destinate al suddetto supermercato avranno bisogno di potervi accedere comodamente, l’Amministrazione comunale di Asso sta procedendo alla realizzazione di una rotonda nuova di zecca per realizzare la quale verranno abbattuti due cedri secolari meravigliosi posti all’imbocco del centro storico.
Noi siamo determinati a difendere la bellezza e vogliamo esprimere in modo chiaro e pacifico il nostro dissenso. Per questa ragione abbiamo deciso di regalare un concerto alla cascata e ai cedri, nella speranza che accada il miracolo!
L’evento è reso possibile grazie alla collaborazione dei consiglieri di minoranza del Comune di Asso, all’associazione Circolo Ambiente Ilaria Alpi di Merone, all’associazione naturalistica di Canzo e a un mucchio di bella gente che vuole unirsi a noi in questa battaglia.
Ovviamente chiamiamo a rapporto tutti voi e vi aspettiamo per un pomeriggio di festa e protesta in cui, oltre al concerto dei Sulutumana, ci sarà lo spettacolo di burattini organizzato dal gruppo Fata Morgana ed altre sorprese per grandi e piccini».

Il Consiglio comunale di Como di giovedì 11 marzo 2010

Bruni incontra per la prima volta i lavoratori della Cà d’industria a cui non promette nulla salvo di «sentire anche l’altra campana». Nella notte il Pdl approva i nuovi condomini, alti quasi sino a 20 metri, all’ex Frey di Albate, la Lega e Liberi per Como si smarcano.

La Cà d’industria ha occupato le preliminari al Consiglio comunale di giovedì 11 marzo ha iniziato Donato Supino, Prc, chiedendo al sindaco di «far di tutto per far revocare lo sciopero, tenendo presente che 5 dei 7 membri del cda sono nominati dal Comune e che la legge dà diritto al prefetto ed al sindaco di intervenire per raffreddare le vertenze». Un affondo poi contro la consigliera Flavia Farina «se gestisce la Cà d’industria come ha gestito la Spt, svendendo il noleggio…». «Non può essere che una società pubblica abbia come contraente una società anonima, dovrà rivelare i nomi» ha incalzato Marcello Iantorno, Pd, riferendosi alla ditta contraente l’appalto per le mense, «per tutelare le persone anziane va garantito un rapporto costante, non cambiare quelle che sono diventati i loro punti di riferimento» ha aggiunto Roberta Marzorati, Per Como. «Bisogna andare oltre l’incontro di mercoledì prossimo, serve un’iniziativa politica» ha quindi dichiarato Bruno Magatti, Paco, raccogliendo il plauso dei lavoratori presenti.
La seduta è stata quindi sospesa, ancor prima di cominciare, per dar modo di fare un incontro fra amministratori e lavoratori della Cà d’industria in Sala stemmi.
Quasi 120 persone hanno occupato la sala attigua e il sindaco ha per la prima volta incontrato i dipendenti della struttura assistenziale comasca e i loro rappresentanti sindacali.
«L’esternalizzazione è stata attuata in una maniera molto criticabile – ha esordito il segretario generale della Cgil Alessandro Tarpini – non sono state rispettate le procedure, ci sarà sicuramente un peggioramento della qualità e non c’è chiarezza su quelle che sono le prospettive del medio periodo».
«La Fondazione ha totale autonomia» ha precisato il sindaco Bruni che ha ammesso «non c’è chiarezza neanche per me», che non si è impegnato a favore delle richieste dei lavoratori ma ha assicurato che incontrerà il presidente Pellegrino per «sentire entrambe le campane».
Ripresa la seduta consiliare è ripreso il dibattito sul progetto di riqualificazione dell’area ex industriale della Frey.
Contrarietà all’opera sono arrivate, come nelle sedute precedente, sia dai banchi della maggioranza, con Emanuele Lionetti, Liberi per Como, o Guido Martinelli, Lega, «se questi Piani attuativi sono permessi dal Paino regolatore, allora il problema è il Prg», sia dalle minoranze.
Una breve discussione è sorta sull’interpretazione dell’intervento, se considerarlo in deroga al Prg oppure no, così come interpretato dagli uffici competenti.
Una seduta sempre più stanca e sfilacciata sino alla replica del sindaco come assessore competente.
«Tutto ciò che può essere fatto in attuazione del Prg è legittimamente atteso dall’operatore – ha affermato il primo cittadino di Como – noi abbiamo indotto in lui delle aspettative, tutto ciò che è in più dobbiamo rinegoziarlo». Per la questione della deroga ha chiarito: «Non si tratta di questo ma ci si mette a un tavolo e si definisce una possibilità di pattuizione diversa».
Un intervento comunque positivo quello di Albate per Bruni anche perché «si è sostituito un edificato vecchio con uno di dimensioni minori, con una sostanziale diminuzione delle volumetrie, ancorché disposte in un’altra maniera».
È iniziata così la discussione di 6 emendamenti alla deliberazione e di 3 ordini del giorno. Una discussione che si è protratta nel cuore della notte, dopo l’approvazione della prosecuzione ad oltranza della seduta voluta dal Pdl, contrari gli altri gruppi di maggioranza, oltre alle opposizioni.
Tutti bocciati tranne quello proposto da Liberi per Como che chiede «qualora non si giungesse alla stipula della convenzione tra costruttori e Comune entro sei mesi dalla data di approvazione del piano di recupero, il Consiglio Comunale pretenderà l’integrale riesame della stessa allo scopo di adeguarla al quadro normativo vigente e adeguandone i valori a quelli correnti al momento della stipula».
Parere favorevole anche a 2 degli ordini del giorno. Sono stati approvati quello proposto dalla maggioranza che inviata il sindaco a spingere l’amministrazione provinciale a creare il nuovo collegamento Como – Cantù – Mariano Comense, per alleggerire il traffico ad Albate, e quello proposto dalla Lega perché i proventi degli oneri di urbanizzazione vengano investiti nel quartiere di Albate.
Vista la stanchezza e le defezioni raggiunte le 2 e 20 di notte, Supino ha chiesto una verifica del numero legale. Non avendolo raggiunto la seduta è stata aggiornata dopo un quarto d’ora quando è stato approvato l’intervento dal solo Pdl, mentre le opposizioni, la Lega e Liberi per Como hanno votato contro. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Giù le mani dalla Ca’ d’industria

