La crisi globale nell’interpretazione di Mauro Magatti
Davanti a un pubblico attento è stato presentato nella serata di giovedì 7 giugno alla Libreria Feltrinelli di Como il nuovo saggio di Mauro Magatti, sociologo ed economista, docente all’Università Cattolica di Milano, intitolato “La grande contrazione”, edito da Feltrinelli e centrato sul tema della crisi di questi anni.
Con la collaborazione di Diego Minonzio, direttore del quotidiano “La Provincia”, che gli ha fatto numerose domande, l’autore ha raccontato molti aspetti del nuovo libro, che affronta non solo temi economici ma anche politici.
Infatti il punto di partenza per spiegare la crisi, iniziata nel 2008 e che durerà – secondo tutti gli analisti – almeno fino al 2013, è secondo Magatti la “crescita delle libertà”: la combinazione dell’accrescimento delle condizioni di libertà individuale (ragionevole affermazione dei diritti di cittadinanza, pluralismo culturale, benessere economico generalizzato) è ciò che ha generato la crisi che chiude, in un certo senso, la stagione di espansione iniziata con la fine degli anni sessanta. La crisi è ovviamente una crisi del modello di sviluppo (ma secondo Magatti il capitalismo non è al suo capolinea, anzi “ha davanti a sé ancora qualche secolo di opportunità”); e, nonostante il fatto che negli ultimi trent’anni si sia assistito a una straordinaria riorganizzazione del capitalismo, non si è ancora riusciti a portare “a regime” le diverse spinte. In particolare lo sviluppo delle libertà individuali ha portato in primo piano la “volontà di potenza” di milioni di persone, cui gli stati – proprio per i loro caratteri intrinseci – faticano a rispondere, a differenza del mercato che ha maggiore elasticità.
I tre focolai della crisi attuale riguardano gli aspetti tecnico-finanziari, il depotenziamento dei corpi sociali, la crisi energetica. Se sul primo si sono maggiormente spese le analisi dei mezzi di informazione, gli altri due sono meritevoli di un migliore approfondimento: il rapporto tra individui e corpi sociali è secondo Magatti un elemento di criticità molto forte della fase attuale; e la crisi energetica è da intendersi non solo in termini ambientali, ma anche in termini individuali, poiché così come ci sono obiettivi limiti allo sfruttamento dell’ambiente, ci sono anche limiti all’attività delle singole persone.
In una serata molto densa di questioni (Magatti ha affrontato ripetutamente versanti molto diversi della sua analisi, da quelli economici a quelli filosofici e storici) e quindi molto difficile da riassumere, le ultime battute sono state dedicate ai compiti che secondo l’autore attendono la società per affrontare la crisi attuale. E qui non manca di stupire il richiamo al ruolo fondamentale della politica e della religione; in controtendenza rispetto alla sbornia di antipolitica e all’aspirazione a una piena laicità, Mauro Magatti sottolinea che il ruolo della politica resta fortissimo (gli stati protagonisti di questa fase – Usa, Cina, Brasile – “fanno politica”, è la politica europea che è in profonda crisi) e che la religione ha un’influenza profonda sugli atteggiamenti sociali (molte delle differenze economiche tra l’area mediterranea e quella centroeuropea possono essere spiegate proprio con il ruolo della chiesa cattolica), per questo entrambe devono essere pienamente recuperate per poter far fronte in modo efficace alla crisi. [Fabio Cani, ecoinformazioni]