Comparto metalmeccanico lombardo in crisi
Fim Cisl Lombardia denuncia: «21.647 lavoratori colpiti da crisi strutturali, 63.942 sospesi nel 2° semestre 2012. Nuova impennata dei licenziamenti: +55% nel semestre i contratti di solidarietà salgono a quota 299, per 33.687 lavoratori»
Questi i dati raccolti dall’Osservatorio sindacale sulle crisi nel settore metalmeccanico della Lombardia della Fim Cisl nel 34° rapporto semestrale sui dati del 2° semestre 2012.
Periodo in cui «sono state colpite dalla crisi 2.462 aziende (2.466 nel semestre precedente) e 63.942 lavoratori (58.737 i precedenti) su un totale di 83.139 addetti (76.966 nel precedente semestre)». Un lasso di tempo che ha visto aumentare la Cassa integrazione ordinaria, «che registra +10% nel semestre (in sei mesi sono ben 1.633 le aziende che hanno attivato nuove sospensioni di Cigo per 42.295 lavoratori) e +38% nei dodici mesi rispetto ai precedenti». «Stabile – invece – nel periodo la Cigs straordinaria, che vede coinvolti 18.001 lavoratori (rispetto ai 17.941 del periodo precedente). In drastico aumento la mobilità (+55%), con 139 aziende che hanno proceduto a nuovi licenziamenti per 3.646 lavoratori (2.356 persone nel periodo precedente)».
«La crisi di natura strutturale – precisa la Fim –, con sospensioni di lungo periodo e assenza di prospettive quali la Cigs e la mobilità, mostra la persistenza di uno zoccolo preoccupante e coinvolge ben 885 aziende e 21.647 lavoratori».
«L’elemento più significativo che emerge dall’analisi dei dati è rappresentato dalla crescita degli interventi di sospensione di carattere congiunturale e la persistenza dell’elevato livello di quelli di carattere strutturale – spiega il Rapporto –. cresce quindi la cassa integrazione ordinaria e persiste lo zoccolo duro della cassa integrazione straordinaria e della mobilità, a conferma della straordinaria difficoltà in cui versa l’industria metalmeccanica».
«Persistono i segnali allarmanti delle difficoltà dell’industria e dell’emergenza occupazionale che investe il comparto metalmeccanico – prosegue –. L’impennata della cassa integrazione ordinaria in questi anni ha anticipato il ricorso alla Cigs e alla mobilità. Un processo che coinvolge importanti aziende e settori, che vede numerose realtà a rischio chiusura e provoca l’espulsione dal processo produttivo di migliaia di lavoratori».
«Occorre finalmente – chiede quindi la Fim – un impegno serio della Regione per delineare politiche industriali e settoriali di sostegno e per l’attuazione delle politiche del lavoro: vanno attuati investimenti e piani industriali di sviluppo da parte delle imprese; va ampliata l’adozione dei contratti di solidarietà, concreta alternativa ai licenziamenti; occorre un salto di qualità nelle relazioni sindacali da parte delle imprese, la vera leva per la crescita del settore e la tutela dell’occupazione» (il rapporto, dati crisi 1° semestre 2012, dati crisi 2° semestre 2012). [md – ecoinformazioni]