
Si/ Spira in Europa un vento brutto. È un’altra l’Europa che vogliamo
Celeste Grossi, segretaria provinciale di Sinistra italiana – Leu, interviene nel dibattito sulle europee che vede le sinistre divise, frammentate, paralizzate tra volontà di unione e veti incrociati, limitata dall’ipertrofia dei gruppi dirigenti. Sinistra italiana dichiara di volere un’alleanza delle sinistre: «stiamo partecipando a un percorso avviato da Luigi De Magistris per costruire una coalizione ampia della sinistra».
«L’Europa non è mai stata ricca come ora. E non è mai stata così diseguale.
La politica protezionistica e di chiusura delle frontiere e dei mercati ha determinato la costruzione culturale di barriere. L’Unione Europea, che la socialdemocrazia ha contribuito a costruire, è quella delle diseguaglianze, della precarietà, delle guerre ed ha aperto le porte a seduttivi rigurgiti nazionalisti.
L’ideologia del “prima noi” appare come un potentissimo collante sociale che tende a celare la natura di classe e le trame di sfruttamento del lavoro attraverso una continua opera di mistificazione. In Europa questa linea è stata da tempo adottata dai partiti al potere in molti paesi orientali. È la cosiddetta Europa di Visegrad cui fa sempre più riferimento il governo a trazione leghista che sta ridisegnando la mappa politico sociale del nostro paese.
La tragedia delle persone lasciate morire in mare ci parla di un abisso a lungo scrutato, e ci ha restituito un senso comune che credevamo consegnato agli archivi dello scorso secolo.
Non possiamo accettare che le elezioni europee di maggio 2019 siano ancora una volta una messinscena dello scontro illusorio tra popolari e socialdemocratici che hanno fatto le medesime politiche o tra tecnocrazia europea e populismo nazionalista.
Tutte le “famiglie” politiche europee sono a pezzi.
I Socialisti europei sono decimati dalle sconfitte in Francia, Germania, Grecia, Spagna, Italia, Svezia e non riescono a liberarsi di quelle figure che li hanno portati alla disfatta con la difesa dell’austerità. L’ipotesi di Laura Boldrini, ripresa recentemente da Martina, di un listone in cui si trovino insieme Macron, Pse, Tsipras sembra un miscuglio difficilmente definibile e, comunque a maggioranza liberista.
Il Gue è paralizzato dallo scontro interno tra chi vuole cambiare l’Europa e l’euro e chi vuole uscirne, una discussione dura e difficile (come dimostra l’uscita del Parti de Gauche dalla Sinistra Europea).
Catarina Martins (Bloco de Esquerda), Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise), Pablo Iglesias (Podemos) hanno firmato una dichiarazione, poi sottoscritta da Potere al popolo, che strizza l’occhio al sovranismo di sinistra.
La lista transnazionale avanzata da Yanis Varoufakis, appare un’operazione mediatica di vertice, fortemente escludente.
In alcuni paesi come Grecia, Portogallo, Spagna e Germania si va affermando un impianto politico programmatico che fa della critica al liberismo (sia in chiave globalista che sovranista), della centralità ambientale, della difesa del lavoro e dello stato sociale, della solidarietà come valore portante, gli assi fondamentali di una visione dell’Europa alternativa a quella esistente. È a questa discussione che vogliamo contribuire.
In Italia stiamo partecipando a un percorso avviato da Luigi De Magistris per costruire una coalizione ampia della sinistra.
È impensabile che di fronte ai tre poli che ci saranno in Italia, Salvini con Berlusconi, Di Maio, il Pd, le sinistre vadano divise.Ma per ora il “quarto polo” è ancora solo una possibilità alla quale i soggetti che fino a questo momento hanno partecipato ai tre incontri non pubblici, svolti da luglio a settembre, risponderanno pubblicamente entro la fine di ottobre.
Il “quarto polo” non vuole essere la confederazione della sinistra radicale o di tutti quelli che stanno a sinistra del Pd, un mosaico già sconfitto, ma l’unione di tutti i soggetti in campo per arginare l’avanzata delle destre. Una coalizione ampia, molto civica, con chi ha fatto dei diritti la propria lotta principale, con chi ritiene che la difesa e l’attuazione della Costituzione siano il punto cardine di collante politico. Uno “schieramento largo” contro fascismi e razzismi, estraneo e alternativo all’europeismo liberista e al sovranismo, anche nelle improbabili versioni di sinistra.
Sulle tre parole chiave – antifascismo, opposizione ai sovranismi, contrasto alle politiche liberiste di Bruxelles – Sinistra italiana dà un giudizio positivo, ritenendo necessario opporsi all’onda nera, senza sommare tutto e il suo contrario e senza chi ha favorito quell’onda. Su queste basi potrà partire, finalmente, un confronto per le alleanze necessarie e desiderate per costruire qualcosa di diverso sia dall’Europa di Maastricht, sia dall’Europa di Visegrad, sia da quella pensata dai “sovranisti” di sinistra come risposta ai nazionalisti di destra. [Celeste Grossi, segretaria Sinistra italiana-Leu Como]