L’idagine congiunturale della Confindustria di Como
Lievissimi segnali di ripresa in alcuni settori, massiccio e continuo ricorso alla cassa integrazione, trend negativi che si confermano per altri comparti: un quadro complessivamente difficile per l’economia lariana è quello delineato dall’ultima indagine congiunturale della Confindustria di Como, realizzata a metà dello scorso mese di aprile e relativa al primo trimestre dell’anno.
Come sta andando l’economia comasca? Non bene, a quanto ci dicono i dati dell’ultima indagine congiunturale della Confindustria lariana, sul primo trimestre del 2010. Anzi tutto, il ricorso alla cassa integrazione (Cig) è sempre rilevante: le ore di cassa ordinaria sono passate da 1.240.455 a 4.310.809 nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2010, rispetto allo stesso periodo del 2009. Una variazione del 248 per cento. Il settore più colpito dalla Cig, come si legge nel rapporto dell’associazione di categoria, è il metalmeccanico che supera addirittura il tessile, storicamente uno dei comparti più in difficoltà: 1.671.508 ore effettuate “contro” 1.648.398 ore del tessile. L’unico dato positivo arriva dall’industria chimica lariana, il solo ambito in cui il ricorso alla cassa integrazione è lievemente diminuito. Oltre al ricorso agli ammortizzatori sociali, la Confcommercio prende in esame la situazione generale dei vari settori industriali presenti a Como, con «lo scopo di rilevare le aspettative e le previsioni degli imprenditori» offendo «una serie di proiezioni d’insieme».
Situazione tendenzialmente “ferma” per quanto riguarda i materiali da costruzione, un settore nel quale si sentono ancora gli effetti del crollo della produzione e delle vendite registrato nel 2009. Stabile anche il settore alimentare, anche sul fronte occupazionale, dove generalmente «le aziende si limitano alle sostituzioni dettate dal turn over». Mentre il terziario presenta un quadro molto eterogeneo, con una tendenza generale alla stabilità e cautela tra gli imprenditori in merito alle previsioni sugli affari dei prossimi mesi.
Stessa elevata eterogeneità che contraddistingue il settore grafico e cartotecnico: alcuni imprenditori ricorreranno agli ammortizzatori sociali, altri invece ipotizzano nuove assunzioni di personale.
Per quanto riguarda il tessile, si registra una debole ripresa ma desta preoccupazione il numero degli insoluti. Inoltre, nonostante il ricorso a Cig e cassa straordinaria, «la presente situazione – come si legge nel documento della Confindustria – sta determinando una riduzione significativa del numero di addetti impiegati dalle aziende tessili della provincia di Como».
L’altro settore precipuo per il territorio comasco, quello del legno, sarebbe interessato, secondo gli industriali, da un lieve miglioramento, ma i livelli occupazionali pare che subiranno in linea generale ancora influssi negativi nei prossimi mesi. Ciò significa niente nuove assunzioni. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sarebbero calate notevolmente, al contrario di quelle verso l’Europa e l’estremo oriente.
Va un po’ meglio alle aziende del settore chimico-gomma-materie plastiche: si ipotizza un 2010 migliore del 2009, soprattutto per il comparto chimico.
Difficoltà invece anche per le tintorie e le stamperie, a causa di «una ripresa ancora impercettibile in termini di richieste dal mercato». Infine, le aziende metalmeccaniche presenterebbero un quadro meno negativo rispetto al primo trimestre del 2009. Ma i ritardi dei pagamenti e lo stop alle consegne da parte di diversi clienti comporta anche in questo caso, secondo la Confindustria lariana, «una notevole incertezza» riguardo alla produttività dei prossimi mesi, da parte della maggior parte degli imprenditori del settore metalmeccanico interpellati. [Barbara Battaglia, ecoinformazioni]