Campus al S. Martino prosegue il cammino
Consegnato uno studio di pre-fattibilità a tutti gli enti coinvolti mercoledì 3 aprile, entro due settimane un nuovo incontro per eventuali modifiche, per l’estate la presentazione in Regione. Nel campus anche Accademia “Galli” e Conservatorio di Como
In una conferenza stampa a seguito dell’incontro tenutosi in Sala Giunta a Palazzo Cernezzi con tutti gli enti interessati dalla realizzazione del campus universitario a S. Martino il sindaco di Como Mario Lucini, affiancato dal vicesindaco e assessore all’Università Silvia Magni e dall’assessore all’Urbanistica Lorenzo Spallino, ha presentato il documento quasi definitivo che traccia le linee guida per l’insediamento della struttura educativa nel capoluogo lariano.
Un passaggio promesso nel gennaio scorso con la riapertura della procedura per un accordo di programma fra Comune, Asl, Camera di commercio e Provincia di Como, Ospedale Sant’Anna, Politecnico, Università degli studi dell’Insubria, Univercomo.
«Non si può dire che sia un incontro decisivo – ha ammesso il sindaco di Como Mario Lucini – ma è un altro passo per costruire una proposta credibile». Tra quindici giorni ci sarà un nuovo incontro in cui verrà messo a punto il documento presentato alle varie parti e: «L’obiettivo è presentarsi in Regione entro l’estate con un’ipotesi condivisa e chiedere, quindi, la convocazione del Collegio di vigilanza dell’accordo di programma per la definizione e sottoscrizione dell’accordo medesimo, comprensivo dei tempi, delle modalità e dei finanziamenti».
La novità è data invece dall’interesse a far parte di quello che, se tutto va bene, diventerà il polo dello studio superiore universitario a Como anche di due altre strutture che operano da anni nel campo: il Conservatorio e l’Accademia di belle arti “Aldo Galli”.
Il progetto prevede quanto già ipotizzato a grandi linee nel primo protocollo d’intesa, anche se ora è concretamente accertato che le metrature necessarie per il “trasloco” delle sedi minori nell’area del futuro campus ci sono. Sede di “rappresentanza” in via Natta per i due atenei comaschi. Dismissione delle attuali sedi decentrate passando dalle attuali 10 strutture a 4. Il Politecnico abbandonerebbe gli spazi occupati sinora per trasferirsi nel corpo centrale del S. Martino, l’Insubria si dividerebbe in due poli: scientifico fra le vie Valleggio e Castelnuovo (dove potrebbe coabitare con il Setificio se prendesse piede l’ipotesi di espansione dell’Istituto) e umanistico a S. Abbondio. E proprio in quest’area su una parte dell’ex Ticosa si ipotizza l’idea di pensare a impiantare servizi rivolti all’università. Sulla collina di S. Martino rimarrebbero comunque le attività dell’Asl-Hospice, le strutture per il polo della salute mentale, Arca e la Scuola per la Scuola per le professioni sanitarie con l’apertura del parco al pubblico. «Vi è l’intenzione di riportare l’archivio storico del S. Martino e creare un museo dedicato alle problematiche della salute mentale» ha aggiunto il direttore generale del S. Anna Marco Onofri. Per quanto riguarda le residenze universitarie «si è valutata l’opportunità di non concentrare tutto lì» per una migliore integrazione nel tessuto urbano (sono quasi 600 i posti garantiti in città e se ne aggiuggerebbero una cinquantina se il progetto andasse in porto).
Il tasto dolente è però il finanziamento dell’operazione. Per le ristrutturazioni necessarie al trasferimento delle due università sono stimati costi per 31.139.700 euro, se a queste si dovessero aggiungere Accademia Galli e Conservatorio si salirebbe attorno ai 41 milioni, ma un’altra dozzina di milioni sarebbero necessari per la sistemazione degli altri spazi disponibili al S. Martino, tanto che un conto complessivo, di tute le voci possibili, vedrebbe la nota spese toccare i 70-80 milioni. Una parte verrebbe dalle dismissioni delle altre sedi, in affitto e di proprietà, dei due atenei, una parte da fondi pubblici e si prevede un eventuale ricorso a contributi privati. Ma gli occhi sono puntati sul Pirellone: «A Lecco la Regione ha dato 20 milioni di euro» ha ricordato il sindaco (il documento presentato). [Michele Donegana – ecoinformazioni]