Alcune centinaia di persone hanno partecipato davanti alla Prefettura di Como venerdì 12 marzo dalle 10 al presidio organizzato dalla Cgil nell’ambito dello sciopero generale «Lavoro, fisco, cittadinanza. Cambiare si può».

Lavoratori, pensionati esponenti sindacali di tutte le categorie hanno animato venerdì 12 marzo dalle 10 avanti alla prefettura di Como  il presidio della Cgil. Del tutto assenti gli studenti che pure in analoghe manifestazioni in corso in tutti i capoluoghi italiani hanno dato pieno sostegno alla proposta del maggiore sindacato italiano.
Il segretario dell Cgil di Como in un breve discorso ha richiamato i temi al centro della mobilitazione ricordando in particolare l’attacco ai dirtti dei lavoratori ed il modo particolarmente subdolo e antidemocratico con il quale ancora si pongono ostacoli all’applicazione dell’articolo 18. Alessandro Tarpini ha inoltre citato due questioni relative alla realtà comasca sulle quali il sindacato  chiede l’intervnto del prefetto: la drammatica situazione delle scuole ormai prive delle risorse indispensabili ad assicurare il diritto allo studio dei giovani e l’attacco alla Ca’ d’industria, patrimonio pubblico frutto delle donazioni che da due secoli i cittadini hanno assicurato, oggi colpita da un processo pericolossisimo di esternalizzazione.
Gli hanno fatto eco i lavoratori che hanno scandito lo slogan «Giù le mani dalla Ca’ d’industria».
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