Gisella Introzzi: democrazia e partecipazione
Più di cento persone alla presentazione di Gisella Introzzi, candidata alle primarie del centrosinistra, nella chiesa sconsacrata di Borgovico 33 a Como martedì 11 ottobre a Como. Un pubblico folto e rappresentativo di una grossa fetta della sinistra comasca, da esponenti del Pd, tra cui l’ex deputata Rosalba Benzoni all’attuale parlamentare Chiara Braga, la consigliera provinciale Rosangela Arrighi, a rappresentanti del mondo associativo comasco e della società civile, molti gli esponenti dell’esperienza del gruppo Primarie vere per Como, tanti anche i “curiosi” accorsi per ascoltare la proposta politica di Gisella Introzzi.Una outsider della politica comasca che non opera più in città dal 1988 ma che ha deciso ora, dopo essere andata in pensione alla fine di un percorso lavorativo che l’ha vista passare dalla Camera di commercio comasca, al Consiglio di Borsa, ad Unioncamere Lombardia, di impegnarsi in prima persona per un cambiamento in città: «Ci meritiamo di meglio, le vie erano due o le critiche distruttive o impegnarsi in prima persona».
«Squadra che vince non si cambia, ma chi perde in panchina», spiega la candidata ricordando la propria esperienza sportiva nella Comense proponendosi come elemento di discontinuità sia con la destra che ha amministrato la città, ma anche con la classe politica dell’opposizione.
Una motivazione corroborata anche dallo sprone dettato dal dato nazionale sulla partecipazione femminile alla gestione dei Comuni italiani, solo il 10,6 % sono le donne sindaco, la metà della percentuale di presenze in Parlamento.
L’unica esperienza politica precedente è stata nel ‘75 la partecipazione, come indipendente in una lista del Pci, in una Circoscrizione comasca.
Gli obiettivi della candidata alle primarie del centro sinistra una «democrazia e partecipazione effettiva per coinvolgere meglio le intelligenze e i cuori», una buona amministrazione e una migliore qualità del vivere, che nella sua accezione comprende anche le condizioni economiche dei cittadini oltre che le questioni ambientali: «Ogni giorno in Italia vengono cementificati130 ettaridi territorio e questo si è visto anche a Como».
L’obiettivo è di cercare strade mai battute con la creazione di nuove partnership dando fiducia in nuovi rapporti di correttezza creando ponti in un intreccio di nuove relazioni fra quelli che sono stati definiti i soggetti migliori della città.
«Si è rotto un rapporto fra la cittadinanza e la classe politica» ha dichiarato uno dei suoi sostenitori l’ex senatore Luciano Forni che ha ricordato come i comaschi non siano conservatori bensì prudenti sottolineando gli interventi di giunte moderate, Gelpi e Spallino, che hanno plasmato il volto della città a partire dal lungolago, espropriato ai proprietari delle ville, alla pedonalizzazione della Città murata sino agli asili nido e al Centro di via del Doss, passando all’adesione di Como alle Città messaggere di Pace e al Monumento alla Resistenza europea: «Un punto significativo per i giovani per non dimenticare come la democrazia sia nata dalla lotta di Liberazione».
E sull’educazione si è concentrata la professoressa Benedetta Re che ha riportato allarmata il dato «della dispersione scolastica che è al 21,7 per cento in provincia, il doppio di Bari», una situazione su cui è necessario un intervento del Comune anche solo nel coordinamento degli orari dei vari servizi pubblici e nella promozione della Banca del tempo.
Di partecipazione alla vita politica della città ha parlato invece Danilo Lillia citando l’impegno di Primarie vere per Como per la nascita di un percorso di scelta del candidato veramente libero che dovrà articolarsi dopo le elezioni in un nuovo modo di rapportarsi fra Comune e cittadino con il potenziamento delle varie forme di associazionismo. Un tema caro a Salvatore Amura, direttore dell’Accademia “Galli”, che ha dichiarato che contrariamente a quanto l’attuale Amministrazione pensi la «cultura sia uno strumento strategico di sviluppo e trasformazione della città, un autentico cibo che si mangia e ci dà da mangiare». Per questo «bisogna rimettere Como al passo con le altre città europee» e si è trovato d’accordo sul fatto che i comaschi in realtà non siano conservatori avendo appunto un’apertura europea data la posizione della città e i legami che la coinvolgono in un panorama non grettamente provinciale.
Per ultimo l’ospite milanese, il costituzionalista, Valerio Onida ha sostenuto la candidatura dell’unica donna delle primarie sottolineando l’importanza della ricostruzione di un sentire comune e di una convivenza comune, di cui la Costituzioneè garante, «troppi attendono un leader o un deus ex machina», per questo ha presentato la propria associazione Città Costituzione che si propone di stimolare una maggiore partecipazione alla vita politica soprattutto dei giovani.
La presentazione, intrammezzata da interventi musicali, come dichiarato sin dall’inizio, non ha avuto un dibattito, la possibilità di interloquire con la candidata verrà data in un prossimo incontro già giovedì 20 ottobre. [Michele Donegana, ecoinformazioni]