Consiglio provinciale

Il Consiglio provinciale di Como di lunedì 8 novembre

Meglio una gallina oggi o un uovo domani? A Villa Saporiti, nella seduta del Consiglio provinciale di lunedi 8 novembre, minoranze e maggioranza hanno discusso delle opportunità previste dalla rimodulazione dell’ammortamento dei Bop, i buoni ordinari provinciali emessi nel 2005: buon risultato per il centrodestra, modo per batter cassa hic et nunc, alla faccia dei maggiori debiti accumulati per i prossimi vent’anni, secondo le minoranze… Leggi l’articolo sul blog di ecoinformazioni Reteco

Il consiglio provinciale di lunedì 22 settembre 2008

Primo giorno in aula per Mascetti come vicepresidente provinciale. Critiche dalla minoranza che svela i “mandanti” della defenestrazione di Cattaneo e denuncia la guerra di potere tra la maggioranza, che invece lascia correre confermando la mancanza di fiducia per l’ex che ha parlato troppo come unica causa.

La preliminare di Renato Tettamanti (Prc) ha aperto il consiglio provinciale di lunedì 22 settembre. L’esponente comunista comasco ha voluto commemorare la scomparsa del professor Marco Riva avvenuta lo scorso 25 agosto, ricordandolo come persona di grandi e diversi interessi, impegnato da sempre in politica (molto attivo nel consiglio della circoscrizione 8) e prorettore dell’università di Slow Food, insomma «un intellettuale organico e di grande senso civile» come definito dallo stesso Tettamanti. All’encomio si è associato anche l’assessore Alessandro Fermi, che lo ha ricordato anche per il suo impegno nel Cfp di Como.
Ma il tema scottante della giornata è stata la presentazione del nuovo vicepresidente Paolo Mascetti, subentrato a Francesco Cattaneo nell’ambito della nota “staffetta” tra i due esponenti di Alleanza Nazionale, scambiatisi di ruolo dopo il defenestramento di Cattaneo da parte di Carioni. Le preliminari di rito hanno visto il presidente elogiare le qualità professionali e politiche di Mascetti, definito «uomo dalla signorilità comportamentale» in evidente contrasto con il compagno di partito, «con cui si era rotto il rapporto di fiducia avendo offeso me e un ministro della repubblica». Mascetti non ha nascosto le difficoltà da lui incontrate nel prendere questa scelta, ma si è dichiarato fiducioso e speranzoso di costruire un rapporto amichevole con tutti i consiglieri.
Di diverso respiro l’intervento del capogruppo Pd Mauro Guerra: «Nulla di personale, tutto di politico – ha esordito l’esponente democratico – Perché ora nelle sue mani ci sono partite scottanti (Servizio idrico integrato, Piano cave e politiche ambientali), questioni su cui la maggioranza a giuda leghista non è mai stata “padrona a casa sua”, dato che ogni decisione era sottesa alla volontà di Milano o Roma. Gli stessi luoghi dove è stata decisa questa staffetta per cui il sindaco di Rovellasca diventa vicesindaco di Como. Occorre ridare dignità alle istituzioni altrimenti genereremo solo disprezzo e il primo modo per farlo è smetterla di trattarle come un affare privato o di partito, logica che giustifica questo scambio. E se questa maggioranza non riesce a governare abbia il coraggio di parlarne in consiglio o di andarsene se non trova un’intesa politica».
Tocca invece a Renato Tettamenti ripercorrere la cronistoria del defenestramento del sindaco di Rovellasca e provare ad individuarne i mandanti: «Pochi giorni dopo la visita di Bossi a Como, Cattaneo vicepresidente, Tambini assessore al bilancio, Cattaneo capogruppo di An e Grassi capogruppo di Fi firmano una nota in cui criticano la gestione della visita del ministro, a cui non furono invitati tutti le forze politche, accusando Carioni di un uso personale delle istituzioni. Le indiscrezioni dicono che tutti tranne Cattaneo chiesero scusa e nel frattempo Minotti, capogruppo della Lega, scrisse a Carioni chiedendo di prendere provvedimenti. Nella lettera di “licenziamento” infine, non si cita nemmeno quella famosa nota firmata dai quattro esponenti. Dobbiamo forse dedurne che è Minotti il vero capo della Provincia?».
Fabio Moltrasio (Pse) ha invece definito la vicenda «un tentativo di ridurre una crisi politica ad affari di calciomercato a campionato iniziato» e ha presentato una mozione di sfiducia, che necessiterà però la firma di 12 consiglieri. Enfatizzando la legittimità del provvedimento di “espulsione” Minotti si è sottratto all’analisi nel merito dell’argomento, ma ha ricordato che «la maggioranza ha una propria linea politica in cui la Lega è adeguatamente rappresentata e se su alcuni provvedimenti come l’approvazione dei piani integrati di recupero ci sono state divisioni è normale su un argomento così grosso». Un’altra esponente della Lega, Claudia Lingeri, si è detta fiera di un presidente «fiero e giusto che non permette offese a se e a Bossi.
E mentre Rita Livio ha definito lo scambio «indegno», tutti i capogruppo della maggioranza hanno testimoniato con interventi la propria fiducia nel presidente Carioni, minimizzando il problema a fatto personale e attaccando un’opposizione che «alimenta la soap opera mediatica».
Il gran finale è stato lasciato ovviamente al presidente Carioni, che dopo aver ribadito la rottura del rapporto di fiducia con Cattaneo, a spiegato che quel giorno in cui bossi venne a Como «ero in buona fede e cercavo di stabilire un rapporto con Roma per le esigenze del territorio come il secondo lotto della tangenziale di Como. Mi sto impegnando, in questa situazione difficile a contattare vari ministri di questo governo (tra cui Tremonti) e prometto che organizzererò meglio le prossime visite ufficiali e che entro quindici giorni riassegnererò la delega al turismo». Mauro Guerra è quindi insorto per quello che ha definito «un finale da Libro cuore» ma il presidente del consiglio gli ha tolto la parola accusandolo di «ripetere le stesse cose» [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Il consiglio provinciale di giovedì 18 settembre

