
ecoinformazioni on air/ Le Fiamme gialle al XX compleanno delle paratie
Il servizio di Gianpaolo Rosso in onda l’11 gennaio alle 19 su Radio popolare. Ascoltalo nel nuovo sito di Radio popolare nelle pagine di Metroregione.
20 anni fa, quando il centrodestra comasco ha avuto l’idea di fermare il Lario, era il tempo di progetti scellerati come quello che proponeva un tunnel nella zona di Borgovico e addirittura un parcheggio subacqueo. Allora l’opposizione scese in piazza e, per ridicolizzare l’idea folle, fu utilizzato uno striscione di duecentometri che simbolizzava l’acqua del lago che superava le inutili paratie.
Ma a differenza della altre due boutade degli anni ’90 le paratie sono andate avanti almeno fino a oggi quando, in conseguenza della Delibera dell’Autorità anticorruzione, la Fiamme gialle sono arrivate in forze a Palazzo Cernezzi e hanno anche perquisito le abitazioni dell’ex sindaco Stefano Bruni e di alcuni tecnici responsabili del progetto. Non si è salvato neppure l’attuale sindaco di Como Mario Lucini che avendo ereditato il mostro amministrativo ha scelto di non ricacciarlo nel lago e ha ricevuto oggi un avviso di garanzia. Gli è stata almeno risparmiata la perquisizione domiciliare e tutti in città scommettono sulla sua assoluta integrità morale, ma il disastro politico del centrosinistra lariano è evidente. Non solo le opposizioni ma anche forze della maggioranza si chiedono perché Lucini abbia continuato a fidarsi dei tecnici che avevano ideato con i precedenti sindaci la follia delle paratie con un fiume di denaro speso per fermare un lago. Una manna per tecnici e ditte esecutrici che ora reclamano indennizzi per l’inevitabile, forse perpetuo, blocco del cantiere in una città che ha ben altre necessità che la realizzazione, scimmiottando Venezia, di un proprio piccolo, costosissimo, inutile Mose. [Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni]