Il ritratto Savonarola a Roma

savonarolaAll’interno della mostra Niccolò Machiavelli. Il Principe e il suo tempo, 1513-2013 dal 23 aprile al 23 giugno al Vittoriano

Il Comune di Como presterà: «Il ritratto di Gerolamo Savonarola, una delle opere che compongono la collezione di Paolo Giovio dedicata agli uomini illustri e conservata a Palazzo Volpi».

«Niccolò Machiavelli iniziò a scrivere un “opuscolo”, come lui stesso lo definì, nel 1513 e tra il luglio e il dicembre di quell’anno lo terminò, componendolo quasi di getto – precisa una nota di Palazzo Cernezzi –. De principatibus diventò da quel momento una delle più celebri opere letterarie italiane di gran valore politico, una delle più tradotte e diffuse al mondo. L’opera di Machiavelli influenzò regni, principati, stati e dittature dal XVI secolo ai giorni nostri. Per celebrarne i primi 500 anni dell’opera l’Istituto dell’enciclopedia italiana ha organizzato eventi ed iniziative, tra cui una mostra al Vittoriano di Roma, che espone opere d’arte, collezioni, ricostruzioni, esemplari de Il Principe in tutte le lingue e i dialetti, elementi del passato e più moderni, come videogiochi, oggettistica e fumetti ispirati a Machiavelli e alla sua epoca, organizzati in un percorso multimediale».

«Tra i quadri esposti ci sarà anche il ritratto “comasco” di Savonarola, un olio su tela datato tra il 1520 e il 1522» che fa parte de I ritratti degli uomini illustri una collezione nata: «Dopo il 1525 [quando] Paolo Giovio cominciò a raccogliere un numero ingente di ritratti di uomini e donne illustri. Il letterato e umanista comasco fu tra i primi a dedicarsi alla collezione di opere per il loro valore di documenti storici. Nel 1537, rientrato a Como, Paolo Giovio iniziò a costruire la villa cui impose il nome di Museo (ossia luogo dedicato alle Muse), per dare una degna cornice a questa preziosa raccolta», che era in riva al lago in Borgovico.

museo giovio«I lavori si protrassero fino al 1543 e il Giovio vi profuse tutte le sue energie intellettuali ed economiche – ricorda lo scritto –; nel frattempo continuava a richiedere ritratti di illustri personaggi in tutte le corti e i centri culturali d’Italia e d’Europa. Venne così completandosi il Museo; compendio della storia dell’umanità, in un percorso che rappresentava la cultura occidentale e il mondo ideale. Ogni ritratto era accompagnato da una didascalia con le notizie biografiche del personaggio raffigurato e con giudizi di valore sul suo operato. Il Museo gioviano incontrò un immediato successo e il suo modello venne più volte imitato; il nome stesso passò a designare ogni luogo dove fossero raccolte opere d’arte».

«I numerosissimi ritratti erano collocati tra arazzi e sculture antiche; il loro numero esatto non è conosciuto, ma nel 1552-1556 il pittore Cristoforo dell’Altissimo, inviato a Como da Cosimo I de’ Medici per copiare la collezione gioviana, trasse dalle opere esistenti nella villa non meno di 280 copie. Alla morte di Paolo Giovio, gli originali comaschi furono divisi tra gli eredi e dispersi; ora a Como ne rimangono solo poche decine, i più interessanti dei quali esposti alla Pinacoteca Civica – conclude il comunicato –. Il Museo non resse a lungo agli attacchi degli agenti atmosferici e all’erosione delle onde del lago; danneggiato e pericolante fu distrutto». [md – ecoinformazioni]

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