L’Afganistan: Emergency e l’Associazione Silvano Saladino
Il dramma dell’Afganistan è al centro dell’incontro di mercoledì 29 giugno, in biblioteca comunale, organizzato dall’Associazione Silvano Saladino e centrato sulla testimonianza di Matteo Dell’Aira, responsabile organizzativo di Emergency in Afganistan. “In Afganistan non c’è nessuna operazione di pace; in Afganistan c’è la guerra”. Questa chiara affermazione ha costituito il leit-motiv della serata e all’interno di questo scenario di guerra si è collocato il racconto di una solidarietà concreta, quella portata avanti dai numerosi ospedali e posti di primo soccorso gestiti da Emergency in quel bellissimo e disastrato paese. Uno di questi posti di soccorso, nella valle del Panshir, è sorto grazie al sostegno dell’asociazione comasca intititolata a Silvano Saladino, ed è questa la ragione per cui l’incontro non ha avuto carattere rituale, ma è stato centrato sulla realtà concreta, sui problemi della vita quotidiana dentro e fuori gli ospedali, sulle esigenze di approvvigionamento di medicinali e di cibo, sui rapporti con il sistema sanitario locale. Ne è uscito un quadro di grande complessità e drammaticità, ma anche – come ha più volte sottolineato Matteo Dell’Aira, sollecitato dal giornalista Umberto Montin – di grande ricchezza umana e ideale.
La morale di questo racconto è amarissima, e pesa sulla coscienza dell’intero occidente: da trent’anni l’Afganistan è percorso da una guerra incessante, che non ha risparmiato niente e nessuno. Le vittime non si contano, e l’unica cosa certa è che esse sono per la stragrande maggioranza civili. Questa guerra infinita, lungi dal promuovere la democrazia, ha viceversa profondamente minato i rapporti sociali e le possibilità economiche dell’intera nazione, crocevia di strade e di interessi per l’intero continente asiatico. La recente diffusione delle notizie relative alle ricchezze del sottosuolo afgano (ricchezze in realtà note da tempo) getta un’ulteriore luce inquietante sul futuro delle popolazioni locali, che vedranno ancora a lungo il loro territorio oggetto degli appetiti delle economie “forti” del mondo.
Lo stritolante ingranaggio bellico, però, ogni tanto incontra qualche piccolo granello di sabbia che prova a bloccarlo: è il caso di Emergency… e basta il racconto dei giardini dell’ospedale di Lashkar-gah per intendere lo sforzo di non cedere – almeno per un momento – alla logica della guerra.
Non si tratta, ovviamente, “chiudere gli occhi”. E lo sanno bene quelli che – come Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani – si sono ritrovati per nove giorni nelle carceri afgane con l’assurda accusa di aver ordito un complotto coi talebani.
Ed è bene ripetere ancora una volta, con Emergency e con l’Associazione Silvano Saladino, e con molte altre persone, che la guerra non può avere alcuna giustificazione. [F.C.]