Aprea anticostituzionale
Una buona notizia, la decisione della Corte Costituzionale che ha bocciato il reclutamento diretto dei docenti in Lombardia, voluto dall’assessora all’istruzione Valentia Aprea che avrebbe dato mano libera a clientele e violazione dei diritti, viene in parte inficiata dalla posizione proprio di uno dei consiglieri regionali del Pd che hanno determinato il positivo pronunciamento della Corte.
Infatti Fabio Pizzul allude a “fughe in avanti di Aprea” (a noi erano sembrati piuttosto passi indietro epocali) e ammicca alla possibilità che siano comunque le scuole a gestire la partita (cioè i dirigenti o i nuovi consigli si amministrazione) «in collegamento con il territorio e le istituzioni locali». Di seguito il testo integrale del comunicato di Pizzul.
«La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 76 pubblicata in data 24 aprile 2013, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 8 della legge della Regione Lombardia 18 aprile 2012, n. 7 (Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione). La norma in questione è quella che stabiliva per le scuole lombarde la possibilità di bandire “concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, per reclutare il personale docente con incarico annuale necessario a svolgere le attività didattiche annuali e di favorire la continuità didattica”. Si tratta del cosiddetto reclutamento diretto dei docenti che era stato sbandierato dall’assessore regionale all’istruzione Valentiva Aprea come la possibile soluzione dei problemi delle scuole lombarde.
La suprema Corte ha stabilito che la norma è in contrasto con quanto stabilisce l’articolo 117 della Costituzione che affida allo Stato la competenza in materia di ordinamento scolastico, in particolare in merito al reclutamento del personale che è alle dipendenze dello Stato e non delle singole Regioni.
Regione Lombardia poteva evitare questa figuraccia. Nel dibattito consiliare avevamo più volte messo sul chi vive la Giunta e la maggioranza che non avevano però voluto sentir ragioni in nome di un evidente atteggiamento di arroccamento ideologico, all’insegna della pura propaganda.
L’assessore Aprea si è nascosta dietro il paravento dell’autonomia scolastica, ma questa non si costruisce certo con forzature legislative o sterili fughe in avanti. Occorre piuttosto passare attraverso una piena valorizzazione della responsabilità delle singole scuole che, in collegamento con il territorio e le istituzioni locali, possono migliorare la loro offerta didattica. Un percorso che deve passare però anche da un rinnovato investimento sulla scuola che non può sopportare ulteriori tagli e deve, anzi, essere destinataria di investimenti economici e veder valorizzato il ruolo del personale.
L’eventuale affidamento della gestione degli insegnati alle regioni non può passare da fughe in avanti di singole regioni, ma da provvedimenti e accordi che coinvolgano tutte le realtà italiane e passino dall’inevitabile coinvolgimento dello Stato che è chiamato a garantire la qualità e la continuità dell’offerta formativa sull’intero territorio nazionale». [Fabio Pizzul, consigliere regionale Pd]