Centro e sinistra per ricostruire la Lombardia

primarie lombardiaIl popolo del centrosinistra  ha riempito completamente mercoledì 12 dicembre l’Aula Magna del Politecnico di Como per il confronto tra i candidati alle primarie del Patto civico per le elezioni in Lombardia. L’incontro, coordinato da Fausto Tagliabue e animato da domande della stampa locale ai candidati, ha messo in luce la competenza e la capacità di rappresentare anche le posizioni delle sinistre di Andrea Di Stefano, la solidità delle argomentazioni e la particolare attenzione ai temi della legalità di Umberto Ambrosoli, la determinazione nella difesa della sanità pubblica e del diritto alle pari opportunità di Alessandra Kustermann. Il resoconto dell’iniziativa che è stata aperta dagli interventi dei sindaci di Lecco e Como.

Una sala gremita, più di 400 persone, ha accolto il confronto fra i tre candidati alle primarie del centrosinistra per le prossime elezioni in Regione Lombardia per le province di Varese, Como, Lecco e Sondrio.

Un dibattito a più voci fra Umberto Ambrosoli, Andrea Di Stefano e Alessandra Kustermann con le domande di quattro giornalisti delle più conosciute testate del territorio, introdotto dai sindaci di Como e Lecco, fra i promotori delle primarie regionali.

Molte le affinità fra i candidati che si confronteranno alle urne sabato 15 dicembre dalle otto del mattino alle otto di sera, ma con sensibilità e sfumature differenti.

Per un maggiore coinvolgimento dei cittadini con la politica ognuno ha la propria soluzione un «Bilancio partecipato e Osservatori sulla legalità» per Di Stefano, «ritorno al proprio lavoro» dopo il “prestito” alla politica per segnare una discontinuità per Kustermann, un maggiore rigore e trasparenza con ad esempio «l’applicazione dei bandi europei per le nomine nelle partecipate» per Ambrosoli.

Sul trasporto pubblico, tema caldo dopo i disagi causati da Trenord, sono maggiori le differenze. Kustermann vorrebbe più concorrenza, «sana, come fra i Italo e Trenitalia», Di Stefano è per il ribaltamento del concetto di mobilità, e ha portato l’esempio di Amburgo dove si sta sviluppando una mobilità elettrica, Ambrosoli ha proposto investimenti per un rinnovo del materiale rotabile e la sistemazione delle stazioni.

Se dovessero prendere in mano la gestione della Regione gli esponenti del centrosinistra vorranno cambiare la struttura di comando. Bisogna «rompere cupole di potere gestite dai soliti sogetti, spesso della Compagnia delle opere» per Kustermann, Di Stefano, sottolineando la differenza fra Comunione e liberazione e il suo organismo economico, vuole che si applichi la Legge Bassanini per i bandi pubblici, mentre per Ambrosoli è necessario «cambiare 4 o 5 punti chiave» e «premiare il dissenso premiare chi ha il coraggio di dire no».

Per l’avvocato sulla sanità invece servono «regole e controlli uguali per pubblici e privati», per non arrivare a situazioni come quella del S. Raffaele, «in questo settore il mercato non funziona e non può funzionare» ha detto invece il direttore di Valori, che ha ricordato come l’ospedalizzazione della sanità ha portato ad avere sul territorio lombardo la metà degli ambulatori della media nazionale. «È stata distrutta la medicina territoriale» ha sottolineato la dottoressa Kustermann annunciando l’intenzione di una controriforma contro la strutturazione fomigoniana della sanità lombarda per tornare a investire sulla prevenzione.

Netta è la contrarietà ad un ulteriore consumo di suolo da parte di tutti e tre i candidati che hanno individuato nella ristrutturazione dell’esistente e recupero delle aree industriali dismesse il futuro del settore edilizio, «anche perché il 50 per cento del denaro riciclato viene indirizzato in imprese edilizie che si occupano di nuove edificazioni – ha detto il figlio del commissario liquidatore della Banca privata italiana assassinato nel 1979 – le mafie non hanno l’esperienza per intervenire nel comparto delle ristrutturazioni».

Tutti preoccupati sulle grandi opere lombarde, in primis il futuro dell’aeroporto di Malpensa, da rivedere all’interno di una rivisitazione del sistema aeroportuale del Nord Italia, per cui sono contrari all’edificazione della terza pista. Differenze al contrario sul futuro della Pedemontana. Per Ambrosoli i cantieri aperti vanno chiusi, mentre Di Stefano è timoroso per un probabile fallimento dell’azienda e Kustermann vorrebbe uno sviluppo, magari in joint venture con i privati, di nuove tratte ferroviarie.

Un maggiore intervento pubblico per la dottoressa che dovrebbe svilupparsi anche «per una scuola pubblica di qualità», con una migliore intesa fra scuola e mondo del lavoro, per una maggiore capacità di rispondere alle esigenze del secondo e lottare contro la disoccupazione giovanile. Un problema bruciante per Di Stefano, ora che in Lombardia 2 milioni di abitanti vivono sotto la soglia di povertà, per cui propone un Reddito minimo garantito (da recuperare con la lotta all’evasione all’Irap), che si è detto pure nettamente contro il sistema dei Dote scuola e per il recupero dell’edilizia pubblica. Più cauto Ambrosoli che ha dichiarato la necessità del mantenimento di contributi per le scuole dell’infanzia «in provincia di Como ci sono 125 strutture pubbliche e 145 private». [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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