
Luigi Nessi/ Ancora sgomberi invece di umanità e diritti
Prosegue la lotta ai poveri dell’amministrazione di destra di Como. Sgomberata l’ex tintostemperia di via Pastrengo. Uno sgombero qualsiasi, mi pone e dovrebbe porre a tutti, sempre, molte riflessioni. Prima di tutto mi chiedo: dove vive chi attualmente “comanda” la nostra città? Non sanno, o fanno finta di non sapere, che a Como ci sono persone che sono costrette a dormire nelle fabbriche abbandonate o sotto i portici delle chiese? Mi chiedo sempre se, girando in città, non abbiano occhi per vedere.
Certo, sono situazioni difficili e complicate. Chi non vuole risolvere i problemi mi dirà che sono loro, sono quelle persone, che vogliono vivere in queste condizioni. Non sono d’accordo: per essere accoglienti, occorre far capire che in quelle condizioni non si può vivere. Significa dialogare con loro, incontrarli, coinvolgerli, condividere i loro drammi e magari trovare loro un posto di lavoro. Tra l’altro quattro delle persone sgomberate avevano un regolare permesso di soggiorno. A tanti viene complicata o rovinata la vita. Perché il problema delle persone è stato ignorato sino ad ieri, giorno dello sgombero? Se – come leggo – il Consiglio comunale ha deciso nel 2021 di assegnare questo luogo a una nuova proprietà, il tempo per costruire un progetto per queste persone c’era, e c’è stato anche tanto tempo prima. Riflettiamo: se si chiudono i dormitori, terminata l’emergenza freddo, è inevitabile che tante persone, e sottolineo persone, cerchino un altro luogo per passare la notte. Riflettiamo, con tutti gli spazi chiusi che ci sono in questa città: da Tavernola a Prestino, dalla casa di via Volta a tutti i vani vuoti che ha il pubblico patrimonio non si può davvero fare nulla per evitare gli sgomberi? Un tetto, un luogo dove vivere, dovrebbe, deve, essere un diritto di tutti, italiani e persone che giungono a Como da altri paesi lontani. Como è una città con tante associazioni e persone generose impegnate nel campo dell’accoglienza. Spesso però chi dovrebbe organizzare le disponibilità solidali non intercetta le proposte risolutive o addirittura le ostacola. Inutile far finta di nulla: Como è città di frontiera e persone che arrivano e transitano alla ricerca di una vita migliore, ci sono sempre state e sempre ci saranno. Occorre quindi trovare alternative agli sgomberi, posti per far vivere tutti con dignità. Per me, cittadino comasco, ieri è stata una brutta giornata. Speriamo che il futuro sia più attento a queste fragilità e alle persone in difficoltà. [Luigi Nessi, ecoinformazioni]