Riaprono i lavori del Consiglio provinciale e le opposizioni attaccano sulla gestione degli Swap. È necessario data la perdita già registrata di 800 mila euro cambiare rotta.

Con una mozione urgente i consiglieri Renato Tettamanti, Prc, Mauro Guerra e Cornelia Borsoi, Pd, hanno chiesto al Consiglio provinciale di impegnare la Giunta provinciale comasca a «esplicitare le motivazioni con cui si utilizzò il ricorso agli Swap non con finalità speculativa, ma per copertura da rischi (quali?)», di chiarire se si ritengano «le professionalità presenti nell’ente ancora adeguate alla gestione dell’operazione» e di «avvalersi di una consulenza esterna indipendente dal sistema bancario, per valutare anche l’esistenza di eventuali costi impliciti nelle operazioni non rese trasparenti a suo tempo dalle banche e la possibilità di eventuali azioni legali».
«Sullo stesso argomento, nel marzo 2008, era stata presentata interpellanza dai consiglieri d’opposizione a cui era seguita una risposta-discussione in sede di bilancio consuntivo 2007 non soddisfacente» dichiarano i firmatari che ricordano anche che «l’utilizzazione dei derivati finanziari da parte degli Enti locali era consentita solo in relazione alla gestione delle effettive passività con finalità di copertura dei rischi e non con finalità speculative» tanto più che queste operazioni speculative hanno comportato «per l’anno in corso una perdita di circa 800 mila euro».

Il consiglio provinciale di lunedì 30 giugno 2008

Sarà la segreteria tecnica a valutare l’inversione di percentuali dell’area Sant’Anna. Un altro tecnico per valutare lo Swap provinciale e la possibilità di eliminarlo.

