Buon compleanno, vecchi punk rocker!
Sul palco dell’1 e 35 circa di Cantù, domenica 14 aprile, i Potage hanno festeggiato trent’anni di energia ed allegria, cultura e buona musica, leggerezza ed impegno, parole (a profusione) e teneri sguardi.
Canzoni ribelli e d’amore, beat italiano e punk rock inglese, tenerezza umana e ruvidezza musicale. Big Luca, Silver Paul, Sench e lo spirito di Speedy Angel, da qualche parte con loro: ecco i Potage, il gruppo punk rock più amato e famoso della sponda occidentale lacustre. Domenica 14 aprile hanno festeggiato, di fronte a un locale stipato di fan vecchi e giovani, il felice traguardo delle trenta candeline.
«Reduci da una pesante stagione di impegno politico sofferto e senso del dovere rivoluzionario, attraversati dalla corrente del movimento del ’77 che lasciò dietro di sé grandi sogni ed altrettanto enormi macerie, trovammo nel punk un modo di riemergere dalla devastazione del riflusso – ha spiegato Sench dal palco – prime prove nell’autunno ’82, in un vecchio capannone. Subito venne arruolato un giovanissimo Big Luca alla batteria, che assieme a Speedy, Sench e Silver Paul avrebbe costituito la formazione più conosciuta ed apprezzata dei Potage. Molti altri compagni di viaggio hanno percorso tratti della stessa strada: dal Reverendo a Lanky Clive, da Crazy Erika a David Action (ora Davide van de sfroos), da Marcom McZanot a Mario Cannone a Kim Harley. E con loro altri amici, a formare una tribù».Potage una volta, Potage per sempre. Specie per chi se ne è andato non per sua volontà ma perché stroncato da un male incurabile: Speedy Angel, prima chitarra e voce del gruppo ora capo spirituale, ricordato con affetto dalle parole di Sench e da un video iniziale (applaudito a lungo da un pubblico commosso).
Aneddoti di vita vissuta e piccole chicche musicali come Sharon, canzone scritta per una prostituta e “Ragazzo di strada” de I Corvi hanno costituito il “momento amarcord”, al quale è seguito il concerto vero e proprio. Il gruppo ha eseguito i pezzi storici “Piccolo dinosauro”, “Gelataio”, “Spacca i dischi dei Ramones” alternandoli con alcuni grandi classici del punk rock internazionale come “Sheena is a punk rocker” dei Ramones e “Anarchy in the UK” dei Sex Pistols, cantata in italiano. Il tutto suonato rigorosamente “in tre accordi”. Il pubblico, formato da musicisti, gruppi locali, vecchi e giovani fan, ha cantato fino alla fine del concerto le canzoni del gruppo, a dimostrazione che l’affetto è molto. E che c’è ancora bisogno di punk. Quello vero però, suonato nei garage. Per intenderci, quello suonato dai Potage [Andrea Quadroni, eco informazioni. Fotografia di Silvia Mascheroni]