Un incontro per dimettersi: a Como le opposizioni divise sulla strategia contro Bruni

muro e io pagoDuecento persone per la seconda manifestazione contro il muro a lago edificato dalla giunta Bruni hanno fatto da sfondo ad una sorta di riunione aperta nella quale i molti esponenti delle minoranze in consiglio comunale presenti si sono confrontati sulle prospettive per mandare a casa il sindaco e la sua giunta. Forse decisivo tra dimissioni e sfiducia l’incontro di domenica 4 alle 21.

Si terrà tra poche ore, domenica 4 ottobre alle 21, una riunione fortemente voluta da Luca Corvi, segretario provinciale del Pd di Como, e da Luca Gaffuri, già candidato sindaco del centro sinistra opposto a Bruni, che si dicono convinti dell’esistenza di una possibilità che un numero di consiglieri sufficienti sottoscriva le proprie dimissioni rendendo automatico lo scioglimento del Consiglio e della Giunta di centro destra.
Ma su tale proposta oltre che gravare i dubbi sulla reale disponibilità di esponenti della maggioranza alla fronda pesano anche seri dubbi sulla convergenza dei consiglieri di minoranza. Infatti Bruno Magatti, capogruppo di Paco ed esponente storico della lotta che da anni si svolge contro l’ecomostro delle paratie a lago, ritiene lo strumento delle dimissioni un modo inadatto a raggiungere lo scopo voluto e ribadisce la possibilità invece di usare la già proposta mozione in Consiglio comunale di sfiducia sulla quale chiede l’adesione di tutti coloro ritengono necessario mandare a casa Bruni. Per Paco inoltre sarebbe opportuno che ci fossero prese di posizione più chiare anche nelle minoranze sul dopo muro, sull’intera questione delle paratie e su come liberarsene definitivamente. Perplessità vengono d’altra parte espresse anche da altri consiglieri di minoranza preoccupati come Iantorno di consegnare ad un commissario il governo della città e convinti che tocchi all’opposizione svolgere il suo compito indicando le vie concrete per risolvere i diversi problemi e misfatti compiuti dalla Giunta Bruni.
Intanto ali Giardini a lago nella manifestazione sono intervenuti diversi esponenti politici che hanno ribadito le molteplici ragioni non solo della necessità dell’abbattimento del muro quanto della complessiva follia e pericolosità ambientale dell’intero affare paratie imposto dalle amministrazioni di centrodestra alla città.
Tra gli interventi un richiamo alla laicità che è venuto da Giulia Parini Bruno che ha ricordato che essere di centro sinistra non vuol dire non cogliere i tanti danni fatti dalla legge Bassanini e che ha ricordato che proprio leggi che mortificano il ruolo delle minoranze insieme alla scelta dei cittadini di dare alle destre maggioranze bulgare hanno reso possibili provvedimenti amministrativi contrari all’interesse della città.
E alla descrizione di tanti altri scempi che accompagnano l’ecomostro delle paratie il consigliere provinciale Renato Tettamanti, eletto nelle liste del Prc, ha aggiunto la denuncia dell’intenzione di realizzare a Villa Erba un porto per 150 barche che rovinerà ancora il paesaggio lacustre nello specchio d’acqua particolarmente pregevole tra Villa Erba e la sponda di Villa Geno.

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