«Allora, cominciamo o no? Che alle otto dobbiamo andare». Sono le 17.15 e il presidente Ferdinando Mazara richiama all’ordine la truppa leghista che, facendo il suo ingresso in aula, permette l’avvio della seduta consiliare di lunedì 30 giugno.
Sembrava un quisquilia burocratica, di quelle che inevitabilmente occupano i primi minuti di ogni Consiglio, ma la nomina del rappresentante provinciale nel consiglio direttivo del Museo della seta ha scatenato un piccola polemica. All’annuncio che il prescelto sarà Mario Cantaluppi, Rosangela Arrighi (Pd) ha chiesto la parola sottolineando «che lo statuto prevede le pari opportunità anche nella rappresentanza. Invece la nomina è caduta su un uomo, neanche troppo giovane». Ha continuato poi la Arrighi rivolgendosi al presidente: «Spero di non dover più sottolineare questi fatti in futuro».
Come previsto dalla finanziaria, il Consiglio ha poi deliberato la definizione degli organi collegiali indispensabili: confermati quelli degli anni passati è stato proposto un emendamento che consenta la creazione di Commissioni consiliari specifiche qualora ce ne fosse la necessità. Sia la delibera che l’emendamento sono stati votati all’unanimità.
Si è giunti quindi ai punti più salienti iscritti all’ordine del giorno: ha aperto le danze Renato Tettamanti (Prc) presentando l’interpellanza urgente sulla questione dei contratti di swap sottoscritti dalla Provincia, che hanno sottotratto alle casse provinciali circa 600 mila euro nel 2007, tra debiti e mancati introiti previsti. I firmatari, tutti delle minoranze, chiedono di informare il Consiglio dei dettagli contrattuali: previsioni triennali, numero di rilevazioni, costo di risoluzione e propongono di avvalersi di una consulenza esterna per valutare l’opportunità di mantenere il contratto. Concludendo l’intervento Tettamanti ha sottolineato le scelte di molte amministrazioni locali che si stanno disfando degli swap sottoscritti, e il trend internazionale, portando ad esempio Germania e Inghilterra, paesi dove è proibito alle amministrazioni pubbliche usare questi strumenti di “finanza derivata”.
Gli ha risposto l’assessore al bilancio Tambini, sottolineando dapprima gli introiti derivati dal contratto negli anni 2005 e 2006. Entrando nel merito della questione, l’assessore ha chiarito che «si può risolvere il contratto ora, ma non è conveniente. Banca Intesa ci ha dato comunque la sua disponibilità a rivedere i termini del contratto e per questo sto valutando l’ipotesi di avvalerci di un soggetto terzo, svincolato da istituti di credito, così da avere un parere più oggettivo possibile». Assessore e firmatari hanno convenuto sull’opportunità della consulenza esterna, che dovrebbe avvenire in tempi rapidi e sottostare al monitoraggio della commissione bilancio.
Ivano Bernasconi (Fi) ha poi presentato la mozione a nome del gruppo di Forza Italia sulla repressione operata in Tibet dalle autorità cinesi. La mozione denuncia il silenzio della comunità internazionale e propone che questa avvii un processo di pressione diplomatica sul governo cinese che possa anche sfociare nell’applicazione di «severe sanzioni internazionali». Tutti i consiglieri si sono trovati d’accordo con il dispositivo della mozione, ma non sono mancati i distinguo: Giordano Minotti (Lega nord) ha azzardato un paragone tra il «popolo padano» e quello tibetano, entrambi negati della propria libertà, scatenando qualche sobbalzo dalle comode poltrone e qualche risata a denti stretti. Mauro Guerra, capogruppo del Pd, ha sottolineato la sordità della comunità internazionale a molte istanze che somigliano alla causa tibetana, come la tragedia dello Zimbawe e, concludendo, ha aggiunto: «Dovremmo discutere dei limiti della comunità internazionale, altrimenti ad ogni consiglio ci troviamo a esprimere solidarietà verso questo o quel popolo». Infine Renato Tettamanti ha invocato prudenza nel richiedere l’attuazione di sanzioni internazionali perché queste «colpiscono sempre i popoli e quasi mai la classe dirigente, come nel caso degli embarghi». Il consigliere di Rifondazione ha poi ricordato che proprio in questi giorni la comunità internazionale sta chiedendo all’Italia di non mettere in pratica la proposta di schedatura dei bambini Rom. «Da molte parti del mondo – ha concluso Tettamanti – sta arrivando la solidarietà al popolo Rom italiano». Le minoranze si sono astenute sulle premesse della mozione, che è stata invece votata all’unanimità.
Sempre una mozione, questa volta ben più concreta, ha tenuto banco fino al termine dei lavori. Si tratta di quella presentata il 17 marzo da Fabio Moltrasio (Pse) e sottoscritta da tutta la minoranza sulle percentuali di destinazione d’uso dell’area dell’attuale Sant’Anna: un piano redatto dal Comune di Como che intende invertire le percentuali destinate ai servizi alla persona (da 60 a 40 per cento) e all’edificazione (da 40 a 60 per cento) su un’area definita nel Ptcp come «strategica di importanza sovracomunale». Il primo firmatario ha chiesto al Presidente Carioni le motivazioni di questa variazione «come se i soldi dei comaschi, a cui spesso vi appellate, non bastassero per costruire l’ospedale dei comaschi. La variante non è uno strumento accettabile per fare cassa. Tanti sono i problemi di quell’area, come la carenza di classi del liceo Giovio, si tratta solo di capire quali sono i bisogni del territorio».
Una prima risposta, strettamente tecnica, è giunta dall’assessore Valli: «Il Collegio di vigilanza ha proposto la modifica, ora la segreteria tecnica valuterà la proposta, che tornerà al Collegio di vigilanza e quindi all’accordo di programma, che per essere modificato necessita del voto del Consiglio. Vincolare il 60 per cento ai servizi alla persona è un preconcetto prematuro. Occorre una valutazione sulla base di dati precisi». Il Presidente Carioni si è appellato alla segreteria tecnica affinché valuti la variante e spieghi perché i bisogni del pubblico sono diminuiti. «Dopo queste valutazioni possiamo capire il senso della richiesta del Comune di Como».
Fabio Moltrasio ha quindi ricordato che spetta alla Provincia definire i bisogni su un’area sovracomunale come quella in discussione. Ha rincarato la dose Mauro Guerra: «l’amministrazione dovrebbe avere l’ambizione di un’idea per le potenziali funzioni pubbliche di un’area così importante. I privati, i veri fautori della proposta di variante, cercano giustamente il profitto e i loro tecnici li supportano in questo scopo. Noi dobbiamo fare altrettanto: essendo la nostra missione la ricerca dell’interesse pubblico, i nostri tecnici dovranno difendere questa convinzione». Anche Serafino Grassi (Fi) ha riconosciuto l’intento speculativo della modifica, ma a suo avviso «fissare dei paletti oggi è prematuro, prima di capire bene quali benefici ci saranno e a favore di chi».
Il consiglio ha quindi approvato la mozione senza il “paletto” del 60 per cento. [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Il consiglio provinciale di lunedì 26 maggio 2008

La Garibaldina bis si farà. Il consiglio provinciale respinge la mozione che chiedeva un ripensamento sull’opera. Carioni continua a tacere sull’aumento di stipendio al presidente della Spt Holding.

La preliminare di Renato Tettamenti (Prc) sull’aumento di stipendio al presidente di Spt spa Holding ha aperto il consiglio provinciale di lunedì 26 maggio: «Non più di tre mesi fa questo consiglio deliberò la riduzione del consiglio di amministrazione della Spt Holding, e Carioni ci ricordò che il presidente della società era espressione dell’amministrazione provinciale. Ora, in virtù del nuovo incarico di amministratore d’esercizio, lo stipendio di Gandola raggiunge i 71 mila euro lordi l’anno, e lei, presidente, non ha ancor rilasciato dichiarazioni a proposito sulla stampa locale. Credo sia suo dovere esprimersi in questa sede e sia nostro diritto saperlo, dato che oltre all’aumento, Gandola occupa sia la posizione di direttore che di diretto». Il presidente Leonardo Carioni si è detto «d’accordo con molte delle questioni evidenziate da Tettamanti», ma non si è sentito in dovere di esprimersi in consiglio, preferendo rimandare il suo giudizio all’assemblea dei soci di Spt Holding, a sua detta «la sede opportuna per pronunciarsi».
«Finalmente – ha preso la parola Maria Rita Livio (Pd) illustrando la mozione all’ordine del giorno – il consiglio prende in considerazione l’argomento Garibaldina bis (il tracciato nell’immagine), dando una risposta anche ai comitati – presenti con una cinquantina di attivisti – che da due sedute ci fanno visita inutilmente. Presentando questa mozione chiediamo all’amministrazione un ripensamento su una grande opera che trova contrari tutti i sindaci e i cittadini del territorio. La prima richiesta degli abitanti dell’Olgiatese è infatti il completamento della variante alla Briantea, strada che assorbe la maggior quota del traffico tra Como e Varese, anche perché la più vicina alle attività industriali. Come se non bastasse la linea rossa che individua il tracciato della nuova strada corre parallela alla ferrovia Grandate-Malnate, mandando in fumo il progetto di pista ciclabile adiacente ai binari, che a Villa Guardia è già quasi realtà».
«Occorre anche un accordo quadro di programma – ha aggiunto Mauro Guerra, capogruppo del Pd – con Regione, Anas e Fs per definire le priorità viabilistiche del territorio in un’ottica unitaria».
Pietro Cinquesanti, assessore alla viabilità, dichiara di voler realizzare le strade di sua competenza in tempi ragionevoli, e non importa se è lui stesso a ricordare che l’iter della Garibaldina bis è partito nel lontano 1999. «Abbiamo sottoscritto negli anni – continua l’assessore – accordi di programma con i sindaci dell’olgiatese, che non sono mai stati revocati da atti ufficiali dei nuovi sindaci».
Riappare anche l’ipotesi autostradale per il collegamento tra Como e Varese. A sponsorizzarla, come riferisce Carioni, sarebbero questa volta le associazioni di categoria di Como, Lecco e Varese. Il presidente si è detto comunque contrario a questa ipotesi, almeno finché non venga redatto un serio studio di fattibilità, che prenda in considerazione il flusso di veicoli che verrà dirottato sulla Pedemontana. Prima di cedere la parola il presidente ha ricordato che «finché l’ipotesi autostradale sarà all’ordine del giorno, l’Anas non finanzierà di sicuro la variante alla Briantea».
Giordano Minotti (Lega nord) ha accusato la minoranza di strumentalizzare la protesta dei comitati, opponendo una «sterile e intransigente opposizione» ad un’opera fondamentale per rilanciare il rapporto Como-Varese, i due poli dell’università dell’Insubria. Anche l’esponente leghista ha ribadito la volontà di «spendere i soldi della Provincia per opere provinciali». Giancarlo Galli (Popolari) ha invece giustificato la realizzazione dell’opera con la crisi permanente del sistema viabilistico lombardo «che non garantisce la mobilità, ma bensì l’immobilità. In un contesto del genere quindi anche le opere meno suggestive vanno supportate». Sostegno che si è concretizzato nei voti contrari alla mozione, bocciata senza appello. [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Il consiglio provinciale di lunedì 12 maggio 2008

Comitati pro e contro Garibaldina si fronteggiano nel cortile di Villa Saporiti, ma il consiglio non prende una decisione perché Cinquesanti esce dall’aula. Approvata invece con emendamenti la costituzione della patrimoniale idrica nel consiglio provinciale di lunedì 12 maggio.

La preliminare di Mauro Guerra sui costi della politica ha aperto la seduta consiliare di lunedì 12 maggio. Il capogruppo del Partito democratico ha denunciato l’incoerenza dell’amministrazione che ha aumentato del 10 per cento le indennità della giunta pochi mesi dopo aver alzato le imposte provinciali e aver approvato un bilancio “stretto” che vede ridursi del 30 per cento gli impegni di spesa per istruzione, servizi sociali e cultura.
Nel frattempo fuori dall’aula i comitati anti Garibaldina non si sono trovati soli: ha fatto la sua apparizione anche il Comitato pro Albiolo, capitanato dall’ex sindaco Romano Civelli, con le sue 800 firme pro Garibaldina. Nel cortile di Villa Saporiti il clima si è fatto teso e i comitati non si sono risparmiati nello scontro dialettico. «La Garibaldina bis è un’opera fondamentale per la viabilità del territorio! – ha esordito l’ex sindaco di Albiolo, ora capogruppo di minoranza del Comune – Da sindaco avevo dato il mio benestare, ora la nuova amministrazione non può pensare di bloccare il progetto». La risposta non si è fatta attendere, Lorenzo Ceolin, dei comitati anti Garibaldina ha tuonato contro chi «vuole fare campagna elettorale sulle spalle dei cittadini. In più non è chiara la modalità di raccolta firme». In effetti nelle “osservazioni” sul Piano di governo del territorio non di sola Garibaldina si parla: oltre all’ok per la costruzione della nuova strada i cittadini hanno firmato un appello per non vendere a privati le aree dell’attuale scuola e campo sportivo, il tutto condensato nello stesso documento.
Ma mentre in cortile le voci si sono fatte urla e Civelli è stato chiamato a colloquio dall’assessore alla viabilità Pietro Cinquesanti, in aula è ripresa la discussione sullo statuto della patrimoniale che gestirà la rete idrica comasca. In un intervento dai toni accesi l’assessore all’ecologia Francesco Cattaneo ha ricordato che «la patrimoniale si aprirà ai privati solo in una terza fase, mentre ora non abbiamo ancora superato il primo step, cioè la sua creazione. È comunque importate che la gestione dell’acqua rimanga in mano pubbliche, mentre il servizio di erogazione necessita di un modello industriale per funzionare al meglio. Utilizzando appalti a breve termine, il gestore sarà costretto a lavorare in una logica di rientro economico veloce, facendo investimenti ragionevoli. Con l’assessore Saladini stiamo anche valutando l’ipotesi di donare una percentuale (1 centesimo/m3) delle tariffe ai paesi del terzo mondo per costruire infrastrutture idriche».
Gli emendamenti proposti dalla minoranza sono stati poi illustrati da Mauro Guerra (Pd): «chiediamo che nell’oggetto sociale della patrimoniale venga inserita la possibilità che la società possa anche svolgere l’erogazione del servizio. Il Tar si è già pronunciato in questa direzione e tra qualche mese i cittadini lombardi potranno dire la loro con un referendum. Dato che l’oggetto sociale esprime anche gli obiettivi di una società è giusto tenere aperta questa ipotesi». In disaccordo linguistico l’assessore Cattaneo che propone una dicitura più morbida, cioè la «possibilità che la patrimoniale gestisca ogni altra attività compatibile con le norme». Messe ai voti è stata approvata solo la proposta della giunta.
Prima di passare all’esame del secondo emendamento, con l’aula gremita di cittadini dei comitati anti Garibaldina, colpo di scena: Cinquesanti, assessore alla viabilità, abbandona il Consiglio. Il presidente Ferdinando Mazara comunica la defezione dell’assessore, motivata da un’improvvisa corsa all’ospedale, e chiede al consiglio di pronunciarsi sull’ordine dei lavori: «i cittadini aspettano già da tre ore la discussione sulla Garibaldina, se non si ha intenzione di esaminare l’argomento che almeno venga loro comunicato subito, così da poter rincasare». Scelta che appare scontata a Giornano Minotti (Lega nord): «se manca l’assessore competente non si può discuterne». Dai banchi della minoranza qualcuno fa notare che ci sarebbe Carioni in rappresentanza della Giunta, lo stesso che durante un sopralluogo di qualche mese fa definì l’opera viabilistica «uno scempio». Obiezione respinta, e il consiglio da l’ok al rinvio dell’argomento per la seduta del 26 maggio.
La serata è stata quindi chiusa con l’approvazione del secondo emendamento che consegna più poteri decisionali all’assemblea dei Comuni e l’avvallo definitivo alla costituzione della patrimoniale. [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Il consiglio provinciale di lunedì 5 maggio 2008

La riqualificazione di Cermenate spacca la maggioranza nel consiglio provinciale di lunedì 5 maggio: la Lega e Carioni votano contro ma il progetto viene approvato. E mentre nell’aula viene presentato lo statuto della patrimoniale idrica, nel cortile prima uscita pubblica per i comitati anti Garibaldina Bis.

Hanno aperto il consiglio provinciale di lunedì 5 maggio le congratulazioni bipartisan ai neoeletti Chiara Braga e Armando Valli, deputata Pd e senatore Lega nord, «sarà importante avere interlocutori a Roma a prescindere del loro colore politico» ha dichiarato Alberto Bartezaghi (Fi).
Due le nomine successivamente approvate: Elio Rimoldi, sindaco di Veniano, siederà nel consiglio di amministrazione dell’Aler di Como, mentre Andrea Racheli, consigliere di Acsm s.p.a., sostituirà Luciano Scalora nella Commissione elettorale circondariale di Como.
Sbrigate le formalità e fatto un minuto di silenzio per la scomparsa di Antonio Tagliaferri, impiegato in Provincia per diversi anni, il consiglio è passato ad esaminare il primo ordine del giorno, che è poi stato l’unico affrontato: un progetto di riqualificazione di alcune aree di Cermenate ripresentato con alcune modifiche dopo che era già stato bocciato dal consiglio provinciale nello scorso novembre. Il progetto deve passare per il consiglio perché costituisce variante al Ptcp ed è proprio su questo punto che la maggioranza non ha trovato una linea comune.
Sia Mauro Guerra (Pd) che Giordano Minotti (Lega nord) hanno sottolineato come il nuovo progetto «insiste nella variazione della rete ecologica provinciale, motivo per cui era stato precedentemente respinto». «Abbiamo faticosamente approvato un Ptcp – ha aggiunto l’esponente leghista – che è espressione perfetta della pianificazione territoriale, non possiamo ora relegarlo in un angolo concedendo deroghe di edificazione». Al centro del dibattito un’area agricola di 11 mila metri quadri che il Comune di Cermenate vorrebbe trasformare da «zona tampone», cioè area verde protetta perché utile all’equilibrio ecologico di un territorio, a zona commerciale con la costruzione di una struttura di vendita e una di produzione.

