Il Consiglio comunale di Como di lunedì 15 novembre

Alle 2.30 del mattino Bruni è stato riconfermato sindaco della città di Como, dopo una seduta estenuante, ultima di 3, che hanno visto l‘alternarsi di colpi di scena con diversi cambi di opinioni. Contro il sindaco le minoranze, tranne Rapinese astenutosi insieme agli scissionisti di Autonomia liberale, sostegno incondizionato di Lega e Pdl.

 

Solidarietà ai migranti di Brescia

«Voglio esprimere solidarietà  migranti che da più di 15 giorni sono su una gru a Brescia» ha esordito nelle preliminari al Consiglio comunale di Como di lunedì 15 novembre Donato Supino, Prc, che ha chiesto equità nel trattamento delle persone «a Ruby è stato dato il permesso di soggiorno solo perché conosce il presidente del Consiglio».

 

Mense e allergie

Roberta Marzorati, Per Como, ha chiesto, come pediatra, di poter tenere un incontro sulle allergie e le intolleranze alimentari con i responsabili dei servizi mensa del Comune, «che lavorano benissimo», per «evitare alcuni piccoli errori che possono accadere».

 

Politeama, Ticosa, Area 2010

«Il Politeama è stato lasciato completamente allo sbando!» ha denunciato Alessandro Rapinese, Area 2010, e «non sfruttato come si deve facendo pagare un affitto di poco meno di 55 euro al giorno per un bar ed un ristorante, senza dimenticare il parcheggio in pieno centro». Cambiando argomento ha poi attaccato la Giunta «la delibera sulla Ticosa è carta straccia, non è mai stata promulgata» ha spiegato dato che non è mai stata affissa all’albo pretorio. Un’ultima stoccata ha poi lanciato al proprio capogruppo Dario Valli, che aveva già disconosciuto come tale, rinfacciandogli «il 71 per cento di assenze alle riunioni dei capigruppo» e quella che ha definito la “pugnalata alle spalle” delle settimana scorsa; il disconoscimento e la censura delle sue affermazioni in aula da parte del Gruppo, in una riunione in cui non era stato convocato. «Vieni nel Gruppo misto con me» si è offerto il socialista Vincenzo Sapere.

 

Fondazione Castellini

«Non si è proceduto normalmente alle nomine nel Cda della Castellini – ha quindi denunciato Marcello Iantorno, Pd – abbiamo appreso di questa nomina dalla stampa e non sono stati dati gli indirizzi del consiglio».

 

Occupazioni

Giampietro Ajani, Lega, ha chiesto la sistemazione di una strada a Garzola e controlli contro «le persone che vendono materiale contraffatto» in centro, risentito perché «a noi i vigili hanno chiesto subito il permesso di occupazione di suolo pubblico per un nostro gazebo».

 

Baratti

«Chiedo il controllo della determina per la pubblicità sui ponteggi in piazza Perretta» ha detto Luigi Bottone, Autonomia liberale per Como, per il consigliere è assurdo il «baratto» fatto fra affitto dello spazio e la consegna di carta per stampa all’Amministrazione comunale.

 

La sfiducia

Il consiglio si è così insediato al suo completo, mentre giornalisti e pubblico affollavano la Sala consiliare e, solo il pubblico, la Sala stemmi, dove l’assemblea veniva trasmessa in diretta.

La maggioranza si è quasi subito ricompatta sul voto di una questione procedurale contro quanto proposto dalle minoranze (la possibilità o meno di intervenire tra l’ultimo intervento del sindaco e la replica finale del proponente la mozione di sfiducia il capogruppo del Pd Mario Lucini).

Le opposizioni hanno tolto i freni e hanno dismesso del tutto il tentativo di calmierare gli interventi per portare a termine in fretta l’esito della sfiducia. Praticamente tutti hanno preso la parola con una ridda di interventi ognuno puntando l’accento sui temi che più gli stavano a cuore. Franco Fragolino, Pd, ha stigmatizzato i tagli al sociale, il suo compagno di partito Gianni imperiali ha ironizzato sulla Lega dei “padroni in casa nostra” che sottostà alle direttive regionali e nazionali. Di un cambiamento di mentalità e sensibilità, accorso negli ultimi 20 anni, ha parlato Bruno Magatti, Paco, che ha attaccato il dirigismo di cui dà prova l’amministrazione, impermeabile ad ogni suggerimento (neanche critica), succube di un egotismo adolescenziale.

