
Comunicazione e design in una mostra dedicata ad Achille Castiglioni a Chiasso
La nuova mostra del m.a.x. museo di Chiasso è dedicata a uno dei maestri indiscussi del design del Novecento, Achille Castiglioni, in occasione del centenario della sua nascita.
In una produzione pressoché sterminata (per le statistiche: nella sua opera vengono ascritti i progetti di ben 290 oggetti, di 484 allestimenti e di 191 architetture), la mostra di Chiasso sceglie, con molta cura, gli esempi più strettamente legati ai temi della comunicazione, quindi in particolare alcuni allestimenti e progetti integrati, spesso svolti in collaborazione, oltre che con i suoi fratelli Livio e Pier Giacomo, con altri maestri del valore di Max Huber e Italo Lupi.
La chiave dell’esposizione è nella sua chiarezza espositiva, nell’articolazione dei temi, delle tipologie, dei documenti e degli oggetti, e nell’attenta regia degli spazi e dei ritmi. Si intende che non poteva essere diversamente, perché proprio questo è l’argomento “profondo” della mostra e collocarsi “in scia” di un tale maestro senza applicarne il metodo sarebbe stato evidentemente del tutto fuori luogo. Interessante è anche il fatto che il gruppo che ha curato la mostra (Ico Migliore, Mara Servetto, Italo Lupi, insieme con Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo) abbia fatto esplicitamente riferimento a una sorta di montaggio cinematografico, in cui la messa-in-sequenza è l’elemento caratterizzante.
Quattro le sezioni: dopo la prima (Io, Castiglioni) di carattere (auto)biografico, le altre tre (Percorsi per l’arte e il design, Teatri per l’innovazione, Paesaggi di segni e prodotti) approfondiscono differenti modelli comunicativi. Molto vari sono gli elementi che compongono questo percorso: moltissimi schizzi di progetto, evidentemente, testimonianze dirette di quando l’ideazione stava nel rapporto fondante tra mente e mano, ma anche molti oggetti a volte “incongrui” (il ready-made e la ricontestualizzazione sono due momenti cardine del processo creativo), a volte pretesto di scherzi tra amici (come il casco da palombaro indossato da Max Huber per le sue comparsate).
E poi anche molti prodotti finiti, che evidenziano la fulminante semplicità dell’idea iniziale, ma anche anche il prolungato affinamento di ogni dettaglio. Di straordinario interesse i modellini: veri e propri allestimenti in scala ridotta, completi in ogni loro parte. A questo proposito, è bene permettersi una breve digressione, per sottolineare l’interesse di un piccolo, accuratissimo modello presentato proprio nella prima sala, che illustra il contributo di Achille e Pier Giacomo Castiglioni e Giuseppe Ajmone alla mostra Colori e forme nella casa d’oggi, tenutasi nella comasca Villa Olmo nell’anno 1957. Finita la mostra e ovviamente smantellati gli stand, la memoria di quella fondamentale tappa nella storia del design italiano è da allora affidata in buona parte agli scritti e alle fotografie, ma questo modellino riesce a restituire non solo le tre dimensioni ma persino anche l’atmosfera di quel momento…
Allestimento della mostra Forme e colori nella casa d’oggi a Como nel 1957
Vi sono poi numerosi video, realizzati nel 1990 da Eugenio Bettinelli con le riprese di Studio Azzurro in occasione di una serie di lezioni da Achille Castiglioni dedicate proprio ai suo allestimenti, che si aggiungono ad alcune grandi proiezioni sulle pareti, utili a restituire la dimensione di coinvolgimento tipica delle opere reali.
E ancora: un omaggio al grande maestro è costituito dai 22 manifesti ideati da altrettanti grafici di fama, collocati all’esterno del m.a.x. museo e concepiti come una sorta di prologo alla mostra vera e propria: una sorta di “breve riassunto dell’universo” della grafica attuale, ispirato dall’eredità del grande maestro.
In sintesi: una esposizione di notevole interesse, in cui è bello lasciarsi andare alle più diverse sollecitazioni. Guardare nel dettaglio i modellini fatti a mano, ripassare la storia del progetto d’autore attraverso alcuni capisaldi, immaginare come doveva essere un grande padiglione espositivo degli anni Sessanta, ascoltare dalla viva voce del protagonista cosa l’ha guidato nel decidere di usare questo o quel materiale in questo o quell’altro allestimento,
Alla fine, risulta chiaro che quella “visionarietà” cui allude il titolo è sinonimo di “metodo” e non certo di “improvvisazione”.
[Fabio Cani, ecoinformazioni]
Achille Castiglioni (1918-2002) Visionario
L’alfabeto allestitivo di un designer regista
a cura di Ico Migliore, Mara Servetto, Italo Lupi, Nicoletta Ossanna Cavadini
Chiasso (CH), m.a.x. museo
31 maggio – 23 settembre 2018
Orari: martedì-domenica 10-12, 14-18; lunedì chiuso
Ingresso: CHF/euro 10, ridotto CHF/euro 7
Info: 004158 1224252, http://www.centroculturalechiasso.ch
Alcune vedute della mostra.
Alcuni oggetti esposti in mostra.