Andranno a gara le farmacie comunali

cernezziPaco-Sel si discosta dalla maggioranza. Inizia la discussione sul riequilibrio di Bilancio a Palazzo Cernezzi

 Quasi due sedute intere, nelle serate di lunedì e martedì 23 e 24 settembre, sono servite per la discussione sulla vendita delle due farmacie comunali comasche di Muggiò e Sagnino. L’opposizione ha espresso compattamente la propria contrarietà al progetto e ha sollevato dubbi sulla stima fatta dal perito, ritenuta troppo bassa, e sulla possibilità, dopo il fallimento di due aste successive, la seconda con ribasso, di andare a trattativa privata. Un punto su cui si è accalorato il capogruppo di Adesso Como Alessandro Rapinese. «È sbagliato vendere – ha dichiarato Laura Bordoli, Gruppo misto – le farmacie sono una fonte per le entrate correnti e le vendiamo a un prezzo troppo basso, c’è molta fretta di cedere pezzi del Comune». Gli ha fatto eco il capogruppo del Pdl Francesco Scopelliti che ha parlato di svendita totale. Molti i riferimenti anche ai dipendenti, presenti in aula fra il pubblico, e la ricerca di una tutela dei loro posti di lavoro. Una questione pregiudiziale è stata posta da Mario Molteni, Per Como, che ha proposto in un emendamento di aumentare i tempi di salvaguardia dei posti di lavoro dei dipendenti ricevendo un parere negativo da parte degli uffici, «ma sulle tempistiche anche i 12 mesi proposti nella delibera non rientrerebbero in quanto scritto nella perizia». Con le minoranze si è schierata anche Paco-Sel, il capogruppo Luigi Nessi ha sottolineato come la vendita di quella di Muggiò aggravi una situazione già minata dalla mancanza del medico di base nel quartiere.

La maggioranza ha al contrario giustificato la proposta. «Le farmacie non svolgono più un ruolo sociale» ha detto Andrea Luppi, Pd, per cui sono le fondamenta stesse «della nostra casa comune» a rischio, e le farmacie non ne fanno parte soprattutto in una situazione di crisi economica generalizzata. Da un punto di vista più tecnico l’assessora Giulia Pusterla ha ribadito che l’attuale contratto con Csu è scaduto e in prorogatio, per cui non si potrebbe in futuro avere un’entrata del 10 per cento del fatturato come ora, anche perché si dovrebbe andare ad un affidamento con un bando. Per quanto riguarda la gestione diretta bisognerebbe creare una nuova azienda speciale e non è nelle intenzioni del Comune, mentre per i dipendenti a tempo indeterminato, ha confermato, vigerebbe la tutela per il posto di lavoro per 12 mesi dal passaggio di società. «Ho sentito di tutto – ha affermato nelle dichiarazioni di voto Stefano Legnani –, si è detto che stiamo svendendo, ma qui c’è una perizia fatta da un professionista che ci ha messo la faccia e ha giurato la perizia». Il capogruppo del Pd ha rivendicato la scelta politica presa in: «Vista di una situazione grave di Bilancio».

Sette sono stati gli emendamenti presentati dalle opposizioni, più un ordine del giorno. Tutti bocciati tranne due. Uno, presentato dal capogruppo del Lega Nord Alberto Mascetti, per vincolare il 20 per cento dell’introito della vendita per la ristrutturazione dell’edilizia popolare del Comune e l’altro, proposto da Enrico Cenetiempo, Pdl, di scomputare dallo sconto per l’acquisto delle farmacie il costo dei dipendenti per un anno una quota nel caso di licenziamento volontario di qualcuno degli stessi.

Al voto la delibera è passata con il sostegno della maggioranza salvo Paco-Sel, che ha votato in maniera contraria assieme all’opposizione, rimarcando però la propria appartenenza alla compagine che sostiene la Giunta Lucini.

Riequilibrio di Bilancio

Mancando mezz’ora alla mezzanotte la discussione è quindi proseguita con la presentazione da parte dell’assessora al Bilancio del Riequilibrio. Molti delle minoranze hanno abbandonato l’aula (sono rimasti solo Luca Ceruti, M5S, Ada Mantovani, Adesso Como, Molteni e Anna Veronelli, Pdl), già Mascetti per protesta non aveva partecipato al voto sulla delibera precedente e piccata l’assessora ha dichiarato: «Non risponderò alle domande di chi non mi ascolta». Riferendosi alla prassi della richiesta di chiarimenti su quanto detto dall’assessore dopo la presentazione delle deliberazioni.

Rimangono ancora delle incertezze sulla quantificazione del fondo di solidarietà comunale: «Non ci hanno dato le indicazioni che avevo chiesto, per cui rimane invariata la stima fatta». E sostanzialmente rispetto a quanto preventivato non figurano le entrate e gli oneri dell’affidamento della rete del gas, la gara è stata rinviata al 2014, e la mancata vendita delle quote residue della Serravalle è stata sostituita da quella delle farmacie. Viene rispettato il Patto di stabilità: «Per soli 160mila euro, è molto poco, per questo è necessario un controllo puntualissimo». Arrivati allo scoccare della mezzanotte la seduta è stata aggiornata a lunedì 30 settembre. [Michele Donegana – ecoinformazioni]

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