Il consiglio provinciale di lunedì 5 maggio 2008

La riqualificazione di Cermenate spacca la maggioranza nel consiglio provinciale di lunedì 5 maggio: la Lega e Carioni votano contro ma il progetto viene approvato. E mentre nell’aula viene presentato lo statuto della patrimoniale idrica, nel cortile prima uscita pubblica per i comitati anti Garibaldina Bis.

Hanno aperto il consiglio provinciale di lunedì 5 maggio le congratulazioni bipartisan ai neoeletti Chiara Braga e Armando Valli, deputata Pd e senatore Lega nord, «sarà importante avere interlocutori a Roma a prescindere del loro colore politico» ha dichiarato Alberto Bartezaghi (Fi).
Due le nomine successivamente approvate: Elio Rimoldi, sindaco di Veniano, siederà nel consiglio di amministrazione dell’Aler di Como, mentre Andrea Racheli, consigliere di Acsm s.p.a., sostituirà Luciano Scalora nella Commissione elettorale circondariale di Como.
Sbrigate le formalità e fatto un minuto di silenzio per la scomparsa di Antonio Tagliaferri, impiegato in Provincia per diversi anni, il consiglio è passato ad esaminare il primo ordine del giorno, che è poi stato l’unico affrontato: un progetto di riqualificazione di alcune aree di Cermenate ripresentato con alcune modifiche dopo che era già stato bocciato dal consiglio provinciale nello scorso novembre. Il progetto deve passare per il consiglio perché costituisce variante al Ptcp ed è proprio su questo punto che la maggioranza non ha trovato una linea comune.
Sia Mauro Guerra (Pd) che Giordano Minotti (Lega nord) hanno sottolineato come il nuovo progetto «insiste nella variazione della rete ecologica provinciale, motivo per cui era stato precedentemente respinto». «Abbiamo faticosamente approvato un Ptcp – ha aggiunto l’esponente leghista – che è espressione perfetta della pianificazione territoriale, non possiamo ora relegarlo in un angolo concedendo deroghe di edificazione». Al centro del dibattito un’area agricola di 11 mila metri quadri che il Comune di Cermenate vorrebbe trasformare da «zona tampone», cioè area verde protetta perché utile all’equilibrio ecologico di un territorio, a zona commerciale con la costruzione di una struttura di vendita e una di produzione.

A difesa dell’edificazione si è invece schierato Serafino Grassi (Fi): «L’area in questione è degradata e non è ricca di biodiversità. Non è accettabile che in nome della tutela del territorio bocciamo le istanze che aiutano lo sviluppo del territorio».
È entrato nel dibattito anche Renato Tettamanti (Prc) che ha fatto notare «le contraddizioni di un’amministrazione che mentre promuove l’agricoltura e i prodotti locali (vedi Agrinatura) vuole eliminare un’area agricola che, seppur povera di biodiversità, non sarà compensata da altri interventi. Senza contare che questo sarebbe contrario alle norme del Ptcp». E quando Fabio Moltrasio (Pse) sottolinea il disaccordo fra i due maggiori partiti della maggioranza e invita la Lega a dialogare con le altre forze politiche, gli esponenti di Fi e An fanno a gara a sottolineare che «la questione è marginale per cui non si può parlare di divisione della maggioranza». La votazione ha infine sancito il parere favorevole al progetto, nonostante il voto contrario delle minoranze e di tutto il gruppo della Lega nord, presidente Carioni compreso.
Prima della cena consiliare ad Agrinatura, l’assessore Francesco Cattaneo ha trovato il tempo per illustrare lo statuto di ComoAcqua s.r.l., la società patrimoniale che, come da legge regionale, gestirà la rete idrica della provincia. «Alla base del “Modello lombardo” – ha spiegato Francesco Cattaneo – c’è la filosofia di separare il servizio di erogazione dalla proprietà delle reti, che è appunto affidata alla patrimoniale. Questa società ha come unico socio fondatore la Provincia, ma è ovviamente aperta alla partecipazione dei Comuni, che possono entrare direttamente o tramite le società da loro controllate. Almeno nella fase iniziale non è prevista la partecipazione di soggetti privati». La Provincia, per statuto, manterrà comunque la partecipazione nella società con una quota di un punto percentuale maggiore rispetto a quella del Comune più rappresentato, mentre il diritto di voto sarà riconosciuto a tutti i Comuni della provincia in base all’estensione territoriale e alla popolazione residente. Lo statuto dovrebbe essere votato nell’assemblea provinciale di lunedì 12 maggio.
Fuori dall’aula invece, prima uscita pubblica dei comitati anti Garibaldina Bis. Una trentina di persone si sono date appuntamento nel cortile di Villa Saporiti per contestare il progetto della nuova strada provinciale che collegherebbe Como con Varese, monetizzata con il recente bilancio provinciale. «Quest’opera è innanzitutto uno scempio ambientale, perché taglia un’area boschiva che rimane l’unico polmone verde dell’olgiatese – ha dichiarato Lorenzo Ceolin, portavoce dei comitati – viene poi spacciato per risolutivo un progetto che prevede un collegamento di soli 7 km, da Albiolo a San Salvatore, quando invece basterebbe collegare tre rotonde della Briantea e il collegamento sarebbe compiuto, per davvero». I comitati aprono anche a soluzioni alternative, come il ripristino della ferrovia Grandate-Malnate o l’apertura della pista ciclabile che corre parallela ai binari «per cui abbiamo già un progetto che svilupperemmo autonomamente, senza chiedere soldi a nessuno» aggiungono.
Emblematici i cartelli che i manifestanti hanno mostrano ai fotografi, in particolare uno che recitava «stanchi di una politica che non ci vuole ascoltare», mentre l’assessore Cinquesanti liquidava le loro proposte: «La Garibaldina bis s’ha da fare». I cittadini, sempre più delusi, per bocca del portavoce dei comitati, hanno così attaccano una classe politica «che non è pronta per scelte moderne, cioè levare le macchine dalle strade favorendo il trasporto pubblico». [Francesco Colombo, ecoinformazioni]

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