Proximum Est
Mostra del vincitore di CoCoCo 2012, Massimiliano Gatti, a S. Pietro in Atrio in via Odescalchi 3 a Como, aperta fino al 9 dicembre martedì a domenica dalle 14.30 alle 18.30, chiuso lunedì. Ingresso libero. Inaugurazione venerdì 9 novembre alle 17.30
«Massimiliano Gatti (Voghera, 1981) è stato scelto tra oltre 400 candidature – spiega una nota del Comune di Como – L’opera premiata, Peta, presenta una serie di 10 fotografie che ritraggono gli strumenti del lavoro del padre farmacista, così come li vedeva l’artista da bambino, persi nel bianco dello sfondo, senza contorni definiti».
È l’ultima fase del concorso Como Contemporary Contest 2012, dopo l’esposizione a Roma e la mostra dei finalisti a Como.
«L’esposizione dal titolo Proximum est, a cura di Gigliola Foschi, presenterà alcune opere recenti (video e fotografie) di Massimiliano Gatti, realizzate tra Siria e Iraq – prosegue lo scritto –. Tali opere ci mostrano paesaggi, ritratti e dettagli architettonici per invitarci a riflettere sul complesso rapporto che ci avvicina e ci allontana dal Medio Oriente».
«Fotografo principalmente paesaggi paesaggi a cui cerco di dare una dimensione sociale e politica, evocando il contesto in cui sono inseriti, che rimane fuori campo ma si intuisce. Mi piace pensare che fuori dalla mia foto ci sia una scena: non la vediamo, ma c’è. Ed è la scena che io stesso sto vivendo in quel momento, in cui sono immerso – precisa Gatti nell’intervista di Emma Gravagnuolo in catalogo –. Spesso, come per i lavori legati al Medio Oriente, sto a lungo in un posto, mi inserisco nel contesto. Faccio fatica a fare foto di qualcosa che non conosco davvero, con un po’ di profondità».
«Tra le opere in mostra – conclude la presentazione –, quelle tratte dalla serie Rovine (2008) presentano la grandiosità dell’antica e potentissima città-emporio di Palmira; quelle di Limes (2011) ritraggono le finestre di alcune case abbandonate che fungono da mirino fotografico, quasi fosse una cornice naturale inserita nel paesaggio. L’invisibile dentro (2012) riprende frontalmente, una dopo l’altra, una serie di finestre chiuse da fitte grate metalliche, decorate con semplici motivi geometrici. Di segno in apparenza opposto sono le immagini che compongono la serie Spectrum (2011) in cui Gatti fotografa alcuni abitanti della Siria usando luci decise, contrastate e quasi caravaggesche. Giocosa, ma anche acuta, è la recente Terra promessa (2012) con colorate mappe del Medio Oriente, su cui stanno appoggiati ora un taccuino, ora una tazza da tè: piccoli oggetti appartenenti all’autore che invitano a viaggiare in territori lontani».
«Sempre con il suo tocco leggero, Gatti crea una serie di immagini paradossali al contempo seducenti e respingenti, giocose e sottilmente terribili – scrive Gigliola Foschi –. Tutte le sue opere non vanno quindi solo viste, chiedono di essere vissute come esperienze che interrogano anche noi stessi e il nostro rapporto con il mondo. Il suo è infatti un pensare per immagini, non solo un vedere».
Per informazioni tel. 031.252352, e-mail cultura@comune.como.it, Internet www.culturacomo.it. [md – ecoinformazioni]