Il Consiglio comunale di Como di mercoledì 11 maggio

 L’ennesima serata buttata a Palazzo Cernezzi. Bloccata su questioni procedurali e di regolamento la discussione sul Bilancio non ha quasi fatto capolino, non è stato votato nemmeno un subemendamento

Andrea Luppi, Pd, ha segnalato la presenza di cartelloni abusivi della Lega a Prestino sugli spazi predisposti per i prossimi referendum e ne ha chiesto la rimozione e la sanzione nelle preliminari al Consiglio comunale di Como di mercoledì 10 maggio, mentre il suo collega di partito Bruno Saladino ha rilevato «il colpo basso, bassissimo, vigliacco» della candidata della destra milanese, Moratti, nei confronti dell’esponente del centrosinistra Pisapia, accusandolo di complicità nel furto di un’auto utilizzata per un sequestro, un’accusa da cui è stato assolto, «in un trasmissione dai tempi contingentati in cui non c’era possibilità di replica». L’autonomista Pasquale Buono ha ricordato il Consiglio dei ragazzi del giorno precedente e ha proposto «per Como città turistica di fare qualcosa sotto il Broletto». Donato Supino, Prc, ha invece attaccato Attilio Briccola, presidente della Compagnia delle opere comasca, schieratosi in difesa della maggioranza consiliare e favorevole alla candidatura a sindaco di Gaddi contro l’ostruzionismo di Rapinese «il problema non è Rapinese ma che questa maggioranza vuole governare senza avere una maggioranza». Presa direttamente la parola il consigliere di Adesso Como si è scagliato contro il Corriere di Como per un altro articolo su di lui «dicono una marea di fesserie e inesattezze».

Subemendamento

Insediatasi l’assemblea dai banchi della maggioranza gli autonomisti hanno difeso il proprio subemendamento alla prima proposta di Rapinese. Paradossalmente hanno chiesto di stralciare l’acquisizione del Politeama dalla Relazione programmatica previsionale, uno dei punti del loro programma, per far sì che con un voto contro palese del Consiglio cadano praticamente tutti gli emendamenti presentati da Rapinese. «È la prima volta che un emendamento viene presentato da chi non intende votarlo!» si è adirato il consigliere della rondine Bruno Magatti, «è irrituale ma è lo strumento che abbiamo per difenderci dall’ostruzionismo» la risposta del’autonomista Andrea Anzi.

Nel frattempo il futuro candidato sindaco di Adesso Como ha pesantemente polemizzato anche sul piano personale con più consiglieri sia di maggioranza che di opposizione in un’aula sempre più caotica. «Il parere degli uffici dice che gli emendamenti dal 15 al 227 non sono ammissibili perché in contraddizione con la Relazione previsionale programmatica» ha ricordato il capogruppo del Pd esterrefatto per la piega presa dalla discussione, mentre venivano chiesti pareri al segretario generale che con tutto comodo rispondeva «con la consueta confusione che mi caratterizza», e dalle fila del suo stesso partito Marcello Iantorno dissentiva e si spendeva perché venissero affrontati gli emendamenti seguito dal collega Vittorio Mottola.

L’acme della serata si è toccata con la dichiarazione di Rapinese di non voler accettare il subemendamento. Una prerogativa data dal Regolamento, «ma non va detto all’inizio della discussione quando il subemendamento viene presentato?» ha chiesto, Mario Molteni, Per Como, che ha lasciato di stucco e contrariato molti consiglieri. Nella più grande confusione il presidente della seduta, Pastore, ha preso tempo mentre alcune urla lo hanno incalzato nella convocazione dell’Ufficio di presidenza, il luogo preposto alle interpretazione regolamentari. Dopo tre quarti d’ora di discussione in separata sede alle 23.30 Pastore è però rientrato in aula senza aver nulla da proporre «stiamo vedendo di capire come risolvere la questione» e ha sciolto la seduta fermandosi con gli altri membri dell’Ufficio per trovare una soluzione. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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