Il Consiglio comunale di Como di lunedì 3 ottobre

Altri due anni, forse, per riavere un lungolago

«Il Palazzetto dello sport è in condizioni indegne» ha denunciato il capogruppo del Pd Mario Lucini nelle preliminari al Consiglio comunale di Como di lunedì 3 ottobre approvando le affermazioni, riportate dalla stampa, dell’assessore Molinari «sull’ipotesi che il Villaggio dello sport di Muggiò sia fuori scala rispetto alla nostra città».

Rigurgiti di riequilibrio

Sulla votazione della seduta precedente sul riequilibrio di Bilancio è invece intervenuto Donato Supino, Prc, che si è difeso da un articolo su L’Ordine, «non sono quello del tanto peggio tanto meglio», spiegando nuovamente i perché del’ostruzionismo con la presentazione di quasi 250 emendamenti e ordini del giorno: la mancata applicazione del deliberato comunale sui trasporti per il prolungamento della linea 6 fino al nuovo Ospedale e l’estensione della validità della durata dei biglietti. Anche Pasquale Buono, Fli, è intervenuto per difendersi dall’accusa di essere definito uno “Scilipoti”, un accostamento lamentato anche dall’autonomista Emanuele Lonetti, così come fatto da La Provincia, dichiarando che il suo voto contrario alla manovra finanziaria del Comune non avrebbe in ogni modo fatto cadere la Giunta.

Grandi mostre

L’assessore alla cultura Sergio Gaddi ha quindi annunciato ai consiglieri il tema della grande mostra 2012 La dinastia di Bruegel, che si terrà dal 24 marzo al 29 luglio, e che «dopo Como avrà una serie di tappe».

Paratie

Insediatosi il Consiglio la discussione è ripresa sulle paratie, una risposta tecnica alle domande poste nella seduta del 19 settembre e nei giorni successivi dai consiglieri comunali su uno degli argomenti più spinosi della politica locale comasca. Poca, anche questa volta, la presenza di pubblico, l’apertura della Sala stemmi e la proiezione in diretta della seduta non è stata necessaria e i cittadini e i tecnici intervenuti si sono accalcati nella Sala consiliare occupando tutti i posti disponibili; tutto tranquillo tranne quando una signora ha esposto un cartello contro i dirigenti comunali premiati per il muro ed è sta invitata a rimuoverlo oltre che identificata dalla polizia locale.

L’ingegner Ferro del Comune ha difeso la società Sacaim «non ha stravolto il progetto originario» anche se ha giustificato i vari intoppi che hanno coinvolto il cantiere dopo le varie modifiche del progetto: «Uno stralcio di qualcosa può far diventare l’opera non funzionale».

Ha presentato quindi un prospetto di quello che era il progetto originario e il suo impatto visivo sul lungolago, tracciato con una riga rossa su quello che è il profilo nell’ultimo progetto attuato. «Anche se non voglio difendere un muro o l’altro» ha ammesso rivolto ai progettisti originari presenti in aula.

Il suo collega Viola è invece entrato più nello specifico ricordando che Sacaim ha finora ricevuto 6,8 milioni di euro (più di 300mila euro di maggiorazione per l’aumento del costo dell’acciaio), e ha un credito nei confronti del Comune di poco più di mezzo milione di euro.

Una precisazione poi sul sistema di panconi per bloccare le piene del lago. Si tratterà di 695 panconi di tipi diversi (alti 40 cm, lunghi, non tutti 298 cm, del peso di 46 kg). Il programma di posizionamento prevede tre fasi di intervento a seconda della piena prevista: Una prima fase di 205 panconi, messa in atto con 5 squadre da 4 operai l’una per la prima fila di panconi; 245 con 4 squadre per la seconda fila con lo stesso numero di operai così come per la terza. I tempi dovrebbero essere 7 ore per la prima fase, 4 per la seconda, 3,5 per la terza, 2 ore per l’approvvigionamento al magazzino per ciascuna fase. I costi preventivati sono di 6mila euro per la prima fase, 3mila per la seconda e 2,5mila per la terza, da raddoppiare per lo smontaggio, a cui vanno aggiunti mille euro per i mezzi d’opera per andare a prendere i panconi in un magazzino comunale in via Bixio, attualmente vuoto. Per la posa dovranno essere pensati degli scivoli, per il momento non ancora progettati, sulla passeggiata per scaricare i camion. La manutenzione di tutta la struttura non ha ancora dei costi definiti, «a suo tempo ci arriveremo» ha detto il dirigente comunale che ha suscitato l’ilarità fra i banchi dell’opposizione e il pubblico, non riuscendo a dare risposte certe neanche sui problemi dei rigurgiti di fogna in piazza Cavour, che si risolveranno forse «fra qualche anno».

Una difesa d’ufficio poi per gli emolumenti ricevuti dai dirigenti 57.780 euro in 7 anni ha dichiarato, meno inps e irpef, «non riusciamo a prenderne la metà», a cui si aggiungeranno 185mila previsti entro la fine dei lavori.

Viola ha ripetuto la tesi del sindaco, la speranza di chiudere i lavori entro 2 anni, e ricordato l’inutilità degli stessi per la difesa della zona dell’hangar per la cui sorte ha decretato un: «non lo so, presumo si allagherà».

La rappresentante della Regione, dottoressa May, ha quindi difeso la necessità dell’opera in toto, sostenendo che i bacini idroelettrici valtellinesi non sono in  grado di contenere eventuali piene: «l’influenza dei bacini è poco del 5-10 per cento».

Dopo il professor Jurina, che ha sostenuto la sicurezza dei panconi che potranno sostenere oltre alla spinta delle acque anche eventuali urti di imbarcazioni, uno dei progettisti originari, Carlo Terragni, ha preso la parola.

«Non aderite alla proposta dei pannelli prefabbricati» questo il monito che Terragni ha detto di aver dato al Comune al tempo della gara d’appalto esprimendo la netta contrarietà all’evoluzione del progetto che aveva contribuito a stilare. «Sono due progetti diversi» ha rimarcato riferendosi a quello proposto allora e quello in attuazione ora infatti ha aggiunto «tutte queste varianti non hanno nulla a che vedere con il nostro progetto».

Una requisitoria dura nei confronti dei tecnici comunali, accusati di avere accantonato i progettisti originari, con anche l’introduzione della magistratura «un soggetto terzo che ha acquisito le carte di cui bisognerebbe vedere i risultati». Una diatriba che si è accesa sugli interventi tecnici da fare nella costruzione del manufatto a lago con interventi con palancole in profondità, così come attuato, o getti di cemento e palancole, come prospettato dai primi progettisti, che ha scaldato gli animi degli interessati fino a poco prima della mezzanotte, quando la seduta, data l’ora, è stata sciolta. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: