Il Vortice/ Declino italiano e declino europeo: come uscirne?

L’attuale scenario italiano di declino politico e culturale si riflette in modo emblematico nel contesto europeo, segnalando una fase di incertezza su come uscire dalle numerose crisi. Da questa premessa parte il primo incontro del terzo giorno del festival Il Vortice di Iconografie. A discuterne Luca Misculin de Il Post e il giornalista Alessandro Leonardi, moderati da Alessandro Massone di Undermedia.

Quello che succede in Italia può essere visto come una parte di quello che è un movimento di crisi europeo. Alessandro Leonardi, giornalista, ha identificato come ci sia un trend reazionario e di difesa dello status quo, con politiche di identità e protezione dei confini della cosiddetta Fortezza Europa, che dall’Italia si estende soprattutto all’Europa dell’est ma non solo. L’Italia si trova di fronte a una sfida demografica senza precedenti, con una popolazione che mostra segni di invecchiamento e una riluttanza al cambiamento.

La tendenza nostalgica verso i periodi di boom economico passati indica una certa resistenza all’innovazione e alla necessità di cambiamenti. È in un contesto simile che l’estrema destra prolifera in buona parte dell’Europa. La selezione di migranti e profughi, tra chi è percepito come più affine e viene accettato e chi invece è respinto. Dove la diversità fa paura e siamo orfani di ideologie che richiamino un futuro diverso. Questo è il declino. Un contesto che vede collegarsi destra italiana e destra internazionale, forti di potentati economici e Think tank più o meno conservatori, sostiene Leonardi. Centri di potere che appoggiano per questioni ideologiche e geopolitiche i concetti di Dio, patria e famiglia.

L’Europa orientale, in particolare Ungheria e Polonia, ha assistito a un’ondata di nazionalismo che ha alimentato la percezione di una minaccia all’eterogeneità etnica e culturale e portato ad esprimere élite dalle posizioni simili. Solo Repubblica Ceca e Slovacchia sembrano più inclini al dialogo. Nei paesi baltici, l’identità nazionale può sfociare in forme di ostilità verso la migrazione, come ha fatto notare Luca Misculin, giornalista che si occupa di politica estera e migrazioni. Il nazionalismo dei paesi post-sovietici, stimolato dall’Europa durante e dopo la fine della Guerra fredda è poi sfuggito dal controllo delle democrazie liberali.

Secondo Misculin la destra ha estremizzato il dibattito portandolo sul proprio piano. E così l’informazione riflette questa estremizzazione, nei toni e nei temi trattati. Con Meloni e Salvini rappresentanti di coloro i quali hanno basato la loro carriera politica sulla distorsione dei fatti, con una propaganda predatoria – basti solo pensare all’ultimo video di Meloni pieno di falsità –, che ai commentatori politici piacque nella loro ascesa e ancora piace. Discorsi che hanno inquinato il dibattito e abbassato il livello culturale, con l’obiettivo di sostituire una supposta egemonia – purtroppo più temuta che reale – della sinistra.

Una crisi imputabile anche al fallimento delle politiche economiche e sociali neoliberiste, che hanno alimentato queste forze capaci di intercettare la rabbia e sfruttare declino e malcontento a proprio vantaggio. Tuttavia, le stesse politiche proposte da queste destre oggi aggravano la situazione, mancando di proposte alternative rispetto ad azioni legislative neoliberali, che vedono uno speculare arretramento nei diritti civili, o a un militarismo rinnovato. Un declino, quindi, tanto economico quanto geopolitico, che ricalca errori già commessi in passato in un eterno ritorno di una storia che si ripete come farsa.

La risposta di questo dibattito, animato nel finale da numerose domande di un pubblico giovane e alla ricerca di prospettive su come invertire la rotta, è che gli anticorpi al declino sono solo una società civile e i corpi intermedi contrari alle azioni del neoliberismo applicato, pronti a contrastare la retorica dominante. Forze di resistenza che rappresentano la speranza per il futuro, capaci di contrastare la ferocia con umanità, proposte di pace e inclusione. [Daniele Molteni, ecoinformazioni]

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