“Rifiuti zero” è possibile, la testimonianza di Alessio Ciacci
Esistono in italia 120 comuni virtuosi che aderiscono al progetto “Rifiuti zero”, con l’obiettivo di ridurre l’impatto umano sull’ambiente in termini di produzione di rifiuti. Alessio Ciacci, assessore nel comune toscano di Capannori, ha raccontato questa esperienza a Erba, nel primo appuntamento di Un altro mondo è possibile promosso da Shongoti e Trapeiros di Emmaus
Il Comune di Capannori nel 2006 è stato il primo comune in Toscana a togliere i cassonetti dell’immondizia e ad attuare la raccolta porta a porta, per poi passare alla strategia “Rifiuti zero”. Oggi sono 120 i comuni in Italia che aderiscono al progetto, con un coinvolgimento di circa 3 milioni e 200mila persone. I cambiamenti e le modalità attuate risultano spesso vere e proprie modifiche culturali e di atteggiamento, che hanno però risultati concreti ed effettivi sulla vita dei cittadini e sulla gestione dei rifiuti.
La strategia “Rifiuti zero” viaggia su due binari paralleli: il primo è quello della raccolta differenziata e del riciclo e il secondo punta a ridurre la produzione di rifiuti nell’intera filiera. Ciacci ha illustrato nel corso della serata alcuni punti caratteristici di questa strategia, riprendendo i 10 passi verso “Rifiuti zero”: «È importante partire all’abbandono del sistema a cassonetto, già fuorilegge in Europa, che in Italia dovrebbe portare ogni comune entro il 31 dicembre 2013 ad avere almeno il 65% di raccolta differenziata. Questo significa incentivare la raccolta differenziata domiciliare, con diverse modalità. Nel nostro comune abbiamo ridotto da 3 a 1 milione di euro le spese per inceneritori e discariche, investendo la differenza per incrementare la raccolta porta a porta e creando lavoro per 60 persone. Per raccogliere i rifiuti utilizziamo solo mezzi elettrici e a metano per diminuire l’impatto ambientale». Ma non è solo lo smaltimento dei rifiuti che influisce negativamente sulle risorse del nostro pianeta, anzi il vero problema è rappresentato dall’intera filiera che comprende la produzione e il trasporto dei prodotti e che rappresenta circa il 50% del peso umano sull’ambiente. La differenziazione dei materiali riciclabili è una delle principali scelte per ridurre la quantità di rifiuti prodotti e da smaltire. Il riciclo di tutti i materiali possibili permette di generare risparmi economici e di salute per i cittadini. A Capannoli si lavora molto sul compostaggio su tre livelli: domestico, industriale e collettivo, con scuole e altri luoghi pubblici che hanno in sede appositi macchinari per la produzione di compost. «A livello europeo – ha spiegato Ciacci – esiste una normativa che regola la produzione di rifiuti, ma i comuni normalmente non la applicano. Nel nostro caso abbiamo attuato alcune scelte che ci hanno permesso di agire in questo senso: il cibo avanzato nelle mense scolastiche e aziendali viene dato alle mense del povero; per evitare l’utilizzo di bottigliette di plastica le mense utilizzano l’acqua del rubinetto, diminuendo i costi e godendo di un controllo quotidiano e documentato. Abbiamo scelto di potabilizzare l’acqua delle fonti non con il cloro ma con raggi ultravioletti e gratuiti, valorizzando luoghi pubblici e comuni. Abbiamo introdotto una detassazione comunale per le attività commerciali di vendita alla spina di qualsiasi prodotto dal sapone agli alimentari». E se i pannolini per bambini rappresentano circa il 25-30 % dell’indifferenziata, il comune incentiva l’utilizzo di quelli lavabili, anche attraverso il lavoro di una cooperativa sociale che provvede alla pulizia e al riutilizzo degli stessi.
Un altro ambito è quello del riuso e riparazione degli oggetti e dei materiali: attraverso iniziative mensili, chiamate “soffitta in piazza” i cittadini possono scambiare, barattare e vendere in piazza i beni che altrimenti verrebbero buttati. «A livello comunale, è stato creato appena prima dell’isola ecologica, da cui per legge non si può più recuperare nulla che venga portato all’interno, un capannone dove si selezionano e recuperano eventuali oggetti, riutilizzati successivamente per le fasce più deboli di popolazione. Esiste inoltre un Centro di ricerca e recupero del non riciclabile, in cui vengono studiate nuove possibilità di riutilizzo di materiali non riciclabili, oltre a possibili soluzioni per migliorare la produzione stessa di questa tipologia di prodotti, che vengono proposte direttamente anche alle aziende produttrici». La tariffazione puntuale permette ai cittadini di pagare ciò che effettivamente si produce, incentiva la raccolta differenziata e il riutilizzo. Minore indifferenziata significa anche minore tempo di raccolta. Attualmente a Capannoli si è raggiunto il 90% di raccolta differenziata: «Nel 2004 venivano prodotte 31.000 tonnellate di scarto, circa 1,9 kg a persona, di cui 1,2 kg indifferenziata. Oggi il totale è sceso a 24.000 tonnellate, pari a 1,4 kg a persona e 0,6 kg di irriciclabile. Contemporaneamente c’è stata creazione di nuovi posti di lavoro e i risultati sul gradimento della raccolta porta a porta sono al 94%». Per poter approfondire questa tematica Alessio Ciacci ha suggerito i libri “Calendario della fine del mondo” di Anna Pacilli e “L’anticasta. L’Italia che funziona” di Marco Boschini e Michele Dotti, oltre al sito del comune di Capannoli, al sito “Rifiuti zero” e alla sua newsletter personale. [Tommaso Marelli, ecoinformazioni]
Ricordo alla redazione che nel mese di Dicembre 2012 a Como (camerlata) è venuto l’assessare Ciacci, ospite della serata Rifiuti Zero organizzata dal Movimento 5 stelle di Como. Serata che aveva l’intento di porre all’ettenzione dei cittadini e dell’amministarzione un alternativa reale all’appalto rifiuti che sta adottando il comune di Como. Serata che non avuto l’eco che meritava, e il vostro articolo ne acuisce solo il rammarico.