Il Consiglio comunale di Como di lunedì 19 luglio
Pastore promette di sull’allontanamento della consigliera Marzorati dalla Ca’ d’industria. Il consiglio contro il parere del sindaco in un emendamento al Pii della ex Ticosa
Espulsione dalla Ca’ d’industria
Una ventina di persone sono accorse per solidarietà con la consigliera Roberta Marzorati nella seduta del 19 luglio del consiglio comunale di Como dopo la sua espulsione da una riunione in Ca’ d’industria fra Cda e parenti degli ospiti.
«All’inizio della riunione ho chiarito “sono qui come uditrice” ma Pellegrino mi ha detto lei deve andare uscire» ha riferito nelle preliminari la consigliera «me ne sono andata cacciata via come consigliera comunale, come medico, come facente parte di una commissione [quella neoletta di controllo sulla Fondazione comasca] e come donna, perché ho dei dubbi che si sarebbero comportati allo stesso modo se fossi stata un uomo». «Chiedo la solidarietà di tutti i consiglieri» ha concluso Marzorati raccogliendo l’applauso del pubblico. Il consigliere democratico Marcello Iantorno ha raccolto l’invito e chiesto «di prendere una posizione di dissociazione e di condanna dell’accaduto».
«Faremo le verifiche per vedere se la posizione del Consiglio di amministrazione è stata corretta» ha detto il presidente Mario Pastore annunciando una riunione già per la mattina seguente.
‘Ndrangheta
Dopo lo scandalo delle infiltrazioni malavitose durante la costruzione del nuovo ospedale comasco con i presunti rifiuti tossici smaltiti illegalmente Alessandro Rapinese, Area 2010, indossando una maglietta con scritto “Comorra”, ha dichiarato che «non è disposto a tollerare questi crimini» chiedendo trasparenza e maggiore efficienza nell’amministrazione pubblica che «sta per approvare il Pgt [Piano di governo del territorio] cercheranno di infiltrarsi» ricordando anche che «grandi opere, vogliono dire grandi appalti e grande interesse per le organizzazioni malavitose».
Sedute
Emanuele Lionetti, Liberi per Como, si è espresso contro la possibilità di convocare Consigli comunali anche non in ore serali perché chi ha una attività si troverebbe in difficoltà.
Saladino nuovo vicepresidente
Insediato il Consiglio si è subito proceduto all’elezione del nuovo vicepresidente in rappresentanza delle minoranze. Il capogruppo del Pd Luca Gaffuri ha proposto Bruno Saladino e Rapinese si è autocandidato. Con 9 voti a suo favore, 2 per Rapinese e 1 scheda bianca l’ex preside del liceo Volta è stato eletto vicepresidente.
Ticosa
Presentati tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno, rispettivamente 14 e 5, il sindaco Bruni ha replicato a tute le domande poste nel corso del dibattito delle ultime sedute. Il primo cittadino ha parlato di «passo importante per nulla frettoloso» ribadendo che «è nostro interesse arrivare all’approvazione il prima possibile di questo Pii». Replicando alla domanda di Stefano Rudilosso, Pdl, ha spiegato che la città non ha perso il polo tecnologico nato a Lomazzo «perché è stata una scelta fatta successivamente». Nessun imbarazzo sulla copertura della basilica di S. Abbondio «è un problema da poco» ha detto «la città che cambia porta cambiamenti di visuale». «Speriamo di essere al rush finale» ha auspicato.
Tre emendamenti di Giunta, alcune correzioni dell’elaborato, sono stati approvati senza colpo ferire.
Nonostante le perplessità del primo cittadino è stata approvata la proposta di Dario Valli, Area 2010, di nominare una commissione arbitrale, con specialisti esterni al Comune, per definire la congruità del costo del progetto dopo la modifica fatta da Multi che prevede un aggravio dei costi di circa 4,5 milioni di euro, una proposta che ha raccolto l’adesione di parte della maggioranza.
Bocciata la proposta di modifica di un emendamento di Mario Lucini, Pd, fatta dal sindaco per consentire la possibilità di una maggiore edificabilità, mentre la proposta del presidente della Commissione urbanistica, approvata dalle minoranze col sostegno di Lionetti e l’astensione di parte della maggioranza, ha limitato la possibilità di una interpretazione estensiva delle norme attuative permettendo di edificare locali in più come scale, loggiati, ecc.
Non ha avuto successo la proposta di Lucini di ridefinire le altezze di tutto il progetto da una nuova quota «adesso la quota zero è a 210,73, che è un buon metro sopra la quota minima, che è quella a cui normalmente si fa riferimento».
Tutti d’accordo sulle proposte del presidente della Commissione urbanistica di non permettere un ulteriore aumento dell’altezza di 1,5 metri negli edifici B (quelli di trenta metri), e un paio di altri emendamenti migliorativi. Il dibattito riprenderà giovedì prossimo sui restanti 5 emendamenti e gli ordini del giorno. [Michele Donegana, ecoinformazioni]