Il Consiglio comunale di Como di lunedì 5 ottobre 2009
Occasione televisiva per il Consiglio comunale di Como lunedì 5 ottobre. Il pubblico che voleva seguire la seduta è stato bloccato da un ampio schieramento di forze dell’ordine impegnate a tenere libero dalla folla il set. Per i cittadini è stata allestita Sala Stemmi dove hanno potuto seguire le riprese del Consiglio di Etv compresi stacchi pubblicitari e telegiornale. Inciontentabili molti si sono rifiutati di star buoni davanti alla tv e alcuni di loro hanno persino urlato contro Bruni e la sua Giunta. I diritti democratici non sono però argomenti interessanti per chi governa a Palazzo Cernezzi.
«Anche questa estate il problema delle zanzare e delle zanzare tigre è stato segnalato da diversi cittadini» ha esordito nelle preliminari al Consiglio comunale di lunedì 5 ottobre Luca Gaffuri, Pd, chiedendo quindi al Comune di segnalare le zone maggiormente interessate dal fenomeno all’Asl.
Donato Supino, Prc, ha chiesto e ottenuto di rispettare un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione in provincia di Messina a cui si è associato Francesco Pettignano, Pdl, una richiesta accolta dal presidente dell’assemblea.
Arturo Arcellaschi, Pdl, ha riferito della tradizionale trasferta a Marzabotto in rappresentanza del Comune da cui ha portato un pubblicazione data in omaggio a tutti i consiglieri.
Vittorio Mottola, Pd, ha chiesto nuovamente di trovare una soluzione per l’area di via Quasimodo, cintata da un privato, e annunciato che «dopo le 800 firme raccolte per il ripristino di una linea dei bus che colleghi Ponte Chiasso con Sagnino e Tavernola, dovrebbe passare anche una mozione in tal proposito in Circoscrizione 8».
«I lavori del muro stanno continuando – così si è espresso Alessandro Rapinese, Area 2010, anticipando l’argomento della serata – guardando il contratto sembra che non si possano interrompere i lavori se non pagando una penale». Il consigliere ha poi proseguito «per supplire alle mancate dimissioni del sindaco ho cercato di organizzare le dimissioni di massa dei consiglieri» senza riuscirci perché avrebbe trovato resistenze nelle minoranze, che hanno prodotto «l’ennesima mozione che chiede le dimissioni del sindaco» per cui ha chiesto l’appoggio dei consiglieri di maggioranza Simone, Martinelli e Tenace, che avevano bocciato Bruni sulla stampa locale.
Data l’importanza dell’argomento il Consiglio comunale è stato trasmesso in diretta su Etv e per i 200 accorsi a Palazzo Cernezzi in Sala Stemmi con un megaschermo. Un modo per permettere ai cittadini di essere vicini allo svolgimento dei lavori senza disturbare il manovratore, salvo i 15 che sono riusciti a entrare per primi e ad accaparrarsi le poche sedie disponibili per il pubblico nella sala del Consiglio.
A difesa della sala e per mantenere l’ordine pubblico erano schierati poliziotti, carabinieri, guardia di finanza e vigili urbani, che hanno fatto un muro umano quest’ultimi per bloccare l’ingresso alla sala del Consiglio alla gente che, nell’atrio sopra lo scalone d’onore del cortile antico, premeva per assistere di persona allo svolgimento dell’assemblea e non voleva essere confinata davanti alla televisione nell’attigua Sala stemmi.
Il primo atto del Consiglio è stata la surroga del dimissionario Enrico Gelpi, Pdl, con Nadia Tettamanti, avvenuta all’unanimità.
Prima di incominciare il dibattito il presidente del Consiglio Pastore ha letto l’articolo 48 del Regolamento comunale sulle adunanze segrete che al primo comma recita: «L’adunanza del Consiglio comunale si tiene in forma segreta quando vengono trattati argomenti che comportano apprezzamento delle capacità, moralità, correttezza o vengono esaminati fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali e delle capacità professionali di persone».
Mario Lucini, Pd, ha preso così la parola per spiegare la mozione di cui è primo firmatario, subito sono partite e urla e fischi da parte del pubblico che voleva intervenie in aula, mentre Pastore face chiudere le finestre e le porte della sala per non far arrivare il baccano in aula.
Il presidente della Commissione urbanistica ha riepilogato la nascita del progetto delle paratie e le modifiche intercorse fino all’attuale cantiere aiutandosi anche con la proiezione di alcune immagini. «Il primo lotto doveva essere finito in 14 mesi e siamo già a 23!» ha sottolineato entrando nello specifico del progetto rilevando alcune incongruenze nelle quote, differenti su alcune tavole di 30 centimetri. Lucini ha concluso chiedendo di segnare la quota di 130 centimetri per vedere effettivamente come sarà alto il muro e auspicato la possibilità di utilizzare delle simulazioni in legno per vedere l’impatto che avranno sul paesaggio i futuri interventi, ricordando che si passerà in piazza Matteotti dove verranno costruiti altri muri.
