#NoiCiSiamoScocciate/ Le donne del mondo libere da guerre, violenze, povertà

25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
25 November – International Day for the Elimination of Violence against Women
25 de noviembre – el Día Internacional de la Eliminación de la Violenciacontra la Mujer
25 novembre – la Journéeinternationale pour l’élimination de la violence à l’égard des femmes
25 ноября – Международный день борьбы за ликвидацию насилия в отношении женщин
اليوم الدولي للقضاء على العنفضد المرأة تشرين الثاني/نوفمبر25

Shirin Ebadi, la prima donna musulmana a ricevere il Premio Nobel per la pace nel 2003, per il suo impegno in difesa dei diritti civili e contro l’umiliante condizione della donna in Iran, presentando il suo romanzo, La gabbia d’oro (Rizzoli 2008), ha detto: «Se non potete eliminare l’ingiustizia, almeno raccontatela a tutti». È per rispondere a questo appello che ho volentieri aderito alla richiesta di “metterci la faccia” e contribuire con una testimonianza che mi è stata rivolta dalla Women in White – Society che con il motto “Raccontiamo per cambiare il mondo”, per due anni, con cadenza quindicinale, ha raccolto e pubblicato sul web «piccole e grandi storie di quotidiano sessismo», caratterizzate dall’hashtag #NoiCiSiamoScocciate.
Ho pensato a lungo a cosa scegliere di raccontare di me, una donna “fortunata”. Nella mia vita ho subìto “solo” discriminazioni, molestie, insulti sessisti. Queste violenze di genere, secondo la definizione della Convenzione di Istanbul, sono tanto consuete che noi donne stesse le consideriamo Piccoli contrattempi del vivere [citazione del titolo del bel libro di Grace Paley]. Poi ho scelto: illuminare lo spazio pubblico perché, anche nel nostro paese, si tenta di enfatizzare l’aspetto privato, relazionale, delle violenze di genere, confinandole quasi esclusivamente all’interno del rapporto uomo-donna. Certo, anche io ho partecipato alla Campagna internazionale #metoo, insieme ad altre ho preso parola per rompere il silenzio sugli stereotipi di genere di una società malata che tenta di far coincidere la libertà femminile con la disponibilità delle donne a concedersi, ma sono convinta che fino a quando non riusciremo a passare dal #metoo al #wetoogether, non saremo in grado di cambiare i ruoli sociali e i rapporti di potere, responsabili delle violenze di genere. I nostri racconti, pur importanti e liberatori, non sono sufficienti a esplicitare la rilevanza sociale e politica, connessa alla violazione dei diritti umani delle donne. La mia testimonianza si intitola “Come donna non ho patria”
Ora l’intenzione della Women in White – Society è quella di pubblicare in un libro «le storie e le immagini di tutte le donne e di tutti gli uomini che hanno partecipato all’iniziativa», perché non spariscano nell’oblio e «per contribuire all’inizio di una nuova era, rispettosa delle differenze e ci renda liberi dai pregiudizi e dalle gabbie di genere!»
Per farlo la Women in White – Society (http://www.womeninwhitesociety.org/) chiede di sostenere il progetto con donazioni o prenotando una copia del libro (https://buonacausa.org/cause/contro-il-sessismo-dal-web-al-libro-vero). L’uscita è prevista per l’8 marzo 2019, in occasione della giornata internazionale della donna. [Celeste Grossi]

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