
La forza delle donne
Nel mattino del 28 luglio davanti alla Prefettura di Como si sono ritrovati in presidio diversi sindacati e associazioni, insieme per condannare la violenza sulle donne. La manifestazione è nata dopo il femminicidio di Valentina, ragazza trentenne residente a Cadorago, uccisa tre giorni fa dal compagno. Una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto per consegnargli le prooste delle e dei manifestanti. Contemporaneamente in strada si sono susseguiti per più di un’ora gli interventi sulla misoginia latente nella nostra società e su come combatterla.
Secondo l’Istat, il 92,2 per crento delle donne uccise nel 2020 è stata uccisa da una persona conosciuta. Per oltre la metà dei casi, il 51,7 per cento, le donne sono state uccise dal partner attuale. L’educazione tradizionalista, con la scusa di badare alla sicurezza alle donne, pretende che vengano messi vestiti odesti, e si esca sempre accompagnata per strada per non dare opportunità al “cattivo” di fare violenza.
Secondo le statistiche dovremmo piuttosto paradossalmente chiedere alle persone di non frequentare le proprie famiglie e i gruppi sociali di appartenza e interagire piuttosto con chi non ci conosce. Gli approcci tradizionali non sono riusciti a diminuire il femminicidio dal 2005 al 2020, e come detto oggi davanti alla Prefettura, bisogna agire in modi nuovi: con le scuole e sensibilizzando i maschi sui posti di lavoro. Questo per avere il necessario cambiamento dalle fondamenta dell’approccio a problema.



Alessandra Ghirotti (Cgil) ha sottolineato l’importanza delle associazioni e delle istituzioni, «Le donne, la forza, ce l’hanno. Ce l’hanno dentro, e la forza è l’unità». Dentro una società che ci spinge a competere invece di appoggiarci e a possedere invece di condividere, la sorellanza è intrinsicamente rivoluzionaria.
La delegazione tornata dall’incontro col Prefetto ha evidenziato il bisogno di creare un meccanismo sistematico che intervenga sulla cultura delle persone a partire dalle scuole, incluse le scuole materne. È stato chiesto di lanciare una campagna che possa allargare il più possibile questo intervento anche a livello di istituzioni, a livello di cultura: una vera iniziativa trasversale.






A Como esiste già una ampia rete di associazioni che lavorano sul tema. Tra loro quelli presenti oggi: Cgil, Uil, Cisl, Non una di meno, Telefono donna, Arcigay, Arci insime a singole persone. Queste realtà andrebbero appoggiate e a loro volte sono disponibili per supportare l’iniziativa proposta in Prefettura. La violenza sulle donne permea tanti aspetti della nostra cultura, non esiste una cura unica da applicare… ma oggi abbiamo visto come, insieme, in sorellanza, i passi avanti si possono fare. [Beatriz Travieso Pérez, ecoinformazioni]
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