Culturattiva/ Un dialogo con Benedetta Tobagi

Culturattiva, la serie di presidi organizzata da Unione degli studenti per riportare al centro della società arte, cultura e socialità, ha visto la sua conclusione venerdì 4 giugno. L’ultima iniziativa ha visto due ospiti d’eccezione: Benedetta Tobagi, storica che ha tenuto una lezione sullo stragismo nero degli Anni di Piombo, e Chiara Zanisi, violinista.

Benedetta Tobagi ha tenuto una lezione su uno dei periodi più controversi della storia italiana, quello che tra 1969 e 1980 ha visto una serie di attentati che hanno tolto la vita a decine di innocenti. Stragi senza nome e senza rivendicazioni, ma che in anni di indagini si è scoperto essere collegate a gruppi neofascisti tra cui spicca il nome di Ordine nuovo. La storia di Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus e Bologna (per citare le più celebri) è un intrico di depistaggi e corruzione nelle magistrature e tra le forze di polizia che ha una precisa ragione storica. Tobagi ha infatti sottolineato come la giovane età della Repubblica italiana, la dipendenza politica dagli Stati Uniti d’America e le fragilità dovute alla guerra civile del ’43-’45 siano stati tre fattori decisivi che hanno favorito il clima di instabilità politica che ha caratterizzato quel tragico decennio.

La strategia della tensione aveva uno scopo ben preciso: creare una situazione di insicurezza che favorisse l’autoritarismo e l’accentramento dei poteri. Questo scopo non era però solo il movente degli attentatori, ma anche quello di tutte quelle istituzioni politiche e giuridiche che avevano interesse nel minare la credibilità delle forze comuniste. La sinistra, infatti, si era resa protagonista della Resistenza ed aveva acquisito una solida immagine democratica ed antifascista; questo fatto, però, era un elemento critico nei rapporti con gli americani, dato che rendeva inaffidabile l’Italia nell’economia della Guerra Fredda. Far credere all’opinione pubblica che gli attentati fossero di stampo anarchico o comunque di estrema sinistra era un’arma propagandistica formidabile per rendere più centrista il quadro politico dell’Italia di quegli anni.
Moltissime delle vicende di quel periodo, un decennio di violenza sia da destra che da sinistra, sono ancora oggi oggetto di indagini e controversie. Informarsi e raccontare anche alle nuove generazioni la realtà socio-politica in cui quei fatti si sono svolti è fondamentale non solo per creare consapevolezza riguardo un passato complesso, ma anche per comprendere molte delle dinamiche che connotano la politica odierna.

Benedetta Tobagi ha raccolto poi alcune domamde dai ragazzi presenti, facendo luce sui rapporti tra i terroristi e la mafia e riflettendo sul fatto che, in termini di consolidamento del potere della DC, effettivamente l’obbiettivo politico centrista di governi e servizi segreti di allora ha avuto effetto.

In conclusione, Chiara Zanisi al violino e Carlo Maria Paulesu al violoncello hanno offerto un breve concerto con musiche, tra gli altri, di Händel e Bach.

Si chiude così Culturattiva, che per cinque venerdì ha cercato di riportare al centro della società comasca arte e cultura, due fattori sociali ignorati in condizioni normali e marginalizzati quasi del tutto durante la pandemia. L’obbiettivo è riuscito solo parzialmente, data la partecipazione non troppo ingente di pubblico, ma di sicuro ha sottolineato alcune contraddizioni di una società e di una città che è troppo incentrata sul profitto e troppo poco sullo sviluppo umano delle persone che ne fanno parte. [Pietro Caresana, ecoinformazioni]

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