I diritti figli dei valori

Well-fare: ovvero “fare bene il bene” è il titolo del convegno tenutosi il 18 febbraio presso il Centro Pastorale “Cardinal Ferrari” per iniziativa delle Acli di Como e in cui il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, ha riaffermato la centralità dei diritti sociali nell’impegno dell’organizzazione di ispirazione cristianaNel suo intervento a conclusione dei lavori della mattinata, e poi ancora nella conferenza stampa, il giovane presidente delle Acli ha sottolineato l’importanza dei diritti nella costruzione di un autentico sistema di cittadinanza e di democrazia. Sollecitato da una nostra domanda sullo “slittamento semantico” dai “diritti” ai “privilegi” che da qualche tempo caratterizza i discorsi dei governi da Berlusconi a Monti, quasi che i diritti fondamentali fossero un “di più” da sottomettere alle leggi del mercato, ha infatti approfondito il discorso sul lavoro delle Acli a difesa di una “umanità” intesa in senso complessivo, in cui ha un ruolo essenziale proprio la coscienza che alcuni diritti sono collettivi, e non semplicemente la somma di quelli individuali.

Olivero ha organicamente analizzato anche i rapporti col governo; “una forte interlocuzione”, ha detto, che non nasconde i molti elementi di dissenso. Intanto una serie preoccupazioni sui tagli nel settore dell’assistenza: “tagli miopi” che ottengono rispermi ridotti e che provocano al contrario danni altissimi. Basti pensare al servizio civile non più finanziato o alla riduzione delle politiche sociali con la chiusura di molti servizi sul territorio – gestiti proprio dalle organizzazioni del Terzo Settore – che hanno avuto la conseguenza di aumentare il ricorso alle strutture dello Stato, come i servizi ospedalieri, così da incrementare di fatto i costi invece che ridurli. Oppure all’accantonamento del tema della formazione, che per la conseguente riduzione dell’offerta formativa ha avuto un impatto grandemente negativo sul mondo del lavoro. Un rapporto che i diversi livelli governativi che le Acli hanno condotto in un clima di forte unitarietà con le altri organizzazioni del Terzo Settore, che Olivero ha tenuto a sottolineare, senza nascondere – ovviamente – la diversità di ispirazione e di sentimenti in un mondo che mette fianco a fianco la Compagnia delle Opere e l’Arci o l’Auser (ovvero – come ha detto Olivero con un battuta – un mondo “che va da CL alla CGIL”).

All’interno di questo quadro generale si situano quei settori che le Acli indicano come prioritari e per i quali avanzano proposte puntuali: il contrasto alla povertà assoluta, il sostegno per chi non gode dell’autosufficienza, il sostegno alle famiglie, il sostegno ai giovani lavoratori. Proposte che tengono conto delle difficoltà economiche attuali (sarebbe sciocco il contrario) ma che chiedono che negli interventi di riduzione degli sprechi si integrino forti elementi di valutazione delle priorità e del rapporto tra costi e benefici.

Si chiarisce così il titolo del prossimo congresso nazionale delle Acli “Rigenerare comunità per ricostruire il paese” (il percorso di avvicinamento al quale è già iniziato: a Como il 25° congresso provinciale si terrà l’11 marzo sempre al Centro Pastorale “Cardinal Ferrari”). Le Acli intendono contribuire a questo processo costruendo una rete di socialità (anche migliorando il proprio modello organizzativo e di rappresentanza), operando nel territorio con efficacia e avanzando proposte politiche per il mondo del welfare sempre accompagnate da iniziative concrete. [Fabio Cani – ecoinformazioni]

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