Sapore di Libertà a Cantù
La pizza che è stata mangiata domenica 17 febbraio a Cantù aveva un sapore particolare. Il sapore della vitamina L, la vitamina della legalità, presente nei suoi ingredienti, prodotti sui terreni confiscati alle mafie. La serata è stata organizzata da un gruppo di ragazzi di Cantù, che stanno lavorando per la costruzione di un presidio di Libera del comune, in collaborazione con il coordinamento provinciale di Libera Como per promuovere la campagna di tesseramento dell’associazione. Guarda il video dell’iniziativa.
«La presenza mafiosa anche al nord sta crescendo. A Cantù nasce questo interesse per fare Libera perché questo non è un territorio immune – ha detto Matteo Mascheroni, portavoce del gruppo – l’ obiettivo della serata è quello di far conoscere l’associazione e informare i cittadini che vorremmo unire le forze per creare un presidio a Cantù».
Tanti i colori, e i partecipanti, che si sono riuniti al circolo Arci Mirabello, la sala gremita, tanto che si è dovuta aggiungere qualche sedia per fare spazio a tutti. Tra di loro anche Andrea Ravazza, che insieme a Alberto Zappa, Claudio Ravazza ed Ettore Romanò sta organizzando il progetto UniAmiamo l’Italia in Vespa e Libertà, un viaggio in vespa che si propone di unire Milano e Palermo, con l’intento di «unire l’italia nella lotta nei confronti delle mafie per portare avanti la battaglia per la legalità e della cittadinanza». Mentre gustiamo la pizza assaporandone l’aroma di libertà dato dalla passata di pomodoro e dalla mozzarella prodotte nei terreni confiscati alla criminalità organizzata, e mentre e beviamo un bicchiere di vino Placido Rizzotto, proveniente dai terreni confiscati a Corleone, Andrea racconta del suo progetto. «L’idea del nostro viaggio che inizierà il 24 aprile a Milano e terminerà a Palermo il primo maggio, è creare una rete, incontrare e conoscere realtà nuove, fare nascere sinergie, per essere cassa di risonanza. Simbolo del nostro viaggio sarà una talea della magnolia dedicata a Giovanni Falcone presente a Milano, che porteremo a Palermo. Stiamo creando rete anche nel territorio comasco, organizzando iniziative insieme alle associazioni locali. Continueremo questo impegno anche una volta tornati».
Ospite della serata il referente regionale di Libera Davide Salluzzo, che ha presentato l’associazione. Un compito difficile, poiché fare Libera non è una cosa semplice. È da scoprire «voi adesso la state assaggiando». Non è un caso infatti che molti dei ragazzi di Cantù si siano avvicinati a Libera, come ha detto Matteo Mascheroni, portavoce del gruppo canturino, perché l’hanno incontrata, alcuni in un campo con libera organizzato con il loro oratorio, altri nelle parole vive di Don Ciotti, venuto a parlare nel dicembre dell’anno scorso a Cantù.
« Per dirla in sintesi, Libera è un’associazione di uomini e di donne che hanno a cuore il testo antimafia per eccellenza che abbiamo nel nostro paese, ossia la costituzione italiana» ha detto Davide Salluzzo. Se la costituzione italiana si applica, infatti «le mafie si vincono». Questo è l’obiettivo dell’associazione, un obiettivo non impossibile, poiché, come diceva Giovanni Falcone «La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine». Per questo, come ha detto Salluzzo «fare Libera è sforzarsi di fare rete. Significa continuare a fare i nostri progetti che ognuno di noi porta avanti, ma trovare tempo per condividerli». Uno degli appuntamenti più importanti dell’associazione è la manifestazione in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che quest’anno si svolgerà il sedici marzo a Firenze. Tommaso Marelli, referente di Libera Como ha informato tutti i presenti che il coordinamento ha organizzato un pullmann per raggiungere Firenze con partenza da Como alle tre di mattina del sedici marzo e ritorno verso le ventitré, al costo di venti euro, cui ci si può iscrivere inviando una e-mail a como@libera.it.
«Il percorso di preparazione alla manifestazione nazionale inizierà in Lombardia il ventuno febbraio alle diciotto presso la Camera del Lavoro milanese con la nascita del coordinamento dei familiari delle vittime delle mafie della regione» ha detto Salluzzo. «Partire dalla vicinanza ai familiari delle vittime significa affermare, per la prima volta, in modo deciso, che le mafie stanno anche qui da noi. Spesso abbiamo fatto progetti di solidarietà per le cooperative di Libera Terra che stanno al sud, ed è stato giusto farlo, ma in questa regione è ora di alzare la testa e guardare cosa c’è intorno a noi e non più lontano da noi. Se andiamo a votare per la Lombardia in modo anticipato è perché c’erano degli assessori che ci dovevano rappresentare che trattavano con la ‘Ndrangheta e questo ora non è più tollerabile. Non è neanche pensabile che debbano esserci dei morti per prendere coscienza».
Una volta Paolo Borsellino aveva detto che «la lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità». Questo pensiero lo si leggeva scritto con un pennarello blu, in uno dei tanti cartoncini appoggiati sui tavoli in sala. Chissà se questo movimento culturale a Cantù non possa incominciare proprio dal profumo di una pizza mangiata assieme, condividendo il sogno di libertà da tutte le mafie. [Matilde Aliffi, ecoinformazioni]