Il consiglio comunale di Como di lunedì 21 novembre
Palazzo Cernezzi si sfila da Villa Erba, approva la ricapitalizzazione ma non ci mette un euro, e boccia Porto Marina. Mottola lascia il Pd
Preliminari
Nelle preliminari al Consiglio comunale di Como di lunedì 21 novembre Alessandro Rapinese, Adesso Como, ha denunciato la trascuratezza dell’Amministrazione nella gestione del Campo Coni e dei suoi spogliatoi, recentemente funestati da una serie di furti, mentre Giampiero Ajani, Lega, ha chiesto di controllare la struttura della ex Baden Powell per paura che qualche senza tetto sia tornato ad installarvisi. Contro il circo a Muggiò si è intervenuto Pasquale Buono, Fli, «il quartiere è ingolfato di eventi», mentre Marco Butti, Pdl, ha chiesto l’utilizzo delle hostess e degli steward di Shopping Como per chiedere le adesioni ai commercianti per le luminarie natalizie, e Mario Molteni, Per Como, ha nuovamente domandato chi ha concesso una convenzione all’Amministrazione provinciale per i posteggi dei suoi dipendenti.
Rifiuti
«Quando si farà la terza gara per l’appalto dei rifiuti?» ha chiesto invece con forza Bruno Magatti, Paco, che era riuscito a far approvare quasi all’unanimità una delibera che introdurrebbe una vera raccolta differenziata anche a Como, a lui si è aggiunto il consigliere democratico Andrea Luppi che ha rilevato la magra figura del capoluogo proprio nella Settimana europea per la riduzione dei rifiuti.
Decreto sviluppo
«Non corrisponde a realtà che la Regione non volesse ricondurre al Consiglio i Piani attuativi così come ci avevate detto» ha affermato Mario Lucini, Pd, citando le norme interpretative del Decreto sviluppo della Regione che riconducono al Consiglio la decisione sui Piani attuativi in deroga allo strumento urbanistico. Una interpretazione diametralmente opposta a quella data dal Comune di Como che ha avocato alla Giunta tale prerogativa e approvato così alcuni Piani (1; 2) senza farli discutere dall’Assemblea cittadina.
Tralicci
Roberta Marzorati, Per Como, ha quindi annunciato la fine di una battaglia vinta con la chiusura di un sentiero al confine con il territorio del Comune di Blevio, dove un solo ripetitore emette troppe radiazioni elettromagnetiche, ed è ritornata sul Monte Goi: «Siamo sicuri che con 61 impianti si stia soto i 20 volt/metro quando solo uno può ampiamente superarli?».
Abbandoni
«Non voglio star qui a spiegare in due minuti – ha dichiarato Vittorio Mottola annunciando l’abbandono del Partito democratico e l’ingresso nel Gruppo misto – ma non ci sono più le condizioni per un riscontro di dee nel partito». Il Gruppo misto è così diventato il secondo e più variegato gruppo per importanza a Palazzo Cernezzi con otto componenti.
Ca’ d’industria
Alla fine di tutti gli interventi il sindaco Stefano Bruni ha dato i nomi dei rappresentanti eletti nel Consiglio di amministrazione della Ca’ d’industria, incontrando la piena soddisfazione dei consiglieri, pocanzi era stato sollecitato in tal senso da Lucini, Luppi e Donato Supino, Prc.
Villa Erba
Insediatosi il Consiglio è subito fallito il tentativo di Molteni per invertire l’ordine dei lavori e affrontare al posto della ricapitalizzazione di Villa Erba la discussione sugli Abbondini, mentre una piccola protesta è stata inscenata all’ingresso dell’aula, con la distribuzione di alcuni volantini del Comitato Villa Erba aperta, per l’apertura appunto del parco della stessa ai cittadini e contro il progetto di Porto Marina.
Il sindaco ha quindi spiegato la delibera ai presenti. Sostanzialmente il centro espositivo non verrà più lasciato in gestione a Fiera Milano, ma verrà amministrato direttamente da Villa Erba Spa. Pesano ancora i debiti fatti negli scorsi anni ma il nuovo amministratore delegato Jean Marc Droulers vuole arrivare a raddoppiare quasi i fatturati annui con un piano di rilancio che prevede una ricapitalizzazione da parte dei soci della società.
«Dobbiamo ricostruire il modus operandi, creare nuovi rapporti con i fornitori – è entrato più nello specifico lo stesso Droulers intervenuto all’Assemblea – fare una rinegoziazione di tutti i contratti» oltre ad una ristrutturazione della stessa struttura, in particolare del padiglione espositivo dove si vorrebbe creare una cucina per poter dare un servizio di catering, che ora si può attrezzare solo nella Villa.
Molte le domande di chiarimento fatte dai consiglieri dalla effettiva pertinenza della partecipazione del Comune alla società, posta da Massimo Serrentino, Pdl, a cui ha risposto favorevolmente il segretario generale Fabiano, al fatto che la struttura sia meno ipotecata, domandato da Rapinese, dei mutui sono stati fatti a partire dal 1990, il debito comunque ammonta a ben 7,6 milioni di euro.
Molte le perplessità fra i banchi delle minoranze, fra gli altri netta la contrarietà del socialista Vincenzo Sapere «è la decima volta che ci chiedono un aumento di capitale e che ci parlano di piani che porterebbero ad un risanamento del bilancio di Villa Erba», «abbiamo già dato abbondantemente» gli ha fatto eco Bruno Magatti, Paco. Alcuni si sono poi scagliati contro la tempistica con cui è stata presentata la delibera, che ha bypassato la commissione competente ed è passata davanti a molte altre, anche se si sarebbe potuto farle seguire un iter normale.
Una discussione che arrivata alla mezzanotte a portato a votare il prosieguo ad oltranza della seduta che si è arenata per una mezzora a mezzanotte e mezza per la scrittura da parte dei proponenti e i pareri degli uffici per alcuni emendamenti.
Scompaginate del tutto maggioranza e minoranze al momento del voto sugli emendamenti e l’ordine del giorno.
La prima proposta di maggioranza, per andare all’assemblea dei soci condividendo la ricapitalizzazione ma senza metterci soldi data la stretta finanziaria per il Comune è stata approvata da Lega, Pd e Pdl, mentre le altre minoranze hanno votato contro perché nella loro interpretazione l’adesione a questa proposta avrebbe anche portato alla condivisione del progetto di Porto Marina.
Palazzo Cernezzi avrebbe dovuto pagare 254mila euro per mantenere la propria quota dell’8,48 per cento, e scende quindi al 7,31 per cento del capitale sociale. Una scelta minimizzata dallo stesso sindaco che ha assicurato che la parte non coperta dal Comune verrà messa dalla Camera di commercio comasca.
Bocciata poi per un voto la proposta di Rapinese della creazione di un percorso vita all’interno del parco, così come non ha avuto successo anche l’altra sua proposta di accollare a Villa Erba Spa le eventuali ipoteche sugli immobili di proprietà pubblica.
Quasi tutti d’accordo, con qualche astensione, con lo stralcio dalla delibera di ogni riferimento al Progetto di Porto Marina e all’ordine del giorno per l’apertura del parco alla fruizione i cittadini.
Poco dopo la una e mezza la delibera è stata così approvata con i soli voti del Pdl, l’astensione del Pd, e i voti contrari di tutti gli altri, ma non ha goduto dell’immediata eseguibilità, non approvata, dato il fuggi, fuggi generale verso casa da parte dei presenti. [Michele Donegana, ecoinformazioni]