Fragolino: “No alle discriminazioni”

 

bambiniFranco Fraglino consigliere del Pd al Comune di Como  sulla questione asili nido:  il costi  devono essere ripartiti in maniera più equa; no alla proposta di escludere dal diritto alcuni bambini di famiglie non indigene. 

In una nota diffusa il 9 gennaio Franco Fragolino interviene sulla questione asili nido: «Sono un investimento sociale ed il loro costo deve essere inteso in questa logica: una buona ed adeguata offerta di asili nido comunali deve ritornare ad essere una delle priorità dell’Amministrazione Comunale sia come investimento sul futuro sia per conciliare e facilitare il lavoro dei genitori ed in specialmodo delle mamme.

Semmai il problema vero è quello di rendere più accessibili gli asili nido attraverso un intervento sulle rette, che a Como risultano essere tra le più alte della Lombardia; oggi il “peso” è sopportato in maniera preponderante dalla fascia media delle famiglie che usufruiscono del servizio. Occorre intervenire per rendere più equa la distribuzione dei costi così da fare abbassare anche la retta massima. Quindi pensare ad un innalzamento della retta minima ed un applicazione generalizzata dell’Isee.

In merito poi alla presenza di bambini stranieri negli asili nido occorre guardare alla situazione reale del territorio ed ai bisogni concreti,senza fare ideologia e propaganda: già oggi la presenza dei bambini stranieri è oltre il 30% ed i dati ci dicono che tale presenza crescerà nel prossimo futuro in modo esponenziale essendo le famiglie immigrate quelle più prolifiche. Pensare allora di inserire nel regolamento negli asili nido  una percentuale massima di accoglimento di bambini stranieri vuol dire, di fatto, discriminare l’accesso sulla base della nazionalità di origine delle famiglie. Infatti già oggi la distribuzione dei bimbi di famiglie immigrate è molto diversa -legata alle esigenze ed ai bisogni delle famiglie- (a Camerata oltre il 60 per cento, in Via Italia Libera oltre il 45 per cento a Monte Olimpino il 50 per cento etc.)ed il rendere omogenea porterebbe ad una esclusione di fatto di molti bambini. Inoltre è una misura che non prende atto di una situazione che sta diventando la normalità anche nel nostro territorio».

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