Minghetti e associazioni: un dialogo sulla Rebbio multiculturale

Nella serata di venerdì 18 febbraio, all’oratorio di Rebbio, Barbara Minghetti, candidata del centrosinistra alle comunali comasche, ha incontrato le associazioni di quartiere per un confronto nell’ottica di comprendere potenzialità ed aspetti problematici dell’area più multietnica di Como.

Conscia della doppia difficoltà che Como sta vivendo tra l’incuria sociale della giunta Landriscina e la pandemia, Minghetti ha deciso di aprire un dialogo quartiere per quartiere. Questo nel segno dei due punti chiave che la candidata intende portare avanti se verrà eletta: relazione ed aggregazione.
Rebbio conta il 30% di popolazione di origine straniera, un dato molto sopra la media locale e nazionale. Conta però anche un’elevata quantità di persone anziane, che necessitano di appoggio e compagnia nella solitudine che spesso connota  la terza età.

Don Giusto Della Valle ha illustrato all’ospite la situazione socioculturale di Rebbio

I due temi messi al centro da Minghetti si sposano perfettamente con la situazione del quartiere, all’interno del quale sono fiorite numerosissime realtà sociali ed associative spesso proprio per colmare le lacune istituzionali. Soprattutto, il leitmotiv della serata sono stati la necessità di combattere l’isolamento anagrafico e culturale, di supportare la creatività e la spinta vitale delle giovani famiglie (soprattutto extracomunitarie) e di sfruttare le competenze del terzo settore per realizzare le potenzialità della zona.

Tra le realtà presenti: Arci Como, il Seme, Acli, Cgil, Supporto attivo, ma anche insegnanti e un rappresentante della società sportiva di Rebbio

Una missione, quella di generare cittadinanza e rendere consapevoli delle potenzialità culturali di Rebbio i suoi abitanti, che trova però diversi ostacoli. L’abbandono negli ultimi anni da parte delle istituzioni è il primo di questi. Sono numerosi i bandi e progetti andati in fumo e così come i casi di isolamento delle esperienze di volontariato, problema a dire il vero diffuso in tutta Como, per via del difficile dialogo con l’amministrazione. La richiesta dei rappresentanti della società civile presenti è quella di assumere una linea politica che valorizzi le realtà territoriali se non finanziandole almeno non ostacolandole, dato che in realtà multiculturali e semiperiferiche come quella presa in esame è facile sfociare dalla potenzialità alla criticità.

Tre rappresentanti di Supporto Attivo, esperienza di volontariato nata durante la pandemia il cui magazzino è stato sfrattato dalla giunta Landriscina

La collocazione di Rebbio e l’autopercezione dei suoi abitanti come periferia è stato il secondo sottotesto della serata, una narrazione comune anche ad altre zone comasche e che le vede come aree altre rispetto al centro. Il progetto di Minghetti di valorizzare Como soprattutto per fini turistici e culturali (con una particolare attenzione ai giovani) si scontra implicitamente con questa difficoltà anche urbanistica. Un eventuale suo mandato come sindaca dovrà guardarsi dal focalizzarsi troppo sulla zona lago/mura: non farlo aumenterebbe la gentrificazione già in corso e amplierebbe la cortina sociale ed economica che cala da metà di via Milano in su.
D’altronde, la progettazione territoriale e sociale è una serie di bivi ed è quindi lecito aspettarsi che, anche con l’ausilio di figure ad hoc, la valorizzazione della città interessi ogni sua parte, risolvendo quei tanti piccoli problemi periferici (assenza di lampioni, mancanza di facilitatori e mediatori per bambini stranieri nelle scuole…) che fanno la differenza in un tessuto urbano sano.

Insomma, come ha concluso la stessa candidata sindaca a fine della lunga serata, il materiale raccolto è tanto. Tra ambivalenze strutturali e situazioni di solo apparente facile gestione, sono tante le sfide che una visione attenta alla dimensione socioculturale della città pone a chi la amministra. L’interrogativo, ammesso che venga eletta, è se Minghetti sarà capace di ascoltare le tante voci dell’associazionismo per rispondere alle tante ma sensate richieste della società civile. [Pietro Caresana, ecoinformazioni]

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