Giorno: 11 Febbraio 2014

One billion rising a Cantù

onebillionVenerdì 14 febbraio alle 17 a Cantù in piazza Garibaldi alle 18 flash-mob. L’iniziativa si svolge con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Cantù.  Il prossimo 14 febbraio per iniziativa di Donne in rinascita Como anche Cantù si unirà «alla danza di tantissime persone che in tutto il mondo, tramite il movimento di One bilion rising, chiederanno giustizia per le donne maltrattate ed uccise, perché qualsiasi bambina, adolescente, amica, abbia il diritto di vivere al riparo della violenza e dell’abuso. Vestiti con qualcosa di rosso!». Vai all’evento fb.  Info http://www.onebillionrising.org/http://obritalia.livejournal.com/https://www.facebook.com/obritalia.

Altra Como/ Video No tav a Moltrasio

altracomoAltra Como ha realizzato il video della serata No tav organizzata dal Circolo Arci terra e libertà alla Coopertaiva moltrasina l’8 febbraio. Leggi l’articolo di Luca Frosini. Guarda il video nel seguito di questo post. [Foto Massimo Patrignani]

Pd/ Verso le primarie regionali

pd_lombardiaprimarieMercoledì 12 febbraio alle 21, nella sede del Pd,in via XX Settembre 37 a Maslianico, si svolgerà un confronto pubblico tra le due mozioni a sostegno dei candidati alla segreteria regionale Lombarda del Pd, in vista delle Primarie che si terranno domenica 16 febbraio. Parleranno: per Diana De Marchi, Guido Rovi, consigliere comunale a Como; per Alessandro Alfieri Stefano Binda. La serata sarà l’occasione per un confronto sui temi politici regionali e nazionali e sopratutto per favorire la più ampia partecipazione alle Primarie.

Razzismo elvetico/ Savina Marelli: Isolarsi non è mai la soluzione

savina marelliSavina Marelli, Segretaria provinciale del Pd di Como, interviene sul risultato del referendum contro l’immigrazione in Svizzera: «Il risultato del referendum svizzero conferma i timori che aleggiano su tutta l’Europa principalmente dovuti alla particolare e delicata fase economica che stiamo attraversando. La crisi è sempre attuale e la Svizzera, con questo voto, dimostra di temere per la propria occupazione e per il proprio tessuto economico anche se, come confermato da esperti economici e politici, nel corso di questi ultimi giorni, proprio dalla mano d’opera immigrata deve buona parte del proprio benessere. Auspico che il risultato del referendum, e soprattutto l’esito nel voto che è stato riscontrato in Canton Ticino, non alimenti una nuova campagna di insofferenza e di intolleranza verso i lavoratori italiani e frontalieri e non li penalizzi. Il frontalierato è stato, in questi ultimi anni, una valvola di sfogo positiva per le economie delle zone di confine, come la provincia di Como. Un irrigidimento su questo fronte dal lato elvetico potrebbe, infatti, avere ripercussioni al di qua ma anche al di là del confine. Infatti la tendenza ad isolarsi nei momenti di difficoltà, sul lungo periodo, non consente di risolvere i propri problemi bensì può causarne su ben più larga scala. La decisione Svizzera, infatti, potrebbe infine avere ripercussioni sull’Italia e sulle zone di confine in particolare, ma anche sull’Europa e sulla stessa Svizzera».

Razzismo elvetico/ Braga: segnale allarmante

chiara braga«Dalla Svizzera arriva un segnale di allarme per tutta l’Europa. Si tratta di una decisione che rispettiamo poiché riguarda gli affari interni di un Paese straniero, tuttavia non si può pensare che questa scelta non abbia conseguenze e pesanti ripercussioni, anche per i rapporti tra il nostro Paese e la Confederazione elvetica. Ritengo si tratti di una scorciatoia pericolosa che dà una risposta sbagliata ad una questione reale. Serve una politica europea che consenta di tenere insieme le esigenze del mercato con quelle sociali, assicurando diritti e tutele alla libera circolazione dei cittadini. La gestione dei flussi migratori non può essere oggetto di atti unilaterali ed è evidente che le ricadute dell’esito referendario dovranno trovare una composizione ragionevole a livello istituzionale nel più ampio contesto europeo. L’Italia guarda a questo segnale  con particolare preoccupazione, vista la condizione dei quasi 60.000 lavoratori frontalieri che dalle zone di confine ogni giorno vanno in Svizzera a prestare il loro lavoro e che da tempo sono già oggetto di discriminazioni salariali e persino attacchi a sfondo xenofobo. Il nostro Paese dovrà giocare un ruolo in prima fila in UE per garantire il diritto alla  libera circolazione e per la  tutela lavoro frontaliero.  Su questo fronte l’impegno del Pd continuerà ad essere massimo».

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: