27 luglio/ Non di solo pane vive l’uomo/ Alla stazione distribuzione di musica solidale

Andreani Live 591Non sono molte le cose belle da ricordare dell’Expo milanese, territorio corrotto e corruttore, dedicato a un tema decisivo in modo strumentale e truffaldino. Tra esse il padiglione della Santa sede con la sua capacità di porre con forza, scrivendolo sull’edificio stesso, che l’umanità non è solo cibo e rifugio, ma molto di più, affetto, condivisione e amore per i fratelli e le sorelle, essere parte di una sola popolazione, quella umana.

Per questo è così importante l’iniziativa animata stasera da Filippo Andreani, dall’Arci  e da Como senza frontiere per regalare suoni solidali ai migranti accampati in stazione. Per questo è così importante e segno della vitalità della città della solidarietà che tanti musicisti abbiano aderito (Musica spiccia, Sulutumana, Lelecomplici, Potage, Luca Ghielmetti e tanti e tante altre). Non sarà un concerto, sarà un dialogo, tanto diretto da essere musicale. Perché l’accoglienza è condivisione e contaminazione di culture, musica e letterature, politica e umanità, colori e emozioni, tonalità e poesia. Certo occorrono anche mense, servizi igienici, dentifricio e coperte. Ma senza la solida base delle note che più di ogni altra cosa sanno esprimere l’identità e l’unicità della specie umana non sarà mai sufficiente neppure la migliore organizzazione degli interventi per l’emergenza profughi alla stazione San Giovanni che per noi dovrebbe essere pubblica, statale e comunale insieme, lasciando alle tante organizzazioni che oggi meritoriamente se ne occupano il compito di aggiungere non di costruire impropriamente l’ossatura di ciò che è indispensabile. È singolare che le diverse reti attive sul territorio, mostrando inevitabilmente difficoltà non colmabili con la buona volontà, debbano occuparsi di gestire servizi vitali che invece andrebbero affidati alle istituzioni con adeguate risorse (oggi negate dallo stato),  professionalità e capacità organizzative  mentre è trascurato il versante culturale che pure è essenziale per la costruzione di un mondo nuovo senza  guerre, violenze e povertà. Fare anche solo un piccolo passo verso un nuovo mondo possibile (e urgente) come quello dei musicisti che il 27 luglio alle 21 suoneranno a San Giovanni sarà affrontare finalmente anche dal punto di vista culturale le grandi marginalità in modo non solo emergenziale, ma strutturale. Perché da millenni sappiamo che non di solo pane vive l’uomo e se si pensa che si debba fornire ai profughi solo pane si sta, anche senza volerlo, affermando che essi non sono persone, ma solo bocche e stomaci da sfamare. [Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni]

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