A difesa dell’edificazione si è invece schierato Serafino Grassi (Fi): «L’area in questione è degradata e non è ricca di biodiversità. Non è accettabile che in nome della tutela del territorio bocciamo le istanze che aiutano lo sviluppo del territorio».
È entrato nel dibattito anche Renato Tettamanti (Prc) che ha fatto notare «le contraddizioni di un’amministrazione che mentre promuove l’agricoltura e i prodotti locali (vedi Agrinatura) vuole eliminare un’area agricola che, seppur povera di biodiversità, non sarà compensata da altri interventi. Senza contare che questo sarebbe contrario alle norme del Ptcp». E quando Fabio Moltrasio (Pse) sottolinea il disaccordo fra i due maggiori partiti della maggioranza e invita la Lega a dialogare con le altre forze politiche, gli esponenti di Fi e An fanno a gara a sottolineare che «la questione è marginale per cui non si può parlare di divisione della maggioranza». La votazione ha infine sancito il parere favorevole al progetto, nonostante il voto contrario delle minoranze e di tutto il gruppo della Lega nord, presidente Carioni compreso.
Prima della cena consiliare ad Agrinatura, l’assessore Francesco Cattaneo ha trovato il tempo per illustrare lo statuto di ComoAcqua s.r.l., la società patrimoniale che, come da legge regionale, gestirà la rete idrica della provincia. «Alla base del “Modello lombardo” – ha spiegato Francesco Cattaneo – c’è la filosofia di separare il servizio di erogazione dalla proprietà delle reti, che è appunto affidata alla patrimoniale. Questa società ha come unico socio fondatore la Provincia, ma è ovviamente aperta alla partecipazione dei Comuni, che possono entrare direttamente o tramite le società da loro controllate. Almeno nella fase iniziale non è prevista la partecipazione di soggetti privati». La Provincia, per statuto, manterrà comunque la partecipazione nella società con una quota di un punto percentuale maggiore rispetto a quella del Comune più rappresentato, mentre il diritto di voto sarà riconosciuto a tutti i Comuni della provincia in base all’estensione territoriale e alla popolazione residente. Lo statuto dovrebbe essere votato nell’assemblea provinciale di lunedì 12 maggio.
Fuori dall’aula invece, prima uscita pubblica dei comitati anti Garibaldina Bis. Una trentina di persone si sono date appuntamento nel cortile di Villa Saporiti per contestare il progetto della nuova strada provinciale che collegherebbe Como con Varese, monetizzata con il recente bilancio provinciale. «Quest’opera è innanzitutto uno scempio ambientale, perché taglia un’area boschiva che rimane l’unico polmone verde dell’olgiatese – ha dichiarato Lorenzo Ceolin, portavoce dei comitati – viene poi spacciato per risolutivo un progetto che prevede un collegamento di soli 7 km, da Albiolo a San Salvatore, quando invece basterebbe collegare tre rotonde della Briantea e il collegamento sarebbe compiuto, per davvero». I comitati aprono anche a soluzioni alternative, come il ripristino della ferrovia Grandate-Malnate o l’apertura della pista ciclabile che corre parallela ai binari «per cui abbiamo già un progetto che svilupperemmo autonomamente, senza chiedere soldi a nessuno» aggiungono.
Emblematici i cartelli che i manifestanti hanno mostrano ai fotografi, in particolare uno che recitava «stanchi di una politica che non ci vuole ascoltare», mentre l’assessore Cinquesanti liquidava le loro proposte: «La Garibaldina bis s’ha da fare». I cittadini, sempre più delusi, per bocca del portavoce dei comitati, hanno così attaccano una classe politica «che non è pronta per scelte moderne, cioè levare le macchine dalle strade favorendo il trasporto pubblico». [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Il consiglio provinciale di martedì 1 aprile

Esaminati gli emendamenti di maggioranza e opposizione al bilancio nel consiglio provinciale di martedì 1 aprile: l’università avrà altri tre stabili, solo 200 mila euro per la variante alla Tremezzina, mentre resta nel Piano triennale delle opere pubbliche la Garibaldina bis.

