Con la pioggia per il diritto al lavoro

Sotto la pioggia almeno 500 persone hanno sfilato la mattina del 1° maggio a Como partecipando alla manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil. All’arrivo in piazza Cavour  si è svolto il comizio con gli interventi di Michele Barresi (segretario Uil di Como), Alessandro Tarpini (segretario della Camera del Lavoro di Como) e Gigi Petteni (segretario generale Cisl Lombardia). La manifestazione si è chiusa con l’esibizione della Banda cittadina della città di Como. Il concerto previsto nel pomeriggio è stato annullato per il maltempo. Guarda la galleria delle foto di Fabio Cani, i video dell’apertura con la prima parte dell’intervento di Michele Barresi, intervento di  Alessandro Tarpini, intervento di Gigi Pettenichiusura musicale della Banda.

«In un momento così difficile per i lavoratori, vogliamo dedicare questo primo maggio ai giovani, a chi non si rassegna». Michele Barresi, segretario provinciale Uil, ha salutato dal palco l’arrivo del corteo in piazza Cavour. La manifestazione, organizzata in modo unitario dai tre sindacati confederali, ha visto la partecipazione di diverse centinaia di persone, sfilate per le vie di Como nonostante la pioggia incessante. «La crisi impone un cambiamento della politica – ha concluso Barresei – l’equità sociale e l’occupazione devono tornare al centro dei discorsi». Il microfono è passato poi ad Alessandro Tarpini, segretario Cgil Como, che ha rivolto il primo pensiero «a chi ha combattuto il nazifascimo, a chi ci ha consentito di vivere in una nazione libera». E ancora:«il primo maggio è un giorno di festa ma anche di lotta. La nostra solidarietà va ai lavoratori del commercio, obbligati a lavorare 364 giorni all’anno, ai lavoratori della Pontelambro, della Sisme, della Mectex e di tutte quelle aziende che stanno passando momenti difficili». La crisi in Italia, secondo Tarpini, ha precisi responsabili: «La finanziarizzazione dell’economia, negli ultimi 4 anni, ha gettato milioni di persone nella povertà. In Italia il governo Berlusconi non ha fatto nulla per opporsi. Su di loro il nostro giudizio è senza appello». Una crisi che per essere superata ha bisogno di cambiamenti radicali: «il 10 % delle persone possiede il 52% di ricchezze. Cosa si aspetta a fare una patrimoniale? Cosa si aspetta a fare un prelievo forzoso sui capitali portati all’estero? Sarebbe un segnale forte di equità. La crisi si supera con una gigantesca redistribuzione dei debiti, non con licenziamenti più facili. Si supera ripensando l’idea stessa di crescita, che deve essere legata a doppio filo con la parola felicità. Si supera con più politica». Politica che deve tornare a essere portagonista della vita del paese: «i partiti devono fare il proprio dovere. Il rischio è la demagogia, il populismo. L’Italia ha bisogno di più partecipazione, più democrazia e più altruismo. Ai candidati sindaco presenti oggi in corteo chiediamo di rimettere il lavoro al centro della vita politica locale.» In questi anni a Como – ha concluso Tarpini – Cgil Cisl e Uil hanno contribuito a mantenere un bene prezioso, la coesione sociale. Si sono concentrati su quello che le unisce, rispettando le diversità e non pretendendo di essere uguali.»

 Gigi Petteni, segretario Cisl Lombardia, ha preso la parola per l’intervento finale: «Oggi siamo qui per dire parole forti contro l’iniquità e l’ingiustizia sociale, per mostrare che dalla crisi si esce assieme, non divisi» Petteni ha toccaro l’argomento degli esodati: «si è intervenuti a occhi chiusi, niente è stato fatto per questi lavoratori in mezzo al guado. Servono meno tasse per chi le ha sempre pagate. Se ci sarà meno reddito, ci sarà più povertà. Non è sufficiente indignarsi, riempire le piazze – ha concluso il segretario, citando Don Luigi Ciotti – l’ etica individuale è la base di tutto, ma per fermare il mercato delle “false” speranze bisogna trasformare la denuncia dell’ ingiustizia in costruzione di giustizia». [Andrea Quadroni, ecoinformazioni]

 

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