Applausi sono arrivati dall’esterno e Gaffuri è intervenuto chiedendo di lasciar passare i cittadini «come è già successo in altre serate», raccogliendo il diniego di Pastore.
Presa la parola Marcello Iantorno, Pd, dopo cinque minuti, si è avuto il primo stacco pubblicitario di Etv, che ha provocato le urla di protesta delle persone accorse in Sala stemmi che si sono precipitate contro l’ingresso della sala del Consiglio difesa dai vigili. Il consigliere democratico ha addossato la responsabilità del muro all’ingegnere Viola e a Caradonna ed ha concluso esortando i consiglieri tutti «per rispetto alla città a censurare Bruni».
Donato Supino, Prc, ha presentato la propria mozione che chiede, al primo punto, l’abbattimento del muro, ma non ha potuto affrontare i due seguenti, il licenziamento del direttore dei lavori e dell’assessore competente e la verifica di eventuali presupposti per risarcimento danni perché suscettibili di incorrere nelle more del famoso articolo 48 del Regolamento.
Il consigliere comunista ha ricordato la sua appartenenza a Territorio precario e la manifestazione contro il muro che la rete aveva fatto nel marzo 2008 e ha chiesto le dimissioni di Caradonna per aver detto che i cittadini si devono occupare dei muri di casa loro. Una stilettata anche alla Lega «il partito del’ordine che non rispetta le leggi attaccando manifesti abusivi», che gli hanno fatto raccogliere applausi, in sordina, da parte del pubblico.
Alle mozioni delle minoranze ha risposto il primo cittadino che ha lodato lo svolgimento dei lavori del cantiere, ha ricordato la presentazione del progetto in più sedi, ha rimarcato la bontà dello stesso ma ha ammesso la sua «modalità di difficile rappresentazione», insistendo che «si deve tenere conto del risultato a fine cantiere quando tutti i livelli saranno a posto» paragonando la situazione attuale a quella di una persona che vede il muro da dentro una buca. Sotto i fischi e gli inviti ad andare a casa del pubblico fuori dalla sala ha definito poi come terrorismo quanto apparso sulla stampa locale, mentre Pastore incitava a chiudere le finestre sul cortile antico, che qualcuno per il caldo aveva aperto.
Sono così iniziati gli interventi dei consiglieri, per primo Bruno Saladino, Pd, che ha ricordato come ci siano precise responsabilità e citato muri famosi e una poesia di Kavafis, poi Luigi Bottone, Gruppo misto, a chiesto che le modifiche e l’abbattimento non vengano dati alla stesa ditta costruttrice ma venga fatto un nuovo appalto, mentre su Etv veniva eclissato dal telegiornale e la folla esterna, anche per questo, rumoreggiava.
Mario Molteni, per Como, ha chiesto l’abbattimento del muro e fatto un excursus dei fallimenti della attuale Giunta dal Campus universitario, alla fusione Acsm-Agam, che non ha portato alla riduzione delle bollette, alla Ticosa.
Emanuele Lionetti, Lega, ha chiesto «una dichiarazione di responsabilità di colpa», oltre alla rimozione di Caradonna, riconoscendo gli errori fatti per poter camminare a testa alta per la città.
Rapinese ha fatto un discorso più in generale sulle promesse elettorali del centrodestra, efficientismo, buona gestione dei fondi pubblici, e la sua disillusione a Como come elettore, cominciando una serie di affondi contro la Giunta e i suoi esponenti, fino ad arrivare all’’ex assessore ora presidente di Acsm-Agam D’Alessandro, sul quale è stato fermato da Pastore sempre in base all’articolo 48 e alla pertinenza all’argomento trattato.
Per ultimo è intervenuto Gianluca Lombardi, Pdl, che ha magnificato il «progetto per la riqualificazione del lungolago, che darà lustro alla nostra città – ha proseguito – si fa un errore e non si vede più l bene fatto». Per il consigliere tutti i presenti hanno operato per il bene della città mentre è dubbio che possano intervenire «i peregrini che non sanno dov’è il lago, che vivono in periferia», scatenando le proteste delle minoranze.
Data l’ora il Consiglio è stato aggiornato a giovedì prossimo e l’assemblea è stata sciolta, mentre il pubblico ha atteso, invano, il sindaco all’uscita della sala. [Michele Donegana, ecoinformazioni]