È iniziato con quaranta minuti di ritardo il consiglio provinciale di martedì 1 aprile, in cui si sono discussi e votati gli emendamenti proposti da maggioranza e opposizione.
Ivano Bianchi, capogruppo Lega Nord, ha aperto la seduta illustrando i due emendamenti che portano la sua firma. Il primo prevede il recepimento dei contributi per l’ampliamento del Polo Universitario di Como, che saranno utilizzati per la costruzione degli ultimi tre lotti mancanti, mentre il secondo emendamento mirava ad incassare dai Comuni interessati dalla variante alla Tremezzina la somma di 50 mila euro per completare la fase di progettazione dell’opera.
Se la prima proposta ha incontrato il voto favorevole di tutto il consiglio, alcuni dubbi sono sorti sulla legittimità della seconda.
«L’accordo di programma definitivo sull’opera non è ancora stato firmato! – ha tuonato Mauro Guerra (Pd) – Si vuole incassare una cifra per cui nessun Comune della Tremezzina ha ancora dato il via libera!». Il consigliere ha poi ricordato l’impegno preso dal consiglio, con una mozione votata all’unanimità, in cui la Provincia avrebbe dovuto prevedere nel bilancio la quota per completare la progettazione della Tremezzina. Somma che però non compare nel documento finanziario 2008.
Visto l’imbarazzo dell’assessore alla viabilità Pietro Cinquesanti, il compagno di partito e firmatario dell’emendamento ha deciso di ritirare la proposta.
Stessa sorte per il terzo emendamento, proposto dalle minoranze, che mirava al potenziamento dell’ufficio legale interno rendendolo qualificato a rappresentare la Provincia in giudizio. La giunta, come comunicato del presidente Leonardo Carioni, sta già lavorando ad un progetto simile e ciò ha indotto il primo firmatario Mauro Guerra a ritirare l’emendamento per trasformarlo in un ordine del giorno.
Oggetto del quarto emendamento invece il futuro ruolo della Provincia. «Se vogliamo creare un’istituzione leggera – ha spiegato Mauro Guerra – che sappia coordinare e programmare le realtà locali, dobbiamo incentivare l’associazionismo e la cooperazione intercomunale. Non con misure una tantum, ma tramite un quadro complessivo di servizi di assistenza, come proponiamo con questo emendamento». I 90 mila euro per l’operazione sarebbero stati sottratti alle voci di spesa per la rappresentanza istituzionale e per i grandi eventi, ma l’emendamento è stato bocciato con 21 voti contrari e 6 favorevoli.
Salta anche l’emendamento sulla tessera unica intermodale per i residenti in provincia, dopo l’annuncio di un progetto simile a cui starebbe lavorando la giunta. Se ne discuterà nella seduta di mercoledì quando le minoranze presenteranno un ordine del giorno sul tema.
Respinto invece l’emendamento che eliminava dal Piano triennale delle opere pubbliche la Garibaldina bis, che incide sul bilancio per oltre 5 milioni. Le ragioni dell’emendamento, per la minoranza, stanno nella contrarietà al progetto espressa dalle comunità locali e delle amministrazioni, che difficilmente accetteranno di firmare l’accordo di programma per l’opera.
Stesso esito per la proposta di recupero dei fondi per la variante alla Tremezzina tramite un taglio orizzontale dell’uno per cento su tutte i capitoli di spesa sulla prestazione di beni e servizi. «Ho presentato quest’emendamento provocatoriamente – ha spiegato Mauro Guerra – perché non è possibile che dopo l’impegno preso con la mozione non si siano trovati i 400 mila euro che servono a concludere la fase di progettazione. È impensabile che queste risorse siano messe dai Comuni».
I fondi per la variante sono infine arrivati con l’approvazione del nono emendamento, che però prevede solo la spesa di 200 mila euro per concludere la fase di progettazione.
Con la concessione di una nuova discarica a un privato la Provincia suppone poi di incassare nel 2008 300 mila euro, che grazie ad un emendamento di Giancarlo Galli saranno destinati ai Comuni come contributi per dare consulenza sulla progettazione delle V.a.s. e la redazione dei propri Piani energetici ai comuni che ne facciano richiesta.
Sempre Giancarlo Galli con il suo ultimo emendamento ha voluto rimarcare la sua idea di Provincia moderna, che per meglio organizzare i servizi pubblici di sua competenza dovrebbe sfilarsi dalla gestione delle partecipate. «L’interesse pubblico coincide con il libero competere delle imprese e non con la proprietà provinciale. Anche l’opinione pubblica chiede che le istituzioni escano dalle partecipate per esercitare meglio il loro ruolo di controllo e progettazione». L’emendamento approvato spinge per una riflessione sulla partecipazione alle società di servizi pubblici, lasciando intendere la possibilità di vendere le proprie quote. [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Il bilancio provinciale 2008, l’opposizione propone 5 emendamenti e 7 ordini del giorno

L’opposizione si compatta dopo la presentazione del bilancio 2008 e fa le sue proposte: cinque emendamenti e sette ordini del giorno simbolici su mobilità, lavoro ed energia.
«Un bilancio difficile, che segnala una situazione di grande difficoltà» così il capogruppo provinciale del Partito democratico Mauro Guerra descrive il bilancio proposto dall’amministrazione per il 2008. Le minoranze si ritrovano compatte nella critica alle previsioni di spesa e puntano il dito sulle spese correnti, diminuite del 20 per cento rispetto al 2007, ma in continua crescita negli ultimi 5 anni.
E ancora denunciano – sempre per bocca di Guerra – un costante calo delle spese in conto capitale, gli investimenti, a fronte dell’innalzamento delle aliquote sui tributi provinciali: la tassa sul consumo di energia elettrica per usi non domestici così come l’imposta provinciale di trascrizione, che grava sulla compravendita di automobili, sono rincarate del 30 per cento.
«Questo adeguamento delle aliquote – ha spiegato Mauro Guerra – sancisce un incremento dell’11 per cento del gettito fiscale, facendo incassare alla provincia quattro milioni di euro in più rispetto allo scorso anno. Nonostante ciò, se confrontiamo il bilancio 2008 con quello dello scorso anno troviamo molti segni negativi: meno 30 per cento a cultura e beni culturali, meno 37 per cento alla pubblica istruzione, meno 20 per cento ai servizi sociali».
In vista del dibattito sul bilancio, iniziato lunedì 31 marzo, le minoranze hanno preparato cinque emendamenti e sette ordini del giorno «che non stravolgono il bilancio, ma segnalano simbolicamente alcuni temi». Si parte dalla viabilità. Il primo emendamento chiede che rimangano in cassa i cinque milioni di euro previsti per la Garibaldina – bis, considerata dai firmatari inutile e prematura, e concludere la progettazione della Tremezzina, variante della Regina, per cui occorrono 400 mila euro. «Lo scorso anno era stato approvato all’unanimità un ordine del giorno in cui si sollecitava la giunta a trovare le risorse per questo progetto. Progetto purtroppo assente nel bilancio a noi presentato». Sempre nel campo dei trasporti, avanzata la proposta di stanziare 20 mila euro per la creazione di una tessera unica di circolazione, che permetta ai cittadini comaschi di usufruire di tutti i servizi di trasporto pubblico, dalla funicolare all’aliscafo.
Le minoranze chiedono poi il taglio delle spese per incarichi e consulenze esterne, investendo le risorse risparmiate per il potenziamento dell’ufficio legale provinciale, accreditandolo per gestire i contenziosi anche in sede di giudizio. È stata avanzata anche la proposta di convenzionare l’ufficio con quei Comuni della provincia che potrebbero aver bisogno di assistenza legale a tariffe agevolate.
Ancora sul mondo del lavoro, le minoranze propongono la rapida risoluzione di quelle vertenze sindacali ancora aperte con l’amministrazione e la stabilizzazione dei precari negli uffici provinciali. Emblematico l’esempio dei dipendenti del centro per l’impiego, lavoratori a tempo determinato da ormai otto anni.
In ultimo è stato presentato un ordine del giorno che invita alla stesura di un piano quinquennale per la riconversione energetica degli edifici pubblici e del patrimonio. [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

