Como famosa anche a Calcutta
Un giorno il sindaco di una città europea si accorse che i poveri erano diventati davvero tanti, in proporzione. Mendicanti, anche con bambini piccoli e cagnolini, venditori di libri e braccialetti, musicanti, anche questi con cagnolini, talvolta. Era stato il primo ad accorgersene, perché era un sindaco bravo. E quindi sapeva distinguere. Per prima cosa telefonò (a sue spese) al sindaco di Calcutta, Bikash Ranjan Bhattacharyya, perché in città era stato diffuso un cartello con su scritto «Why Como is like Calcutta?», e volle scusarsi. Poi chiamò i commercianti, che davano la colpa dei loro affari calanti a tutti quei poveri, e alle stonature dei musicisti di strada, e disse: «Ora basta. Questa città non è solo un posto per vendere e non appartiene solo ai commercianti. La città appartiene a tutti. E se ci sono troppi poveri non dobbiamo combatterli, dobbiamo combattere la povertà. Questo è il vero problema». Poi chiamò il capo della polizia e gli disse che bisognava distinguere: punire severamente lo sfruttamento dei poveri, non i poveri. Lavorare con intelligenza, niente retate, niente corpi speciali, cose vecchie. Il capo della polizia fu d’accordo e si mise subito al lavoro. Infine il sindaco, anche se non c’erano elezioni in vista, fece un grande comizio nella piazza più grande della città. Disse che da un po’ di tempo avvertiva nuovi segnali di intolleranza, contro la zona pedonale, contro i mendicanti, contro chi stona con la fisarmonica, contro i non autorizzati a qualsiasi cosa, contro chi non sta al passo con le abitudini dei ricchi. E tutto questo si stava sommando al vecchio razzismo e al nuovo fascismo organizzato. Disse che tutto questo lo preoccupava. Perché avrebbe voluto che la sua città divenisse famosa in tutto il mondo, anche a Calcutta, per aver saputo affrontare con intelligenza la crisi globale, mettendo in atto un formidabile progetto di convivenza urbana, capace di individuare e spegnere i nuovi focolai di intolleranza e di privilegio, di promuovere nuovi diritti di cittadinanza, nuove strategie di rieducazione civica, nuovi percorsi di promozione sociale, nuove modalità di partecipazione. I cittadini applaudirono. Non tutti certo, ma il 74,8 per cento sì. [Andrea Rosso, ecoinformazioni] Guarda il video I poveri stonano.
Credo che sia utile fornire qualche elemento di chiarezza. Le mie dichiarazioni sull’argomento (da cui sono stati liberamente tratti gli articoli successivamente proposti sulla stampa locale) sono quelle espresse in questa intervista tra i minuti 2.40 e 5.30 http://www.espansionetv.it/index.php/programmi/etg-sindaco
Grazie a Mario Lucini per la tempestività dell’intervento nel dibattito. Abbiamo già proposto ai nostri lettori il link alle dichiarazioni citate. Saremo lieti di pubblicare un intervento del nostro sindaco che ci sembra necessario visto l’intensificarsi della campagna di intoleranza animata da settori fortunatamente modesti della società lariana, ma fortemente amplificati dai media tradizionali.