Braga/ Uscire dalla sindrome dei mondiali
La parlamentare Pd comasca Chiara Braga ha affidato alle 19 del 17 aprile ad un post su facebook la sua riflessione (ancora in corso) sulla scelta del presidente della Repubblica. Nel testo che riportiamo integralmente, Braga richiama l’articolo 83 della Costituzione che decreta le norme per l’elezione del presidente, afferma di avere ricevuto molte richieste, sollecitazioni e raccomandazioni dai suoi elettori e dichiara di ritrovarsi nelle parole che Stefano Menichini usa nel suo editoriale su Europa del 17 aprile: “Rivendicare il fatto che in quella posizione ci vogliono persone di esperienza politica, forte credibilità internazionale, professionalità, capacità di relazione e di mediazione, conoscenza della legge e della macchina dello Stato. Affermare che il simbolo dell’unità nazionale non può essere eletto a dispetto di mezzo Parlamento”.
«L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.
Questo recita l’art. 83 della Costituzione italiana. E a questo sento il dovere di attenermi, con lealtà, in queste ore in cui all’interno del nostro gruppo parlamentare si ragiona sulla scelta a cui domani saremo chiamati. Ho ricevuto molte richieste, sollecitazioni, raccomandazioni. Leggo e ascolto ciascuno con attenzione. Ho scelto da settimane di non partecipare ai “toto-nomi” e non intendo iniziare a farlo adesso, tanto più se ci si concentra su una sorta di “ballottaggio” (Rodotà/Amato) che non ha nessun fondamento. Non che non abbia opinioni a riguardo, sia chiaro, ma credo che non sia serio lasciarsi trascinare dalla sindrome dei Mondiali, quando tutti diventiamo improvvisamente CT della Nazionale! Non voglio banalizzare la questione né mortificare la ricchezza di contributi che tutti noi stiamo ricevendo da più parti in queste ore. So bene che su questa scelta incidono una pluralità di fattori: la necessità di eleggere una figura in grado di interpretare davvero l’unità nazionale e di reggere la complessità della situazione contingente e futura, la volontà di dare coerenza alle scelte fatte fin qui, il senso di responsabilità di fronte ad un Paese che oggi pare interessato solo di dire la sua sul Presidente della Repubblica ma che invece, ogni giorno, vive gli effetti drammatici di una crisi gravissima che non si risolverà magicamente, qualsiasi scelta faremo.
Nell’affrontare con responsabilità queste ore di riflessione e scelta sull’elezione del Presidente della Repubblica mi ritrovo molto nelle parole che oggi Stefano Menichini usa nel suo editoriale su Europa: “Rivendicare il fatto che in quella posizione ci vogliono persone di esperienza politica, forte credibilità internazionale, professionalità, capacità di relazione e di mediazione, conoscenza della legge e della macchina dello Stato. Affermare che il simbolo dell’unità nazionale non può essere eletto a dispetto di mezzo parlamento.” Mi auguro che riusciremo a fare la scelta migliore». [Chiara Braga]