Finalità comuni e modalità differenti nei percorsi per la sostenibilità ambientale e alimentare e per la partecipazione dal basso in Bolivia, nell’Amazzonia brasiliana e nel territorio lariano. Si è parlato di biodiversità, di agroecologia, di acqua, di sovranità alimentare, di diritti di lavoratrici e lavoratori, di gruppi d’acquisto solidali, di protezione e di valorizzazione del patrimonio ambientale, di riduzione dei consumi, di mobilità sostenibile, di partecipazione, di cittadinanza attiva, nell’incontro (Como 20 ottobre 2010) tra esponenti del Coordinamento comasco per la Pace e rappresentanti di associazioni e sindacati boliviani e brasiliani. Grazie a Fratelli dell’Uomo di Milano che li ha ospitati e che ha organizzato il loro tour italiano, anche anche nella nostra città è stato possibile dialogare con alcuni degli esponenti dei movimento boliviano e brasiliani in Italia per partecipare alla Giornata mondiale dell’alimentazione (Milano, 16 ottobre), alla quarta edizione di Terra Madre (Torino dal 21 al 25 ottobre) e per visitare soprattutto in Veneto varie esperienze dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica organizzazione con la quale  Aopeb – Asociación de Organizaciones de Productores Ecológicos de Bolivia ha sottoscritto un accordo a La Paz. 

L’iniziativa è stata un’occasione di reciproca conoscenza su forme di produzione alternativa e di miglioramento economico e sociale in realtà assai differenti come il territorio lariano, la Bolivia e l’Amazzonia brasiliana. Pur nelle differenze − in America latina la salvaguardia della biodiversità e la qualità ecologica della produzione del cibo è sentita dai piccoli produttori, più che dai consumatori, mentre nell’esperienza lariana l’interesse per la qualità ambientale e sociale del territorio è partito dalle donne e dagli uomini che lo abitano per estendersi poi ai piccoli produttori per fare solo un esempio tra i tanti emersi nella discussione − è risultato evidente che è possibile fin da subito avviare un dialogo di lungo periodo, scambiare esperienze e aprire collaborazioni che potranno essere utili e costruttive.

 

Municipi ecologici in Bolivia

Ponciano Llusco Alcon ha presentato l’Asociación de Organizaciones de Productores Ecológicos de Bolivia, l’organizzazione di cui è vicepresidente. Fondata nel 1991 per iniziativa di sei importanti organizzazioni contadine impegnate nella promozione di modelli produttivi sostenibili e rispettosi dell’ambiente, attualmente raggruppa 76 realtà e rappresenta oltre 65.000 famiglie di campesinos, attive nell’agricoltura biologica.

Maria Julia Aurtora Jimenez ha spiegato che l’azione dell’Aopeb, inizialmente orientata a favorire la produzione di alimenti da esportare, si è poi spostata verso prodotti destinati all’autoconsumo e per i mercati interni, sia perché in Bolivia la denutrizione è ancora molto alta, sia per le difficoltà di produrre alimenti apprezzati all’estero. Negli ultimi anni parlano di prodotti ecologici e non più di prodotti biologici perché l’aggettivo ecologico si riferisce al sistema completo di produzione, salvaguardando il suolo, l’ambiente, la biodiversità, la qualità della vita del produttore.

Nella recente Costituzione boliviana è stato introdotto il diritto a “vivere bene”. Molti boliviani avevano sperato che il vivere bene potesse trasformare il modello di sviluppo del paese, ma presto hanno dovuto constatare che i politici non hanno pensato a come accompagnare il vivere bene con la trasformazione delle pratiche di produzione alimentare. Per AOPEB vivere bene è possibile solo con modalità di produzione ecologiche, invece per il governo vivere bene è favorire l’agricoltura industriale. Il problema della monocultura della coca è particolarmente sentito nell’oriente boliviano, dove esistono i latifondi, meno forte a occidente, dove prevalgono i piccoli produttori. Dopo l’elezione di Morales c’è stato un ulteriore sviluppo della monocoltura della coca e anche piccoli produttori di caffé si stanno convertendo in produttori di coca. Per discutere su cosa è il vivere bene e per creare un sistema partecipativo di garanzia, l’Aopeb ha istituito delle scuole popolari ecologiche e si sta impegnando per convincere gli amministratori a dar vita a Municipi ecologici. Il lavoro di formazione e informazione si svolge per aree: politica, ambientale, economica, sociale, culturale. L’obiettivo è quello che venga stilato per ciascuna area un programma elettorale per le prossime elezioni amministrative che si svolgeranno quest’anno.

