Il declino della democrazia

Il risultato delle urne in tutto il paese è sconfortante. A Como città l’elettorato apertamente razzista supera ampiamente il 40 per cento, in provincia è maggioranza assoluta. Si tratta di un risultato che evidenzia che c’è nel nostro territorio un serbatoio di incultura e cattiveria che un tempo incivilito dalla destra liberale (affarista, corrotta, ingiusta, ma non assassina) si esprime ora senza pudore in tutta la sua oscenità. Vivere in un contesto così preoccupante è triste, non tanto e non solo per le conseguenze politiche che la situazione determinerà, quanto per dovere prendere atto che c’è stato davvero “buonismo” in molte delle nostre analisi.

Abbiamo inconsciamente edulcorato il giudizio su una grande parte delle persone che ci circondano. Dobbiamo ammettere che tante di loro non sono semplicemente ignoranti, disinformate, plagiate e succubi della macchina propagandistica della distrazione di massa (dai Balocchi al Giro), sono persone violente e smisuratamente egoiste, cercano qualcuno pronto, anche a costo di ingiustizia, violenza e sangue, a eliminare chiunque possa svuotare di qualche spiccio le loro (talora già colme) tasche. Assistiamo non solo al trionfo delle destre neofasciste di governo, ma, e ciò è più grave, al tripudio nell’elettorato del razzismo, della xenofobia, della voglia di sopraffazione di tanti verso tutti gli altri.

In questo contesto resiste una parte della popolazione lariana civile che si esprime nel voto al centro progressista (senza Bergoglio l’esito sarebbe stato ancora più tragico) e alla destra liberale.

L’elettorato della sinistra si assottiglia ulteriormente grazie alla diaspora della “sinistra dei commissari tecnici della nazionale” (gli strateghi che sanno sempre fare la mossa del cavallo, votando chi non li rappresenta per astutissimi piani), quella del fancazzismo radicale (aperitivi, new age, benaltrismo, opportunismo) sempre pronta all’astensione come scelta di “impegno” nel non impegno, quella settaria che vota solo per se stessa ed è impegnata tra un’elezione e l’altra solo a valutare quali tra i suoi compagni di strada sono più compagni di altri, quella che per paura di perdere o di avere conseguenze anche banali dall’essersi schierata si mimetizza, quella che vota solo per chi può vincere, indipendentemente dalle idee che propone.

Sapere di essere immersi in una realtà sociale e umana tanto degradata potrebbe ragionevolmente spingere all’indifferenza. No, nessuna resa è ragionevole. Occorre Resistere. Occorre puntare sulla consapevolezza che l’elettorato barbarico è ondivago, è dotato di pulsioni forti, ma sconnesse, che potrebbero disarcionare i gerarchi appena acclamati capitani del popolo. Occorre confidare comunque sulla nostra capacità di cambiare il mondo restando umani.

La civiltà potrà ancora emergere anche nella regione del Lario. Dal letame nascono i fiori. [Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni]

Per i dati nel Comasco consulta il sito della Prefettura di Como

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