Confcommercio contro Tremezzina

Imposta di soggiorno e sagre: «Continua l’atteggiamento dei sindaci dell’Unione dei Comuni della Tremezzina di completa assenza di dialogo»

«Dialogo che l’Associazione ha più volte ricercato per trovare una soluzione condivisa ma i sindaci dell’Unione Comuni della Tremezzina non hanno mai dato la loro disponibilità in questo senso – affermano dalla Confcommercio Como –. Ha ragione Whieldon Ross [vicepresidente dell’Associazione degli albergatori] a sottolineare come in altre località turistiche come il lago di Garda non sia stata introdotta l’imposta di soggiorno, che l’Associazione ritiene un balzello vessatorio e pericoloso in un momento di crisi».

«L’Unione Comuni della Tremezzina non ha voluto accettare la nostra collaborazione – si lamenta l’associazione del commercio – e non solo non ha ricercato un dialogo con l’Associazione, ma ha emanato un regolamento che, all’art. 3, definisce l’albergatore “come soggetto responsabile della riscossione” della tassa di soggiorno».

Un balzello ancor più gravoso per gli albergatori avendo già preso gli accordi economici con i tour operator.

«Il nostro rammarico è la totale assenza di dialogo e l’adozione di misure senza una preventiva consultazione – afferma Roberto Cassani, presidente Associazione albergatori –. Tra l’altro la posizione contraria dell’Associazione è supportata da una sentenza del Tar della Toscana che ribadisce come l’albergatore “non può” fungere da sostituto d’imposta».

«Non si capisce dunque perché l’Unione dei Comuni della Tremezzina insista in questa direzione – prosegue Cassani che rivendica –. Gli amministratori devono capire che la ricchezza del territorio la creiamo noi. Non devono tirare troppo la corda».

Altro tasto dolente è il calendario delle sagre: «È stato chiesto più volte un incontro con gli amministratori e proposto un regolamento, ma Confcommercio non è stata contattata».

«Ancora oggi noi il calendario non lo conosciamo – dichiara Augusto Galli, titolare del Crotto La Sorgente – non possiamo che rilevare come anche su questo fronte ci sia assoluta mancanza di dialogo. Le sagre fanno concorrenza sleale. Oltre al regime forfettario a cui sono soggette che è già di per sé un’agevolazione ingiustificata, chi organizza sagre non è tenuto a tenere bilanci a norma di legge».

Ma Confcommercio Como precisa di non essere «contro le sagre “tout court”, anzi rispetta e sottolinea l’importanza delle sagre  storiche e tradizionali, ma è assolutamente contraria al proliferare di tutte quelle sagre improvvisate che danneggiano i ristoratori e costituiscono concorrenza sleale dei confronti dei pubblici esercizi locali». [md – ecoinformazioni]

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