 

Municipi sostenibili a Como

Celeste Grossi e Mauro Oricchio, vicepresidente e direttore del Coordinamento comasco per la Pace, hanno sottolineato le molte analogie del percorso intrapreso da Aopeb con quello verso l’istituzione di Consulte comunali per la sostenibilità ambientale ed economica del territorio in corso in questo momento nella nostra Provincia. L’obiettivo è quello di stimolare un intervento pubblico che favorisca la capacità di autorganizzazione dei cittadini. La Consulta dovrebbe elaborare proposte per gli organi del Comune sulle questioni legate all’ambiente e allo sviluppo sostenibile e porsi come interlocutore tra cittadini, enti e amministrazioni locali per favorire iniziative di informazione e sensibilizzazione sulla sostenibilità, la promozione di nuovi stili di vita ambientalmente e socialmente sostenibili, la diffusione di pratiche di governo del territorio improntate all’accesso e all’uso consapevole di beni e servizi solidali del territorio. Sono in corso progetti sperimentali in cinque Comuni (Cucciago, Fino Mornasco, Uggiate Trevano, Orsenigo, Maslianico) che hanno scelto di lavorare su differenti tematiche, dalle energie alternative al recupero dell’uso della bicicletta, dal riciclaggio e riuso dei rifiuti all’educazione alimentare, alla mobilità. L’idea delle Consulte è nata nel corso del lavoro svolto nell’ambito di Municipi sostenibili, progetto che il Coordinamento comasco per la Pace ha realizzato insieme a l’Isola che c’è, la rete comasca di economia solidale e al Centro Servizi per il Volontariato di Como.

L’attività di Municipi sostenibili, inizialmente finanziata della Fondazione Cariplo, è stata avviata nel 2008 con percorsi di formazione e informazione rivolti agli amministratori e ai tecnici degli enti locali del territorio di Como. I corsi hanno riguardato le tematiche dell’abitare, del mangiare, del muoversi, e del favorire l’incontro e la conoscenza di esperienze alternative esistenti sul nostro territorio, per arrivare a scegliere il proprio stile di vita sostenibile.

 La bandiera della qualità

In Amazzonia sono stati i produttori ad alzare la bandiera della qualità. E l’impegno per la sostenibilità si è diffuso rapidamente, secondo Ana Maria dos Santos Santana, una piccola produttrice, presidente del Sindacato di Lavoratori Rurali che rappresenta oltre 7.000 lavoratrici e lavoratori in lotta per l’aggiudicazione delle terre (attivo in una zona in cui non è presente il Movimento dei Sem Terra), contro lo sfruttamento illegale della foresta, per politiche pubbliche di sostegno ai piccoli agricoltori, in un territorio ricco di risorse, ma con scarse strutture per la conservazione e la commercializzazione dei prodotti.

Sulle difficoltà di commercializzazione dovute ai problemi di mobilità tra comunità distanti a volte anche 16 ore di battello o raggiungibili solo in canoa si è soffermata anche Ivonete Furtado Queiroz − pescatrice, leader nella lotta per la Resex – Reserva Extractivista “Renascer”, un’unità di produzione e conservazione nello stato del Parà, in Amazzonia. Per superare gli ostacoli posti dalla vastità e dalla conformazione della regione, sia pescatori che agricoltori stanno cercando di organizzarsi in cooperative per favorire la commercializzazione dei prodotti che vanno dal pesce (una farina di pesce è ora distribuita nei ristoranti di tutto il territorio brasiliano) al miele (un miele prodotto da api senza pungiglione che è stato presentato anche a Terra Madre). [Celeste Grossi per ecoinformazioni]

 

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