
Il Prc contro le guerre
Il 28 maggio, in piazza Verdi a Como, una decina di esponenti del Prc – tra loro il segretario provinciale Pierluigi Tavecchio – e Giovani Comunisti hanno presentato la Campagna contro il carovita e la guerra.

Tavecchio ha espresso insieme alla condanna dei crimini di guerra contro i civili ucraini, il NO sull’invio delle armi da parte della UE e della Nato alle forze armate ucraine, argomentando che l’effetto di questa azione è il prolungamento della guerra invece di contribuire alla sua fine.
Una seconda strage, anche se immediatamente meno violenta, in corso e in parte si accresce grazie al conflitto armato: è quella determinata dall’inflazione e dal crescente carovita, prosegue Tavecchio. L’Italia è particolarmente colpita da questo problema avendo stipendi e redditi tra i più bassi d’Europa. Qui, chi guadagna sono quelli che vendono armi e coloro che speculano sulla crescita dei prezzi delle materiie prime, dell’energia. La guerra, in tutti casi – afferma Tavecchio – la perdono, coloro che soffrono, i poveri, le classi lavoratrici, le parti della popolazione più vulnerabili.
Il Prc chiede un aumento generalizzato dei salari e delle pensioni, che i prezzi dei beni di prima necessità vengano sottoposti a controlli che impediscano le loro fluttuazioni verso l’alto incontrollate, un salario minimo orario di 10 euro garantito per legge.
Come riuscire a portare a realtà queste rivendicazioni? Dove trovare i soldi? Tavecchio e il suo partito propongono prima di tutto di interrompere il finanziamento all’industria delle armi, tagliando le spese militari. Si potrebbe poi tassare maggiormente i super profitti delle imprese che speculano sulla crescita dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Infine introducendo una tassa patrimoniale sulle ricchezze superiori a un milione d’euro. [Beatriz Travieso Peréz, ecoinformazioni] [Foto e video Beatriz Travieso Peréz, ecoinformazioni]