Il consiglio provinciale di lunedì 31 marzo 2008

Il bilancio 2008 nelle parole dei consiglieri provinciali: il centro destra punta il dito contro uno Stato troppo avaro di risorse e invoca il federalismo fiscale, la minoranza accoglie la proposta ma ricorda le responsabilità di chi ha governato la Provincia negli ultimi 5 anni.

È toccato al presidente Leonardo Carioni aprire la seduta consiliare di lunedì 31 marzo con il consueto attacco a quello che ha definito l’aberrante federalismo inverso. «Il sistema fiscale vigente che impone alla Provincia di restituire allo Stato 8 milioni di euro l’anno ci ha costretto ad alzare le aliquote su trapassi ed energia elettrica. Abbiamo dovuto anche eliminare importanti investimenti sulle opere pubbliche già previsti. Per questo mi auguro che il consiglio riesca a stilare un documento unitario per sollecitare il futuro governo ad istituire un reale federalismo fiscale».
Il presidente ha poi ricordato alcuni degli impegni monetizzati con il bilancio 2008: la costruzione delle strade d’accesso al nuovo Sant’Anna, i fondi a sostegno della disabilità e la conferma del Sistema turistico del lago di Como, che superati gli scandali di fine 2007 ripartirà con una nuova organizzazione in cui i finanziamenti saranno erogati dagli enti pubblici e non dai privati.
La risposta della minoranza è arrivata per bocca di Mauro Guerra, pronto a discutere e ragionare con il consiglio su un documento pro federalismo fiscale da inviare a Roma. Il capogruppo del Pd ha poi ricordato che le responsabilità di questo «bilancio dal fiato corto» vanno cercate tra chi ha governato la Provincia nei cinque anni passati, gli stessi che ora incolpano lo Stato per la difficile situazione economica.
«Oggi sono anche i conti – ha proseguito Guerra – a chiederci di ripensare alla nostra funzione. Occorre un programma destrutturante per noi e incentivante per i Comuni, nell’ottica di una Provincia che lavori come coordinatrice tra i Comuni. Certo bisognerebbe riscrivere il bilancio, noi non ne abbiamo avuto la possibilità, e presentiamo quindi solo alcuni emendamenti simbolici». Emendamenti che verranno discussi nelle sedute di martedì 1 e mercoledì 2 aprile.
Un’altra la soluzione proposta da Giancarlo Galli che vede nella liberalizzazione dell’acqua, dei trasporti e della gestione dei rifiuti la ricetta ideale per snellire le competenze provinciali. «Dobbiamo abbandonare il vecchio modello di partecipazione – ha spiegato Galli – per lasciare alla Provincia il ruolo di programmatore e controllore dei servizi, assolvendola dai compiti di gestione».
Concluso l’intervento ha preso la parola Ferdinando Marzara, presidente del consiglio, per una comunicazione: «L’Expo 2015 è stato assegnato a Milano!». Euforia tra i consiglieri, che si concedono un breve ma intenso applauso. Solo Fabio Moltrasio (Pse) e Cornelia Borsoi (Lista civica) rimangono imperturbabili, mentre Rosangela Arrighi (Pd) si esalta in un «Viva Prodi!» urlato tanto forte da risaltare tra gli applausi.
Terminata l’euforia per la vittoria meneghina si riprende a discutere di bilancio. La parola a Serafino Grassi, capogruppo di Forza Italia, che individua nei finanziamenti statali troppo bassi (circa 3 euro per abitante) la causa di questo «bilancio di sofferenza».
A chiudere il dibatto è intervenuta Rosangela Arrighi che ha ricordato con deciso piglio polemico la discussione del bilancio 2007. «Lo scorso anno a parità di contributi da versare allo Stato, l’assessore al bilancio rassicurava il consiglio sull’esistenza di risorse per ogni progetto. Ora siamo alla resa dei conti, ma i veri problemi saranno nel futuro. E le responsabilità non sono da cercare altrove ma hanno nomi e cognomi ben precisi». [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

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