Una storia dell’arte italiana

La Collezione Christian Stein sarà esposta dal 12 al 22 maggio al Museo cantonale d’arte di Lugano, via Canova 10

Una esposizione realizzata in coproduzione con l’IVAM di Valencia, la mostra comprende, tra le altre, opere di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pierpaolo Calzolari, Enrico Castellani, Gino De Dominicis, Luciano Fabro, Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Francesco Lo Savio, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Mario e Marisa Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio.

«La Galleria Christian Stein fu fondata nel 1966 a Torino dove iniziò da subito a rappresentare, tra gli altri, quegli artisti che furono poi inscritti nella fortunata denominazione di Arte povera, formulata da Germano Celant. Aprì in seguito, negli anni ottanta, nuovi spazi a Milano e, per qualche stagione, a New York. La Galleria è tuttora attiva a Milano.

In mostra sono presenti circa cento opere selezionate tra le molte, raramente esposte o, al contrario, cedute in seguito ai migliori musei del mondo. Cento opere che evocano e ripercorrono la storia della Collezione Stein, mitica narrazione di un momento irripetibile della storia culturale europea. L’esposizione propone monocromi di Manzoni e Lo Savio, sculture di Melotti, tagli di Fontana, una scultura di Colla, cementi armati di Uncini, “manifesti” di una nuova radicalità, che narrano gli anni cinquanta e sessanta di una Italia intrisa di storia classica e, al contempo, immersa nella contemporaneità del dopoguerra e del boom economico.

Una collezione attraverso cui scoprire l’arte italiana nei suoi aspetti emblematici: l’eredità e le relazioni con le avanguardie storiche, le risposte all’ascesa dell’arte americana, un modo radicalmente diverso, peculiarmente italiano, di guardare alla storia dell’arte e di vivere la cultura dell’epoca. L’esposizione evoca una stagione in cui la visione degli artisti corrispondeva a quella degli allora rari collezionisti, un’epoca nella quale l’intenso incontro con un’opera poteva trasformare una gallerista in collezionista attenta a conservare per le generazioni successive la funzione testimoniale dell’arte.

La mostra offre al pubblico un’occasione per riflettere sul sistema dell’arte, sulle possibili modalità di coltivare una collezione, ma soprattutto propone un percorso tra capolavori di grande vibrazione emozionale e di profondo rigore intellettuale».

 

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