
Bilancio: le risposte
Prosegue la discussione sul bilancio a Palazzo Cernezzi non senza qualche polemica.
Dopo l’unica preliminare di Celeste Grossi, Paco-Sel, che ha ricordato le lotte contro l’approvazione del nuovo accordo di libero scambio fra Unione europea e Stati uniti e la manifestazione di sabato 7 maggio, giovedì 5 maggio il Consiglio comunale di Como ha ripreso la discussione sul Bilancio di previsione 2016. Una prima polemica è nata sulle procedure. Francesco Scopelliti, Gruppo misto, ha chiesto al presidente Legnani come si sarebbero sviluppati i lavori. Già nella seduta precedente era stato chiesto di fare chiarezza su come poter procedere dato che era incerta la possibilità o meno di emendare o presentare ordini del giorno sul Documento unico di programmazione, già approvato dall’aula, ma ripresentato con il Bilancio. La legge nazionale infatti lascia questo aspetto al regolamento dei singoli Comuni. «Non sono riuscito a confrontarmi con il segretari generale per domani vi presenterò un documento di chiarimento» ha detto Legani scatenando la protesta dell’opposizione che non ha però interrotto i lavori. Gli assessori hanno risposto alle domande poste nella seduta precedente. Magatti ha ripercorso le fasi della bonifica dell’area ex Ticosa, per cui saranno necessari altri 2 milioni di euro per l’ultima cella, mentre ha annunciato la posa delle casette per l’acqua in questo mese. Cavadini ha difeso il mantenimento dello stanziamento per la mostra a Villa Olmo, per cui è già stato annunciato il forfait, per non precludere una qualche possibilità nel corso dell’anno. Iantorno ha ricordato come nei due anni passati siano stati venduti beni immobili del Comune per poco più di un milione di euro e la speranza per quest’anno e di venderne per 2,6 milioni. Gerosa ha annunciato l’intenzione di costruire un autosilo in viale Innocenzo XI nell’area ex Stecav. Marelli ha ribadito l’intenzione di valutare la creazione di un punto cottura unico per le mense comunali nell’ex ospedale S. Anna a Camerlata e l’intenzione di rimanere nel Centro tessile serico, oltre che vendere la quota posseduta della Milano-Serravalle (lo 0,2 per cento) e acclarare la mancanza di un piano industriale per Villa Erba. Una lunga serie di risposte che non hanno soddisfatto tutti i consiglieri di minoranza. «Non ho avuto risposta alle mie domande» ha detto più volte Laura Bordoli, Ncd. «Hli assessori si assumono la responsabilità delle risposte o delle non risposte» la replica del presidente Legnani che ha quindi espresso il parere sullo svolgimento dei lavori: si possono emendare solo le parti modificate del Dup.
Il capogruppo leghista Diego Peverelli ha quindi chiesto mezz’ora di sospensione i lavori per valutare il da farsi, scontrandosi contro il diniego di Legnani e iniziando una disputa con il presidente che ha alla fine chiuso la discussione annunciando la chiusura anticipata, alle 23.20, dei lavori. [Michele Donegana, ecoinformazioni]