 

Il salvagente per Bruni

 

Sentitosi coinvolto il capogruppo leghista Ajani ha stolidamente affermato che «la Lega rimane fedele all’alleanza con il Pdl (una voce fra il pubblico ha detto «alla cadrega!»). «La consolazione agli attacchi al nostro movimento è che più ne subiamo più aumentano i nostri consensi» ha affermato facendo poi esempi matematici sbagliando clamorosamente le percentuali suscitando grande ilarità anche fra i banchi della maggioranza.

«Lei è il mago Merlino – ha affermato Supino, rifacendosi all’espressione utilizzata nelle sedute precedenti prima da Sapere e poi dallo stesso sindaco – è riuscito a trasformare dei leoni in conigli, un gruppo granitico che si è squagliato al sole» ha aggiunto riferendosi ad Autonomia liberale (poi definito Gruppo Città dei balocchi), di “tarallucci e vino” ha parlato invece Iantorno, mentre per Vittorio Mottola, Pd, si son venduti per un piatto di lenticchie. Curioso invece Andrea Luppi, Pd, «dateci conto delle trattative» ha chiesto. «Date un’occhiata fuori e guardate il disastro che c’è – ha denunciato Mario Molteni, Per Como – i 22 punti dati al sindaco sono il programma di mandato!».

«Spiace sentire questi attacchi al nostro gruppo, abbiamo posto al sindaco problematiche concrete e vedremo cosa ci risponderà questa sera» ha risposto Andrea Anzi, Autonomia liberale per Como, rispedendo al mittente le accuse di incoerenza e di aver preso in giro Consiglio e cittadini. Più articolato il suo capogruppo Piercarlo Frigerio che ha detto di aver cambiato opinione anche per «senso di rispetto verso alcuni colleghi consiglieri» e che si può trattare di una sfiducia rimandata, se Bruni non seguirà le nuove indicazioni con «più umiltà, più dialogo, più passione, più amore».

Votata l’oltranza, all’unanimità, l’assemblea ha potuto proseguire oltre la mezzanotte.

 

Bruni pensiero

Bruni ha così preso la parola prima della replica finale di Lucini con un discorso fiume di quasi 50 minuti (48‘30’’) in cui ha addossato ogni problema ad altri Provincia, Regione, Stato nazionale che fanno tagli ai contributi verso il capoluogo comasco. Al primo cittadino interessa «la prospettiva di quello che si dovrà fare da domani, come e con chi» senza definire il cosa. L’unico accenno di autocritica è quello al mancato raggiungimento di un qualche punto del programma elettorale «chi non fa un programma ambizioso non sbaglia». Anzi il sindaco ha rivendicato il buon operato della sua amministrazione anche per quanto riguarda il sociale «con 1 milione di euro in meno di entrate negli ultimi 3 anni abbiamo speso nel sociale 3,3 milioni in più, risparmiando sui costi della macchina comunale». Risparmi che colpiranno gli stipendi di assessori e segretario generale e varranno la soppressione de il Cittadino «il prossimo numero che uscirà è già stato pagato e sarà l’ultimo, anche se manterremo la testata che potrà magari servire».

Opposizioni in subbuglio per la durata dell’intervento, in testa Supino, dato che gli accordi erano stati altri, ma per il presidente Pastore l’interpretazione delle deliberazioni doveva essere un’altra permettendo al sindaco di prendere tutto il tempo che voleva per lasciar spazio «a una replica succinta di Lucini».

 

La votazione

«Siamo tornati indietro di tre anni e mezzo con un discorso di fine mandato» ha detto il capogruppo del Pd che ha attaccato gli alleati del Pdl e «il sindaco che sta giocando a poker con la città – e ha incalzato contro quelli il cui – vantaggio particolare è più importante di quello della città di Como».

Nelle dichiarazioni di voto, scontata la contrarietà delle minoranze, unica sorpresa l’intervento di Rapinese, che pur di parlare si è dichiarato in dissenso rispetto a Valli, a favore della sfiducia a Bruni, e ha lasciato in sospeso la dichiarazione di voto. Per gli ex cosiddetti “ribelli” Frigerio ha dichiarato l’astensione.

Al voto, palese e a chiamata, solo 14 esponenti delle minoranze hanno votato a favore delle dimissioni del sindaco, 18 esponenti di maggioranza hanno espresso voto contrario e in 8 Autonomia liberale per Como più Rapinese si sono astenuti. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

 

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