Il Consiglio comunale di Como di lunedì 17 novembre 2008

cernezzi5Approvata la fusione di Agam e Acsm. A Camnago Volta manca ancora l‘acqua. Triplicano i costi della bonifica della ex Ticosa.

 

Camnago senz’acqua
«Amministrazione scandalosa! Si diletta in azzardi finanziari mentre lascia i cittadini senz’acqua» questo il testo di uno dei cartelli mostrati dai cittadini di Camnago Volta che continuano ad essere senz’acqua e si sono presentati al Consiglio comunale del 17 novembre. «Domenica l’acqua non c’è stata praticamente per tutto il giorno – ha affermato Mario Lucini, Per Como, nelle preliminari – la mancanza d’acqua manda in blocco anche le caldaie del riscaldamento!». «Gli oneri di urbanizzazione sosno stati pagati – ha concluso il consigliere di Per Como – nel 2008 l’acqua è un diritto!».
Vittorio Mottola, Pd, ha chiesto l’introduzione di un tavolo permanente sulla sicurezza per i bus, che ha già chiesto con una lettera al prefetto, alla luce dell’incidente tra Porleza e Menaggio in cui un automezzo ha perso le ruote.

Bonifica Ticosa
«Non costringeteci ad andare in Procura» ha chiesto Mario Lucini, Pd, per la bonifica dell’area ex Ticosa. Per il consigliere democratico l’amministrazione deve trasmettere copia delle indagini agli enti di controllo competenti, anche per evitare l’eventualità che avvengano blocchi del cantiere una volta avviato. Lucini ha rivelato al Consiglio che Multidevelopment ha prodotto un documento in cui stima che per i punti da bonificare individuati dal Comune le spese saranno superiori di 270 mila euro, inoltre ha in aree non considerata dal Piano di bonifica, ma di cui è già stato riscontrato l’inquinamento, per altri 2.250.000 euro. Secondo gli accordi il Comune «promettente venditore si accollerà le spese di bonifica» e la prima stima, da parte di Palazzo Cernezzi, di 1.329.000 euro triplicherebbe, sommando le spese aggiuntive proposte, per raggiungere i 3.849.000 euro.

Fusione
Iniziato il Consiglio, con all’ordine del giorno la delibera di fusione di Acsm e Agam, Marcello Iantorno, Pd, ha posto una questione pregiudiziale sulla «validità del Consiglio di amministrazione di Acsm» con la richiesta di presentare i decreti di nomina dei suoi membri, iniziando una vivace discussione con i consiglieri di Forza Italia Rallo e Lombardi. Per l’avvocato Fabiano non ci sono problemi procedurali e l’esponente del Partito democratico ha chiesto così una sospensiva della delibera che è stata bocciata dalla maggioranza.
Gli ultimi quattro emendamenti presentati dalle opposizioni, sulla nomina di un comitato esecutivo e di suoi compiti, sulla possibilità del rinnovo dei patti parasociali e sull’amministratore delegato, sono quindi stati bocciati dalla maggioranza consiliare.
Alcuni consiglieri di maggioranza sono stati colpiti dalla lettura, da parte di Luca Gaffuri, Pd, di un emendamento approvato dal Comune di Monza che vincola «all’integrale rispetto del patto parasociale», una clausola che potrebbe entrare in contrasto con i due emendamenti della maggioranza, approvati nella seduta precedente, sulla possibilità del mantenimento del vincolo del 4 per cento, oltre la fine del 2009, sulla proprietà salvo che per le due amministrazioni comunali coinvolte e la nomina di un Comitato esecutivo.
Finiti gli emendamenti si è passati agli ordini del giorno tutti bocciati.
Il primo, proposto da Donato Supino, Prc, chiedeva lo scorporo del settore acqua da Acsm per la tutela di un bene fondamentale che, per il consigliere comunista, dovrebbe essere gestito da una società pubblica a salvaguardia di operazioni affaristiche.
Il terzo, proposto da Gaffuri, prendendo spunto dai documenti presentati dai Cgil e Cisl, chiedeva la tutela occupazionale e la presentazione di un progetto industriale, l’invito ad unirsi alle altre aziende del settore della provincia di Como e un maggiore coinvolgimento dei lavoratori nella scelta degli indirizzi aziendali. Contrario il sindaco per cui «si chiede di fare qualcosa che già si farà, un’azienda quotata in borsa vive di piani aziendali»; «e dov’è allora?» ha urlato qualcuno dai banchi della minoranza.
La seduta s’è incagliata sul secondo ordine del giorno sugli indirizzi di nomina dei rappresentanti del Comune nelle partecipate per cui le minoranze hanno chiesto una votazione a scrutinio segreto data la presenza in aula del presidente di Acsm e coordinatore provinciale di Fi Pozzi. Ne è nato un acceso dibattito per Corengia, An sintomo di «una maggioranza debole se si devono impiegare tre quarti d’ora per decidere se votare con voto segreto oppure no». Sulla interpretazione del regolamento e dello statuto comunale, nonché della giurisprudenza, è nato un serrato confronto fra gli avvocati Iantorno e Fabiano, che ha affermato l’inconsistenza della richiesta. Al voto, palese, per protesta il Pd e Per Como hanno abbandonato l’aula, mentre Gaffuri ha prospettato un voto di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio Mario Pastore: «Lei da quando è stato eletto rappresenta l’intero Consiglio comunale, questa sera non è stato così e questo ci porterà a chiedere una mozione di sfiducia nei suoi confronti».
«Diventiamo azionisti di minoranza, minoritari rispetto a Monza e Milano – ha affermato nelle dichiarazioni di voto finali Dario Valli di Area 2010 – non ho capito come possa essere ritenuto vantaggioso per Como, data anche la mancanza di un paino industriale». Un voto contrario come quello di Supino che all’ilarità della maggioranza quando ha affermato la sua contrarietà alla delibera, considerata scontata, ha rivendicato: «il mio voto è libero, non so quanto lo sia il vostro!» e a proposito dell’influenza di Pozzi ha ribadito quella che ha definito come «incompatibilità morale».
Per il Gruppo misto Ghiri ha parlato di alcune perplessità ma ha dichiarato un voto favorevole «come atto di solidarietà politica per la costituzione del gruppo unico del Popolo delle libertà». A favore anche Lega, An e Fi oltre che Vincenzo Sapere del Gruppo misto di minoranza per cui la presenza pubblica è tutelata, anche perché A2A è a maggioranza di capitale pubblico. Per l’astensione Bruno Magatti di Paco, che ha definito la fusione «un’operazione aziendale che allontanerà sempre più i cittadini dall’azienda» e la speranza del ritorno ad una gestione pubblica dell’acqua dato lo scarso vantaggio economico che ha per ora il settore, e per il Pd Gaffuri.
L’incorporazione di Agam è per Luca Gaffuri «giustificabile, il soggetto che ci perde è Monza e ci guadagna molto A2A. Como ne esce bene; rafforzeremo le nostre partecipazioni», ma per il capogruppo del Pd è «il bilancio delle tre serate di dibattito che non va bene. Il sindaco ha trattato il Consiglio con fastidio, il cui ruolo è stato svilito». «Tra tre anni probabilmente l’obiettivo sarà vendere» ha concluso Gaffuri prima di lasciare l’aula.
Al voto finale la maggioranza ha approvato la fusione con i soli voti contrari di Area 2010 e Rifondazione. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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