Doriam Battaglia

Prospettiva musica: scenari, strategie, visioni

Venerdì 2 giugno nel Centro Civico di via Collegio dei Dottori si è tenuto un incontro, organizzato dall’associazione Casa della musica,  con le candidate e i candidati alle prossime elezioni amministrative comunali per discutere insieme dei problemi relativi al patrimonio culturale, e in particolar modo musicale, di Como e delle possibili iniziative che gli e le aspiranti sindaco adotteranno in caso di vittoria.

L’incontro, cui ha partecipato un folto pubblico, è stato condotto da Bruno Dal Bon, uno degli animatori della Casa della musica, e ha coinvolto Bruno Magatti, Celeste Grossi, Maurizio Traglio, Alessandro Rapinese, nonché Roberta Di Febo (delegata per Mario Landriscina) e Doriam Battaglia (delegato per Fabio Aleotti), assente Francesco Scopelliti.

Il dibattito, aperto con una citazione all’opera La filosofia della musica di Giuseppe Mazzini anche per ricordare la festa della Repubblica, è centrato intorno al ruolo dell’iniziativa dell’ente pubblico in campo culturale e musicale, tenendo conto delle realtà – alcune molto importanti – già presenti sul territorio (Dal Bon cita, tra le altre, Conservatorio e Teatro Sociale) e della proposta di mettere a disposizione della città un vero e proprio spazio pubblico (una “casa della musica” appunto), capace di promuovere un’attività non solo di “eventi”, ma di promozione sociale.

Il primo ad avere la parola è Rapinese che risponde con un sì pieno alla creazione di ambienti pubblici dedicati alla musica e sostiene che la mancanza di comunicazione tra associazioni e politica sia stata causata dalla decisione delle amministrazioni precedenti di non prendere in considerazione queste ultime.

Anche Traglio è convinto della grande importanza alle associazioni che riportano all’amministrazione i bisogni dei cittadini e sostiene che l’amministrazione deve saper dare risposte certe. Lui stesso si chiede come valorizzare le grandi competenze della città, ora alle prese  con problemi di spazio (come per il Conservatorio, con un auditorium troppo piccolo), trovando fondi adeguati e spazi effettivamente utilizzabili.

Tocca poi a Celeste Grossi che, oltre a ribadire come gli altri prima di lei la presenza degli spazi necessari, fa notare come nel suo programma un punto specifico si basi proprio sulla creazione di centri civici, dedicati alla cultura e alla musica; aggiunge inoltre l’impellente bisogno di rivitalizzare gli ambienti esistenti, e ribadisce che le risorse utilizzate in campo culturale devono essere considerate un investimento per il benessere e la coesione dei cittadini.

Interviene poi Magatti che parte da una riflessione sul termine cultura, che dev’essere ben distinto dai semplici eventi, e sul fatto che i contributi occasionali, al di fuori di progetti organici, non portano gran bene della comunità. La cultura è generativa e alta e profonda e quella che Como si merita è diversa da quella attualmente presente, considerata troppo povera. Per lui è essenziale aumentarne il valore e sitratta di cambiare non tanto i programmi quanto gli atteggiamenti.

Roberta Di Febo, a nome di Landriscina, interviene per  chiedere a chiunque sarà il prossimo sindaco di impegnarsi per trovare una soluzione al problema degli spazi, e sottolineando l’importanza, in campo musicale, della formazione di studenti e del pubblico, mettendo in evidenza l’importanza delle relazioni tra pubblico e privato.

Per ultimo risponde alla domanda Doriam Battaglia, che richiama, tra i punti programmatici di Fabio Aleotti, il recupero dello spazio del Politeama e il collegamento tra i vari enti per consentire formazioni di alto livello a partire dai ragazzi, citando le scuole medie ad indirizzo musicale che già si occupano della questione.

Tra i punti ulteriormente approfonditi nel seguito del dibattito, sono da mettere in evidenza quelli relativi alle consulte (fortemente sostenute da Magatti e invece criticate assai rudemente da Rapinese), alla costruzione a Como di un polo di alta formazione (che Traglio propone nell’ex orfanotrofio di via Tommaso Grossi), delle “eccellenze” già presenti in città (il direttore del Conservatorio, Balzaretti, ricorda che Como è ormai una meta ambita anche da molto lontano, come dalla Cina), della inutile contrapposizione tra “eventi” e “programmi culturali” (Barbara Minghetti del Teatro Sociale e candidata con Traglio mette in evidenza come da tempo anche i singoli eventi siano inseriti in un processo di “partecipazione”), della rete di case civiche delle arti (una proposta che la lista La prossima Como ha inserito con molta evidenza nel proprio programma), del ruolo della comunicazione tra città e amministrazione (sollevata da Paola Re, candidata consigliere con Rapinese), dell’importanza di ragionare su periodi più lunghi dei semplici cinque anni di un’amministrazione (come ha ricordato Luca Verneri di lista Civitas).

Qualche ulteriore battuta è dedicata al Politeama, tra chi ritiene che sia possibile il suo recupero, chi fa balenare la possibilità che sia cosa “già fatta” e chi ritiene inutile porsi il problema, dati i limiti dell’agire pubblico.

