Misure concrete per la legalità.

Nella sera di lunedì ventinove ottobre a Fino Mornasco si è svolto un consiglio comunale aperto alla cittadinanza, avente per oggetto Gravi fatti di cronaca riportati dalla stampa locale. Richiesta di convocazione da parte di un quinto dei consiglieri. I consiglieri sono stati tutti presenti, sessanta i cittadini partecipanti, tra i quali anche i sindaci di Casnate Con Bernate, Cermenate e Rovello Porro, e membri di associazioni locali, come Mauro Oricchio del coordinamento comasco per la Pace e Alessandro De Lisi, responsabile del progetto San Francesco. Un consiglio comunale durato tre ore, molte le polemiche tra i consiglieri, ma anche le proposte concrete di contrasto all’illegalità emerse dalla discussione.

Negli ultimi mesi sono state fatte minacce al sindaco Giuseppe Napoli, ad assessori e a consiglieri del comune di Fino Mornasco. «Questo consiglio comunale vuole cercare soluzioni concrete, perché il reiterarsi di minacce tra gli amministratori è allarmante» ha detto il sindaco Napoli. «Bisogna fare rete».

La discussione inizialmente ha indugiato su questioni politiche interne al consiglio comunale di Fino Mornasco, e si sono accese polemiche riguardo alla «spettacolarizzazione della politica», di cui secondo il consigliere comunale Tagliabue si sono serviti i membri della maggioranza, enfatizzando le minacce danneggiando così l’immagine del Comune. «Sentendo questa discussione provo un certo imbarazzo – ha detto Mauro Roncoroni, sindaco di Cermenate – non servono ora polemiche politiche, bisogna fare rete per arginare il fenomeno malavitoso, anche tra comuni, perché nessuno dei nostri comuni ne è indenne. Questo vuole essere un lavoro per sottolineare la parte sana e viva che è presente nel nostro territorio. Tuttavia – ha continuato – non vogliamo limitarci a discutere, servono misure concrete. L’incontro che si è svolto sabato  tredici ottobre tra i consiglieri dei comuni che hanno aderito al progetto San Francesco è servito proprio a questo». Il progetto San Francesco, infatti, è un’associazione che si occupa di promozione della legalità e di antimafia, e il comune di Fino Mornasco vi ha da poco aderito. Alessandro del Lisi, direttore del progetto, è intervenuto durante la serata, precisando che «Fino Mornasco non è una “capitale oscura”, è infatti ricca di persone oneste. Può diventare capitale di un rinnovamento» Chiediamo che divenga obbligatoria la certificazione antimafia per tutti i soggetti coinvolti negli appalti. Questo non significa allontanare gli imprenditori, ma chiedere agli imprenditori onesti di venire a lavorare nel paese». Anche per il sindaco Napoli mettersi in rete è fondamentale. «Bisogna stare attenti, non sono solo i grandi appalti che attirano la mafia. Questo è un momento di crisi, ma nel territorio lombardo non ci sono solo imprenditori che si rivolgono alle organizzazioni mafiose perché sono con l’acqua alla gola, ma anche imprenditori che si accordano con la criminalità organizzata per incrementare i propri profitti. È importante mettersi in rete per meglio arginare questi fenomeni».

 Al termine della discussione sono state approvate all’unanimità proposte per il contrasto all’illegalità, tra le quali la trasparenza degli atti amministrativi per le opere di interesse pubblico, la valorizzazione di progetti di educazione alla legalità, la creazione di un distretto antimafia del comasco, l’istituzione di un pool di segretari comunali e l’introduzione del software Sciamano, già sperimentato in Liguria, che permette di monitorare il cantiere, incrociando i dati di fornitori, mezzi ditte appaltatrici e operai presenti in cantiere.

 Il comune ha deciso anche di sostenere il progetto, Uni amiamo l’italia in Vespa e libertà un viaggio contro tutte le mafie, che tra il ventiquattro aprile e il primo maggio cercherà di unire idealmente l’Italia, e che si concluderà a Palermo. [Matilde Aliffi, ecoinformazioni]

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