Meet! Opportunità europee

meetMolte le informazioni interessanti all’incontro del 9 giugno Meet! Opportunità europee a Villa Bernasconi a Cernobbio organizzato da Avc-Csv e Europe Direct- Regione Lombardia, in associazione con De.com, il portale per i giovani di Como e provincia, per presentare le opportunità di mobilità tra Stati membri o partner dell’Unione Europea.
Laura Fagetti, referente per le opportunità di volontariato di Avc-Csv Como, affiancata da Elena Zulli, responsabile dei progetti, hanno ringraziato il comune di Cernobbio  – rappresentato da Claudia Taibez, responsabile Area cultura e tempo libero –  per la messa a disposizione della sede  facendo riferimento al progetto Erasmus Plus 2014-2020, che riassume in sé diverse occasioni di scambio accademico, professionale e volontaristico aperte ai giovani con cittadinanza o residenza nell’Unione europea.

È  seguito l’intervento di Renata Terzaghi (Europe direct), aperto da un video dei racconti di alcuni giovani già coinvolti in questo tipo di iniziativa, concordi nel riconoscere il valore formativo di un’esperienza di scambio nel piccolo continente che è l’Europa, in cui i confini interni – perlomeno per i cittadini, bisogna precisare –  hanno un significato relativo.
I giovani che scelgono di affrontare uno scambio Erasmus, rivolto a studenti universitari (benché anche gli studenti di scuola superiore abbiano simili opportunità a disposizione) sono disposti a trascorrere una parte dei propri studi  – dai tre ai dodici mesi – in un diverso paese d’Europa, presso un ateneo con cui quello di partenza abbia un valido accordo bilaterale. Prerequisiti: una buona media, il superamento di un bando di selezione e l’impegno a conseguire un certo numero di crediti formativi attraverso attività accademiche o di formazione professionale presso un’impresa locale (nel caso del progetto già noto come LLP/Placement).

Ma non sono solo gli studenti a poter usufruire di programmi per la mobilità giovanile europea: specifiche opportunità sono aperte anche ai già laureati e diplomati, oltre che ai lavoratori (o aspiranti tali), tirocinanti e imprenditori (idem) di età compresa tra 1 15 e i 29 anni. A questo proposito, Terzaghi fa riferimento all’opportunità Garanzia giovani promossa  – nella fattispecie – dalla Regione Lombardia: i richiedenti possono beneficiare dell’assistenza di un responsabile nel processo di collocamento, che riceverà i fondi comunitari utili alla realizzazione del progetto in caso di approvazione dello stesso. Garanzia giovani, tra l’altro, offre opportunità di stage presso rappresentanze delle istituzioni europee in Italia (presso Roma e Milano) e in altri Stati membri.
Un’iniziativa analoga è messa a disposizione da Eures, portale europeo della mobilità professionale,  nell’ambito di Il tuo primo lavoro Eures , che garantisce assistenza e sostegno finanziario (per le spese di trasferimento e sussistenza) a chi ha tra i 18 e i 35 anni e cerca un’occupazione per un periodo di almeno sei mesi. Il principio di riferimento è quello di creare una connessione tra la domanda e l’offerta d’impiego in diversi stati europei, assecondando le necessità di entrambe le parti. Gli interessati in provincia di Como possono fare riferimento ai consulenti Eures presenti a Seregno e a Milano, tanto per la ricerca di un lavoro in un paese UE quanto nella stesura di un curriculum vitae mirato.