Simbolicamente, si potrebbe dire, l’incontro su chiude con l’intervento proprio di una ragazza cinese, Lu Je, allieva al Conservatorio di Como, che ricorda a tutti l’importanza che la cultura di una nazione ha per se stessa e anche per le nazioni straniere. [Leonardo Ruggeri – Fabio Cani, ecoinformazioni]

Il senso delle mani per l’Africa

mani-ferrovieÈ raro che  un’opera d’arte venga sottoposta a una così dura prova dai fatti che vi accadono intorno. Capita a “Le mani” di Massimo Clerici e Doriam Battaglia, la grande scultura collocata  il  30 maggio del 2000 in viale Tokamachi, sotto la scalinata che porta alla stazione ferroviaria di Como San Giovanni. Voleva essere un simbolo della dedizione al servizio dello Stato e fu accolta allora da non poche critiche, come succede invariabilmente per qualsiasi intervento urbano.

Ora che intorno a quelle mani si è radunata dolorosamente la folla dei migranti in fuga da fame e guerre, il monumento ha subìto una straordinaria metamorfosi di senso. Quelle mani, sulle quali abbiamo visto accucciarsi e giocare a nascondino ragazzini venuti da un altro mondo compaiono ormai in migliaia di foto scattate in questi mesi e sono diventate il simbolo dell’accoglienza. E molti pensano che l’intenzione degli artisti fosse stata questa. Invece è un preziosissimo caso (sebbene amaro) in cui non è l’arte che fa il paesaggio urbano, è proprio il contrario. [Andrea Rosso, ecoinformazioni]

7 maggio/ Doriam Battaglia a Erba con Chlorophyll

mostra Chlorophyll locandina

Sabato 7 maggio alle 18.30 Doriam Battaglia inaugura la sua personale Chlorophyll, alla Casa del cittadino in via XXV Aprile 26 a Erba; la mostra sarà presentata da Roberto Borghi curatore e critico d’arte. La giornata sarà accompagnata dall’intervento musicale della Celtic harp orchestra.

La mostra sarà visitabile fino al 29 luglio, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30. Ingresso libero.

Classico/ Contemporaneo

141111 invito HMSMostra collettiva di pittura e arti plastiche di Serafino Albonico, Germana Bedont, Elena Borghi, Michele Criscuolo, Monica Gagnone, Ana Inés Mac Loughlin Mattanò, Flavia Noseda, Benny Posca, Gabriella Tettamanti, Bruno Toniolo, Doriam Battaglia, Roberto Biondi, Valerio Castagna, Michela De Toma, Filippo Gugliotta, Roberto Parisi, Adriano Rovi, Enrico Thanhoffer, Sara Valli, presentazione e testo critico di Roberto Borghi, all’Hotel Metropole Suisse HMS Meeting Point, ingresso da via Fratelli Cairoli 14-16 angolo lungo Lario Trento, organizzata da Associazione Cultura e arte di Como, inaugurazione venerdì 5 dicembre alle 18, aperta fino al 14 dicembre nei feriali dalle 15 alle 19, sabato e i festivi dalle 10 alle 19. Per informazioni e-mail info@circoloculturaearte.it.

Non posso sedermi perché la mia anima danza

fronte webMostra di Flo Noseda, curatore Doriam Battaglia, inaugurazione venerdì 11 aprile alle 18 allo Spazio Batt in via Brusadelli 86/m (accesso pedonale da via Sant’Abbondio o da viale Innocenzo XI), aperta, su appuntamento telefonando al 335.6203697, fino al 10 maggio, organizzata dall’associazione culturale Pitturinc.

 

«L’esposizione rientra nel programma di diffusione a livello locale dell’arte contemporanea – precisa la presentazione –.Pitturinc si propone lo scopo di rendere l’arte contemporanea accessibile e comprensibile a un pubblico sempre più vasto. L’obiettivo principale è quello di divulgare l’arte contemporanea in modo creativo ed in spazi non convenzionali, cercando di coinvolgere un pubblico giovane ed incoraggiando un nuovo collezionismo».

«Flavia Maria Noseda “Flo” artista eclettica e volitiva, trova la sua massima espressione nella sinuosità delle forme e nell’intensità mediterranea del colore – prosegue il comunicato –. L’opera di Flo è incentrata sulla donna, la condizione della donna nella nostra società. Una società che ancora non riesce a tutelare e valorizzare la sua parte femminile e nella quale ancora oggi si sviluppano e prolificano violenze fisiche, verbali e d’immagine che tolgono dignità alla donna e al suo corpo».

«La donna, nell’opera di Flo appare prigioniera di una situazione che la ingabbia impedendole di esprimere a pieno i propri sentimenti ed emozioni. In molte opere, il filo spinato genera una barriera posta in primo piano tra l’osservatore e l’immagine creando una situazione ambigua nella quale non è possibile stabilire chi è imprigionato, la figura o l’osservatore – conclude la nota –. In altre opere più recenti la figura si dissolve, svanisce per lasciare posto al puro colore. Rimane solo la testimonianza del filo spinato, che con la sua presenza rimanda al concetto ambiguo di impotenza dell’osservatore a descrivere pienamente la realtà che lo circonda senza modificarla nella sua essenza. Il colore diviene l’interprete principale esprimendosi soprattutto attraverso le frequenze calde dei rossi/ arancioni con pennellate di colore freddo complementare verdi/azzurri». [md, ecoinformazioni]

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