Fagetti ha ripreso la parola per presentare i programmi di volontariato a disposizione di ragazze e ragazzi di età compresa tra i 18 e i 30 anni, cittadini e/o residenti di un paese dell’Unione Europea o di Stati candidati e associati (per esempio Islanda, Norvegia, Turchia e i paesi dell’area balcanica occidentale), purché la sede di destinazione possa offrire una situazione sicura ai volontari. Proprio la sicurezza costituisce un principio fondante del Servizio volontario europeo (Sve), che può dare risposte significative e decisive agli intraprendenti e ai molti “disorientati” che hanno concluso un percorso di studi senza avere le idee chiare sul proprio futuro. Nessuno nasce volontario, ricorda Fagetti, ma potenzialmente chiunque lo può diventare, a patto di trovare un programma che faccia al caso proprio – di proposte ce ne sono in ogni tipo e in quasi ogni paese – e, soprattutto, di essere disposti a mettersi in gioco, per sé e per la comunità ospitante, che pure può trarre beneficio e insegnamento dal contributo dei partecipanti a un progetto di volontariato di lungo o di breve termine (ognuno ha a disposizione fino a dodici mesi di Sve nella propria vita).

Le competenze acquisite durante il periodo trascorso all’estero  – comprensive di una formazione linguistica obbligatoria e certificata per tre anni  – sono attestate dallo Youth pass, il documento rilasciato a fine esperienza, che va a integrare il curriculum del volontario.
Per quanto riguarda la scelta e i preparativi per un programma di volontariato europeo (o internazionale), Fagetti ricorda che i referenti a cui il candidato si rivolge ricevono assistenza a priori, in itinere e a progetto concluso, sia dall’associazione a cui si sono rivolti prima della partenza, sia da quella che riceve nel paese di destinazione; è inoltre assicurata una continua copertura assicurativa sanitaria, peraltro garantita a tutti i cittadini Ue.
Quali sono i costi della partecipazione al servizio volontario europeo? Parlando di cifre, ogni volontario ha diritto a un rimborso comunitario del 90% per un viaggio di andata e una di ritorno, inoltre si ha a disposizione un compenso mensile di circa 100 €, quota variabile a seconda del costo della vita nel paese ospitante. In termini di tempo, invece, l’impegno richiesto da un volontario è di circa 30 ore per cinque giorni alla settimana, oltre a due giorni di libertà per ogni mese trascorso all’estero.
Tuttavia, il contributo più significativo è sicuramente quello personale e “umano” che si mette a disposizione della comunità ospitante, uscendo dalla propria realtà di riferimento per interagire in un contesto inizialmente sconosciuto. Un costo ampiamente ripagato dai benefici acquisiti, come riferito dai tre giovani volontari che sono intervenuti all’incontro. Il primo a riportare la propria esperienza diretta è stato Davide Bordoli, rientrato da qualche settimana da un progetto di un mese presso il centro giovanile “Don Bosco”, nei Paesi Bassi, nella sua sede vicino a  Amsterdam (la stessa associazione ha un’altra base vicino a L’Aia e mantiene una relazione di partenariato con il Csv comasco), in cui i volontari si occupano di assistenza e intrattenimento di bambini e minori. Sono seguite le testimonianze di Célia Bombard, francese, e Ricardo Guarrasco, spagnolo, entrambi attualmente impegnati presso la cooperativa “L’ancora” di Lurate Caccivio, dove si prendono cura di persone con disabilità fisiche e psichiche coinvolgendole in diverse attività ricreative, alcune di esse proposte e introdotte dagli stessi volontari.

Laura Fagetti ha concluso l’incontro elencando i progetti proposti dal Csv per cui sono aperte le candidature.

A dispetto della scarsità di pubblico – il numero dei presenti ha appena sfiorato la dozzina – , ognuna delle presentazioni è stata esaustiva, chiara e dettagliata. Sicuramente, l’incontro avrebbe meritato un’affluenza più consistente, così come sarebbe auspicabile che i progetti di scambio europeo e internazionale fossero presi in considerazione da più giovani, non soltanto durante il percorso scolastico e universitario. Proposte e opportunità per superare una confusione diffusa e accusata da molti neodiplomati e neolaureati non mancano certamente, a patto di saperle valorizzare, cogliere e condividere, attraverso il racconto e l’azione.  C’è da ugurarsi che successivi interventi in tal senso ottengano maggiore risonanza, e che gli interessati  contattino i responsabili per ottenere tutte le informazioni e l’assistenza necessarie. [Alida Franchi, ecoinformazioni]

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